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TU-22, OVVERO: COSA POTREBBE MAI ANDARE STORTO?


Quando ero piccolo c’era un cartone animato che si chiamava Mr. Magoo. Costui era un vecchietto con grossi problemi di vista a cui, ciononostante, per una serie di incredibili e assurde coincidenze, andava tutto bene.

La storia è pressappoco questa con la differenza che Mr. Magoo era un cartone animato ma il Maggiore Mikhail Chizhov è stata una persona in carne e ossa.

Perché questa è una storia vera. Verissima. Desecretata solo dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Non è molto pubblicizzata, visto la pessima figura che hanno fatto, e in giro si trova pochissima documentazione che è, ahimè, perlopiù in lingua russa.

Era il 24 aprile 1983 e, come spesso accadeva in quei tempi, c’era stata un’esercitazione che aveva coinvolto ben sette reggimenti di bombardieri strategici. L’operazione era stata un successo. Erano andati a “distruggere” in maniera fittizia un bersaglio ed erano tornati tutti insieme all’aeroporto di Mozdok. In ogni caso, trasferire sette reggimenti in un aeroporto remoto da diverse basi permanenti non è un compito facile. E diventa ancora più difficile nel momento in cui, oltre agli equipaggi e ai tecnici, c’è una pletora di ispettori con vari gradi e posizioni, compresi numerosi Colonnelli e Generali.

Insomma: c’era la crème dell’«intellighenzia» sovietica, più per mettersi in mostra che per una reale necessità.

E cosa si fa dopo un successo? Si bevono fiumi di vodka! In fin dei conti cosa potrebbe mai andare storto?

Ma lasciamo perdere la parte politica e occupiamoci della parte operativa: in particolare seguiamo uno dei tanti Tu-22, bombardiere strategico con base a Baranovichi, Bielorussia, che faceva parte del 203imo reggimento.

Apriamo una piccola parentesi sulla storia di questo reggimento che non era ben visto in generale dagli altri piloti per i suoi passati. Prima era stato nominato “reggimento sotto spirito” a causa del fatto che i Tu-22 avevano una riserva di 160 litri di alcool necessaria al funzionamento dell’aria condizionata. Molti equipaggi, durante i voli, la tenevano spenta e pativano il caldo pur di non consumare l’alcool. La parte non usata durante il volo veniva spesso contrabbandata a terra come vodka. E da questo fatto nacque il nomignolo di “reggimento sotto spirito”.

Poi, durante un atterraggio di fortuna, uno dei Tupolev, sempre del 203imo reggimento, si scontrò contro un treno che portava delle galline surgelate, distruggendolo completamente e carbonizzando i poveri animali già morti. Da quel momento il 203imo reggimento divenne per tutti il “reggimento alla griglia”. Ma tutte queste strane avventure non sarebbero bastate: stava per accadere qualcosa di veramente assurdo.

Torniamo al nostro aereo, un grosso bombardiere strategico con tre uomini di equipaggio.

Il Tu-22 che ci interessa aveva a bordo un operatore radio, il Sottotenente Merzlikin Vyacheslav Ivanovich, un navigatore, il Capitano Drozdetsky S.M. e infine il pilota, il Maggiore Chizhov Mikhail Fedorovich.

Tra tutti gli equipaggi, gli ispettori e i rappresentanti politici, come detto prima, la vodka scorreva a fiumi.

– Maggiore: ancora un bicchiere? – chiese il Capitano Drozdetsky.

– No, grazie. Sono a posto.

– Maggiore, forza! Brindi con noi: l’esercitazione è finita. Cosa potrebbe mai andare storto?

– Nulla, naturalmente. Solo che devo scrivere un po’ di scartoffie per il Partito. Sai: le solite cose.

– E non si può aspettare domani?

– No: i rappresentanti partiranno domattina all’alba e noi nel pomeriggio. Quindi devo fare tutto entro stanotte.

