L’araba fenice di Aosta

Ricordo che quel vecchio aliante se ne stava buttato in un angolo dell'hangar da chissà da quanti anni, la tela sfondata, il legno attaccato dall'umidità, ragnatele ovunque a mo' di coperta contro i rigidi inverni valdostani.

Ogni volta che gli passavo davanti mi piangeva il cuore. Peccato, pensavo: sarebbe bello farlo tornare in volo. Se lo sarebbe meritato. Ma io non avevo il tempo per farlo risorgere né le risorse finanziarie. Così presi a volgere lo sguardo altrove quando ero nei suoi pressi.

Poi, un bel giorno, capitò l'occasione giusta: uno stage per aspiranti manutentori. 

Fu così che con l'aiuto di quei ragazzi, tempo qualche mese e a scopo meramente didattico, il vecchio veleggiatore smise le ragnatele e risorse dalla polvere dell'hangar come l'Araba fenice, appunto.

La foto ci riprende nel giorno in cui lo tirammo fuori, alla luce del sole. Ma non mi ricordo se fosse una bella giornata. E non mi ricordo neanche se volò mai.

  

 

Fotografie: Luigi

Testo:  della Redazione di "Voci di hangar" liberamente ispirato al racconto di Luigi