Passeggero per forza – II parte

(Guida per tutti i fifoni del volo)

LA SCELTA DEL VOLO

Se Dio avesse voluto che l’uomo volasse                                                                      l’avrebbe fatto nascere con un biglietto. (MEL BROOKS)

In qualità di passeggero forzato in preda alle sue nevrosi da volo ritengo che la preparazione ad un viaggio aereo cominci molto prima del decollo, infatti molti tendono a pensare che la fase più importante del volo sia l’atterraggio. Sbagliato. L’atterraggio è il momento del sollievo, dei sorrisi, la fine dell’incubo, è il premio al lavoro di preparazione che hai svolto prima, ma non è il più importante. Quattro, cinque mesi prima, quando distrattamente sei entrato in un’agenzia viaggi e hai sfogliato quintali di cataloghi colorati, lì doveva cominciare il tuo lavoro. Ricordati che tra il decollo e l’atterraggio sei nelle mani del pilota, ma tra l’agenzia viaggi e il decollo sei solo nelle tue mani. Un buon passeggero per forza che sa di dover prendere un aereo è conscio di aver davanti una serie di variabili casuali e incontrollabili a cui dovrà inevitabilmente affidarsi confidando nella buona sorte, e questo lo rende nervoso. Ma sa anche di avere qualche carta importante da giocare con lucidità per cercare di evitare i pericoli più banali, e questo lo fa sentire attivo e lo distrae fino alla partenza. Una volta scelta la meta del viaggio ed appurato di non avere alternative al volo per raggiungerla, ecco che diventa necessario e fondamentale scegliere la compagnia aerea cui affidarsi. Gli aerei non sono tutti uguali, non hanno tutti lo stesso prezzo, ed una compagnia non vale l’altra. Tutte possono decollare, ma voi dovete scegliere quelle che sanno atterrare. Ecco quindi la scelta; la ricetta è semplice: lasciando ai temerari i voli charter, è chiaro che la nostra cernita avverrà rigorosamente tra compagnie di bandiera di stati moderni ed industrializzati, la manutenzione, infatti, è una delle prime voci di bilanci soggette a tagli in periodi di crisi e il parco aerei potrebbe già essere un po’ vecchiotto. Così è meglio scartare tutti i paesi africani, il Sud America e gran parte dell’Asia. Ricordatevi di tutte le compagnie aeree viste in tv (dato che fanno notizia solo gli incidenti) ed accantonatele insieme a quelle il cui personale ha scioperato di recente (sabotaggi e disservizi). Togliete dalla lista l’Aeroflot (Russia) che produce ed utilizza tuttora il modello di aereo più scalcinato ed incidentato del mondo: il Tupolev, e non fidatevi nemmeno di suo cugino, l’Antonov, in dotazione a tutti gli stati dell’Europa orientale e del blocco ex-sovietico (Cuba ad esempio). Dopo questa grande scrematura prendete le compagnie aeree rimanenti e considerate le implicazioni politiche: scartate perciò tutte quelle appartenenti a paesi che sembrano affidabili a livello tecnico, ma potrebbero essere nel mirino di un qualsiasi terrorista o dirottatore. Cancelliamo dalla lista i paesi caldi dell’area araba, eliminiamo Israele, e mai, dico mai, prendete un volo di bandiera statunitense, perché non c’è paese al mondo cui gli americani non abbiano rotto le scatole. Per trovare un terrorista kamikaze disposto a dirottare un aereo americano basta cercare sulle pagine gialle. Vi rimangono ancora alcuni fattori da considerare: la rotta non vi è dato di conoscerla, ma se in un viaggio precedente avete rubacchiato uno di quei mensili che si trovano nella tasca davanti al vostro sedile, sbirciate nelle pagine, a volte le Compagnie si tradiscono pubblicando enormi mappamondi con tutti i percorsi. Guardate subito, e se per caso dovete volare su ex Jugoslavia, Iraq, MediOriente, o nella probabile traiettoria di qualcuno dal grilletto facile, cambiate aereo. Diffidate dei voli che fanno scalo, ricordando che i momenti più pericolosi sono decollo e atterraggio, due bastano e avanzano, inutile correre ulteriori rischi. Infine informatevi accuratamente sull’aeroporto di destinazione, vi basti sapere che architetti avveniristici costruiscono aeroporti su isole e isolette, dove alla fine della pista c’è il mare, oppure fra i grattacieli, dove anche per i piloti è necessario un brevetto supplementare per poter atterrare. Per concludere direi di fidarsi solo dei paesi piccoli, neutrali ed operosi. Considerando che la Swissair ha avuto i suoi bei problemi di recente, e che il Liechtestein non ha compagnia di bandiera, e se dopo tutte queste valutazioni vi rimane ancora fiducia in qualcuno, allora prendete quel volo.

 

NOTA DELL’AUTORE Al 01/10/2001 quattro compagnie al mondo non hanno mai avuto incidenti di alcun tipo: Qantas (Australia), Sabena (Belgio), Austrian Airlines (Austria), Icelandair (Islanda).

  segue:  III parte


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Nicola Tanzi

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