– Capisco: prima il dovere. – e mentre diceva questa frase il Capitano Drozdetsky alzò il suo bicchiere e bevve.

Nella grande sala festosa, a un certo punto, salì su di una sedia il Colonnello Tatarchenko: – Un attimo di silenzio per favore. – gridò a voce alta.

Tutti si zittirono.

– Devo fare un importante annuncio. Come prima cosa vorrei complimentarmi con tutti voi per l’incredibile performance della precedente esercitazione.

Dal pubblico partì un applauso e grida di gioia.

– Silenzio, per favore. Pur essendo stata solo un’esercitazione mi preme mettervi nuovamente tutti alla prova. Nella realtà potrebbe accadere che il nemico si sia riorganizzato nello stesso giorno con una portaerei nel mar Caspio. Il vostro compito sarà quello di andare lì e distruggerla. Il vento sta cambiando direzione rapidamente ma, se non ci saranno variazioni, partirete da Ovest e vi sarà dato un piano di volo da seguire alla lettera. Ora potete andare a riposarvi brevemente: il Generale Efimov è già in volo qui da noi e inizieremo quando lui sarà arrivato.

Nella platea era calato il silenzio misto a delusione: un’altra esercitazione.

L’operatore radio Merzlikin disse allora al Maggiore Chizhov: – Questa non ci voleva. Speravo proprio di tornare a casa domani.

– Tranquillo Ivanovich: faremo bene anche questa prova e dopodomani saremo a casa: cosa potrebbe mai andare storto?

– Ha ragione, Maggiore.

– Bene: ora tu e il Capitano andate a dormire un po’. Io scrivo qualche rapporto e poi vi raggiungo. L’appuntamento è per l’una e mezza di notte nella sala tattica. Riposatevi che domani la nottata sarà lunga.

– Non si stanchi troppo Maggiore.

Il Maggiore Chizhov scrisse diverse relazioni consegnandole ai vari politici lì presenti. Alle 22:00 precise raggiunse i suoi due compagni di volo e si addormentò come un sasso.

Arrivò anche il 24 aprile 1983: notte fonda. I controllori di volo diedero il piano dell’esercitazione a tutti. Senza troppa fretta, tutti gli equipaggi si avviarono ai rispettivi velivoli. Ed ecco il primo problema: in quelle zone il vento cambia il verso in cui soffia in maniera molto repentina ed è molto intenso. E così accadde. Il servizio di navigazione e la direzione del reggimento pensarono bene di modificare le istruzioni di prevolo.

Dunque, a causa del vento, venne decisa una variazione di rotta solo al decollo: il resto sarebbe rimasto uguale. Nulla di strano; anzi, tutto nella norma. Ciò che non era nella norma fu il modo in cui venne notificato questo cambio, ovvero a voce, a piedi, correndo dietro agli equipaggi.

Da lontano, mentre il navigatore stava parlando di cose frivole con gli altri due, uno degli addetti che dovevano avvertire di tale cambiamento urlò: – Equipaggio del numero 63: dopo il decollo virate a Est e non più a Ovest. Capito?

Il navigatore, che non aveva prestato assolutamente attenzione a quanto avesse detto quel controllore di volo, rispose: – Grazie. Ci vediamo presto.

Il Comandante chiese: – Cosa ha detto? Con tutto quel rumore non ho capito nulla.

– Niente di importante, Maggiore. Ci ha augurato buon viaggio e buona fortuna.

Questo secondo volo avrebbe dovuto svolgersi in rigoroso silenzio radio, conformemente al compito dell’esercitazione e ciò spiegava e giustificava il fatto di aver comunicato la variazione solo a voce e di persona.

Purtroppo, il navigatore, il comandante e l’operatore radio del nostro Tu-22, per la negligenza del Capitano Drozdetsky, non recepirono tale cambiamento.

Quindi, l’incuranza del navigatore fece sì che la rotta impostata sarebbe stata speculare rispetto alle modifiche, con un errore di 180 gradi esatti.

