Tutti a bordo! |
Anche i piloti militari, più che quelli civili, sono tenuti ad una rigorosa alimentazione, attività fisica nonché a continue visite mediche per accertarne il perfetto stato di salute. Ora come nel lontanissimo 1954. Solo che da bravi italiani, noi si faceva due lavori contemporaneamente: andavamo in aereo a Roma, all'Istituto di medicina dell'Aeronautica militare per la visita e, contemporaneamente si faceva addestramento alla navigazione. E allora eccoci qui, bel belli, assiepati come api dentro un alveare a bordo del Beechcraft, alternarci ai comandi per raggiungere Roma o per tornare ad Elmas, non ricordo bene. Il vero problema non era però il volo in sé stesso ... quanto far salire a bordo quei perdigiorno dei miei compagni. Inoltre, come in tutti i corsi di navigazione, c'era una pallosissima fase di preparazione teorica del volo, a terra, e poi una ben più piacevole fase pratica del volo, in volo appunto. E poteva capitare così che, alle prese con carte, cartine e cartoline dove tracciare la rotta, stabilire gli aeroporti alternati e le radioassistenze, gli Enti di controllo del traffico e menate varie (che non vi sto a dire) ... beh, io perdessi la testa e qualcuno volesse porre fine alla mia agonia tagliandomela con una riga. Lo vedete il mio compagno di corso? ... beh, non ce l'aveva con me perché gli avevo soffiato la ragazza, no, ma solo perché gli avevo soffiato in un orecchio mentre tracciava la famosa rotta sulla carta ... e gli era venuta fuori un aborto di rotta. Ma la testa poi, non me l'ha mai tagliata!
Fotografie: Falco Nero Testo: Redazione di "Voci di hangar" liberamente ispirato al racconto di Falco Nero |