Ed ecco il secondo problema con una piccola spiegazione: in quegli anni l’aviazione sovietica, per le rotte, non usava il sistema di gradi rispetto al Nord magnetico ma un loro sistema chiamato “ortodromico”. Ovvero il punto di partenza, qualunque esso fosse stato, diventava il Nord relativo e tutte le rotte sarebbero partite da questo punto fittizio.

Il volo prevedeva lo svolgimento in silenzio radio e quindi nessuno era a conoscenza dei cambiamenti né nessuno li avrebbe mai avvertiti.

L’ora “X” si avvicinò e tutti gli squadroni erano pronti alla partenza.

Ogni aereo, al decollo, avrebbe seguito semplicemente la scia luminosa dei reattori del velivolo precedente e si sarebbe levato in cielo e non ci sarebbe stato nessun problema.

In fin dei conti che cosa sarebbe potuto andare storto?

Dietro agli schermi radar dell’aeroporto si trovavano i Generali e gli ispettori che erano venuti per sorvegliare l’esercitazione. I veri controllori del traffico aereo erano stati allontanati per permettere a tutti questi ficcanasi di assistere allo spettacolo.

Il dubbio, più che lecito, era: ma costoro, i Generali e gli ispettori, dove stavano guardando? Nessuno si era accorto che tutti gli aerei si stavano dirigendo a Nord tranne uno, che si stava dirigendo a Sud?

Ormai la frittata era fatta; un solo Tupolev era in volo da quasi un’ora, nella direzione sbagliata.

I Generali e gli ispettori a Mozdok non se ne erano resi conto ma il centro radar di Tbilisi, sì: se ne era ben accorto! Che cosa ci faceva questo aereo senza transponder acceso, da solo, nel nulla, a quest’ora della notte?

Alle ore 2 e 48 minuti del 24 aprile 1983, il centro di controllo del traffico aereo di Tbilisi informò il posto di comando della difesa aerea della presenza di un velivolo non identificato.

Alle ore 2 e 53 minuti i caccia decollarono dall’aeroporto di Saidar per intercettarlo.

Intanto a bordo del Tu-22, il Comandante, guardando il suo orologio, disse: – È ora di far partire le contromisure elettroniche, come da programma.

– Ma chi vuole che ci segua a quest’ora? – replicò il navigatore.

– Non importa: il programma dice così e noi faremo così. Contromisure!

L’operatore radio impostò il sistema: – Interferenza passiva KDS-16 TM con programma continuo, intervallo 0,3 attivato, Signore.

– Molto bene.

Esattamente in quel momento, i due piloti da caccia che stavano inseguendo il Tu-22, che era quasi sul radar dei loro missili aria-aria, non riuscirono più a localizzare l’aereo intruso e, dopo qualche minuto, abbandonarono il bersaglio.

Continuando (senza saperlo) sulla rotta sbagliata, il Tu-22, alle ore 2 e 58 minuti attraversò in tutta sicurezza la frontiera di stato tra URSS e Iran.

Dopo aver passato il confine, il velivolo finì esattamente, per puro caso, sull’aerovia internazionale e quindi nessuno prestò molta attenzione a quello che poteva essere benissimo un aereo civile diretto da qualche parte.

– Ragazzi: come va laggiù? – chiese il Comandante.

– Bene. Un po’ assonnati ma bene. D’altronde: cosa potrebbe mai andare storto?

– Già: una passeggiata. Su: cercate di non dormire che tra un po’ finiremo questa esercitazione.

Raggiunto il waypoint (sbagliato) il navigatore ordinò la virata e poco dopo passarono sopra una grande città illuminata.

– Siamo sopra Kursk. – disse il Comandante – Navigatore: ormai ci siamo. Tracciami una nuova rotta per il bersaglio, lo bombardiamo e ce ne torniamo a casa.

– Agli ordini, Maggiore.

– Comunque me la ricordavo diversa Kursk. – aggiunse il Comandante.

Ed era ovvio che se la ricordasse in maniera differente dato che si trovavano sopra Teheran e non a Kursk. Ma a “Mr. Magoo” Chizhov ancora una volta la fortuna arrise. In quel giorno a Teheran, c’era stata una grandissima festa pubblica e, diciamolo, i controllori di volo, specie a quell’ora della notte, non è che si stessero ammazzando di lavoro dato che ignorarono bellamente il nostro Tu-22 che proseguì verso il suo “bersaglio”.

Dopo un po’ l’aereo sorvolò la base aerea iraniana di Mishhad (senza immaginare di esserci sopra) e qui il navigatore si preparò per l’esercitazione.

Ma non tutti facevano festa come a Teheran: infatti la cosa non passò inosservata alla difesa aerea iraniana.

– Velivolo sconosciuto in area. Tutti ai posti di combattimento. Pronti con i missili terra aria. Identificare le coordinate del bersaglio e abbatterlo. Svelti! – urlò ai suoi uomini il Capitano responsabile della contraerea di Mishhad.

Ma ci fu un nuovo colpo di scena: in quel preciso momento, alle 3:30 di notte, in quella zona, si verificò un tremendo terremoto e, per volontà del destino, il Tu-22 continuò il suo assurdo volo. Gli iraniani pregarono Allah e chiesero di non far più tremare la terra, dimenticandosi dell’intruso.

A bordo, invece, non sospettando nulla, nessuno pregò nessuno.

Tanto: cosa potrebbe mai andare storto?

Qui il navigatore diede l’ordine di cominciare la discesa e di dirigersi nella zona, pensando di trovarsi vicino a Baranovichi, dove avrebbero dovuto trovare il bersaglio.

Ma il comandante disse: – Montagne? Non dovrebbero esserci le montagne a Baranovichi. C’è qualcosa che non quadra: non scendiamo finché non avrò capito dove siamo.

Nella mente del Maggiore Mikhail Chizhov cominciarono a venire i primi dubbi sulla posizione e infatti diede l’ordine di girare in tondo finché non si fosse chiarito il tutto.

– Rompiamo il silenzio radio. Ivanovich: accendi tutto e inizia a chiamare.

E fu così che l’operatore radio ruppe il silenzio imposto e provò a chiamare sul canale 1, sul 5 e sul 20.

Nessuno rispose.

Il motivo? Era semplice: si trovavano in Iran e non in Russia.

– Ivanovich: prova con la procedura “Komet”. Sai cos’è, vero?

– Sì, Comandante. Serve per le navi e gli aerei che sorvolano il Polo Nord. Grazie alla triangolazione, riescono a darti una posizione approssimativa.

– Scusa Ivanovich: è ovvio che tu lo sappia. Sei l’operatore radio. Perdonami: è la stanchezza.

– Nessun problema, Comandante.

– Riprova ancora una volta, riprova due volte, riprova tre volte e, se servisse, riprova cento volte.

– Sì, Comandante.

Intanto l’aereo continuava a girare in tondo e il tempo passava.

E si cominciavano a vedere i primi bagliori dell’alba.

L’alba? Beh, sì: ormai erano quasi le 5 del mattino.

Ma che diamine! Il sole stava sorgendo a Ovest!

E questo è impossibile!

– Ragazzi: – disse il Comandante – non so cosa stia succedendo ma se quello è l’Ovest che in realtà è l’Est significa che stiamo andando maledettamente verso Sud. Ora noi mettiamo la prua a Nord e ci allontaniamo il più possibile. Non so come ma siamo finiti dalla parte opposta.

Il navigatore rimase zitto e non disse una parola.

– Ivanovich: prova tutte le frequenze normali, d’emergenza, civili e la Komet.

– Sì, Comandante. – rispose l’operatore radio mentre chiamava ancora e ancora e ancora attraverso tutti i canali, chiedendo aiuto a tutti coloro che potevano ascoltarli.

Ma dall’altra parte c’era solo silenzio.

Fortunatamente per loro qualcuno, alla fine, rispose: era un controllore del traffico aereo dell’aeroporto di Mary-1, una piccola base militare in Russia, vicino al confine con l’Iran.

Il carburante era agli sgoccioli; l’indicatore aveva quasi raggiunto il livello minimo.

– Grazie per aver risposto, aeroporto di Mary-1: quanto siamo distanti da voi?

Il controllore rispose: – Il nostro radar ha una portata di 200 chilometri. Bene: voi non siete ancora in vista. Continuate diritti e poi scendete per l’avvicinamento. Faremo alzare in volo due aerei per indicarvi la strada.

Il Comandante, un po’ più rincuorato, disse all’equipaggio: – Ormai è fatta ragazzi. Ci manderanno un paio di caccia per scortarci sino alla pista. Allegri! Cosa potrebbe mai andare storto?

Due caccia si levarono subito in volo. Peccato che uno dei due si scordò di accendere il suo dispositivo IFF[1].

Il risultato fu che un aereo si mise a inseguire l’altro nelle vicinanze, senza mai poter raggiungere il nostro Tupolev e dunque la cosa fu di una inutilità pressoché totale.

Ma ormai il Tu-22 era in vista dell’aeroporto.

– Ivanovich: – disse il Comandante – non mi fido. È tutto molto strano. E se fosse una trappola di qualche nemico che non riesco a identificare per prenderci l’aereo e studiarlo?

– Non credo, Comandante. E cosa avrebbe intenzione di fare?

– Diamo prima un’occhiata a bassa quota. Se capiremo di essere in un qualche territorio nemico, mi alzerò sino a 3.000 metri, voi vi getterete col paracadute e io farò schiantare l’aereo così non potranno studiarlo.[2]

Infatti, in vista dell’aeroporto, Chizhov passò a bassissima quota ma non atterrò.

Per fortuna, tutto intorno, c’erano solo aerei con la stella rossa, ma anche quello avrebbe potuto essere un trucco. Il Comandante si convinse definitivamente di essere tornato in Patria quando vide un aviere con la camicia completamente sbottonata e la cintura dei pantaloni che arrivava sino alle ginocchia, tutto intento a bere qualcosa da una bottiglia.

– Solo un russo si comporterebbe così. Signori: siamo in Russia! Preparatevi per l’atterraggio.

Il grosso Tupolev, con il serbatoio completamente all’asciutto, finalmente atterrò e l’equipaggio, l’aereo e gli armamenti erano sani e salvi.

O no?

Cosa sarebbe mai potuto andare male?

Una volta a terra, si accese una spia degli armamenti. Il pericoloso missile KH-22 che trasportava il bombardiere, durante la riattaccata, si era surriscaldato in maniera anomala e aveva creato qualche preoccupazione. Ma fu una questione solo di pochi minuti e tutto ritornò alla normalità.

– Ce l’abbiamo fatta, Comandante. Siamo salvi. – disse l’operatore radio – Ormai cosa potrebbe andare storto?

Cosa potrebbe andare storto?

Ahimè: tutto.

Dopo questa storia assurda, che vorrei ripetere ancora una volta è reale, vennero fatte molte indagini e ricerche con le seguenti conclusioni.

Non era credibile che un aereo sbagliasse completamente rotta.

Non era credibile che gli intercettori, preposti per la difesa dei confini, si siano lasciati scappare un aereo così grande, con un’apertura alare di 23 metri e lungo oltre 40 metri.

Non era credibile che in Iran nessuno avesse provato ad abbatterli.

Non era credibile che fossero riusciti a rientrare ancora una volta attraverso i confini russi senza essere visti.

Non era credibile che nell’ultimo “scramble[3]” i caccia si fossero inseguiti tra di loro e avessero perso il loro obiettivo.

Non era credibile nulla di tutto ciò, specie durante un’esercitazione dove erano presenti più Generali che aerei.

Successivamente, uno dei due piloti decollati da Saidar per intercettare il Tupolev, volle andare a parlare con tutto l’equipaggio e chiese loro: – Cosa avete fatto dato che all’improvviso, mentre vi stavamo inseguendo, l’intero schermo radar si è illuminato con molti bersagli?

Chizhov spiegò che, per puro caso, in quel momento aveva avuto l’ordine, seguendo il piano di volo, di accendere esattamente a quell’ora un disturbatore radar non sapendo ovviamente di essere inseguito.

– Ecco perché non vi ho abbattuto e ho dovuto segnalare che l’obiettivo era scomparso tra le montagne!

Poi, un mese e mezzo dopo, anche il capo delle comunicazioni del reggimento, il Maggiore Linnik, andò dall’equipaggio e chiese all’operatore radio: – Eravate voi a chiamare il Komet usando il nominativo RMVTSF?

Ivanovich rispose: – Sì. Eravamo noi ma nessuno ci ha mai risposto e io ho provato credo almeno un centinaio di volte.

– Caro Ivanovich, ti hanno sentito benissimo. Forte e chiaro. Ma non sono riusciti a capire il motivo per cui un aereo che non si trovava al Polo Nord ma proprio all’opposto, in Iran, avrebbe dovuto contattare il nostro sistema di geolocalizzazione polare. Continuavamo a dirsi tra di loro che tutto questo non poteva essere né vero né logico. Non vi hanno mai risposto poiché pensavano potesse essere una provocazione o un trucco del nemico.

Ma la storia non finisce qui.

Come prima cosa il 203imo cambiò il suo nomignolo in “reggimento Teheran” e poi, in seguito a quel volo, dopo una lunga serie di indagini, circa 2.000 (duemila) persone furono punite, rimosse dagli incarichi, congedate, arrestate o licenziate dall’Aeronautica Militare e dalla Difesa Aerea. E non si guardò in faccia a nessuno: dall’aviere semplice al Generale blasonato.

Il Comandante Chizhov fu messo sotto torchio per un anno e mezzo.

Si congedò lui stesso alla fine e non volò mai più. Lavorò come ingegnere aeronautico in una fabbrica vicino Baranovichi ma, purtroppo, dopo appena un altro anno morì d’infarto per il dispiacere.

L’operatore radio venne degradato e dovette ricominciare da capo tutta la sua carriera.

In tutto questo marasma ci fu uno e uno solo che si salvò: il navigatore. Colui che non sentì gli ordini e colui che non prese nessuna decisione durante il disastroso viaggio. I suoi «santi protettori» dovevano essere molto influenti. Incredibilmente potenti.

E quindi risulta essere l’unico che poté dire a cuor leggero: “cosa potrebbe mai andar storto?”


In ricordo del Comandante Maggiore Mikhail Chizhov.


[1] Identification friend or foe o IFF, in italiano, identificazione amico o nemico, indica un sistema automatico elettronico di riconoscimento amico-nemico progettato per le funzioni di comando e controllo. Si tratta di un sistema che permette, mediante un’interrogazione, di identificare un bersaglio e determinarne la distanza dall’interrogatore. (Da Wikipedia)

[2] Il motivo per cui il Comandante debba prima portare l’aereo a 3.000 metri per far espellere i due membri dell’equipaggio è dovuto al fatto che chi progettò quel velivolo era dedito più alla vodka che all’ingegneria aerea: infatti i seggiolini eiettabili anziché andare verso l’alto come nel 99% dei casi, andavano solo verso il basso e dunque si sarebbero potuti salvare esclusivamente oltre una certa quota.

[3] Lo scramble (o scrambling) è un termine militare che definisce l’atto di far decollare un caccia intercettore per intercettare e identificare un aereo sconosciuto. (Da Wikipedia)



§§§ in esclusiva per “Voci di hangar” §§§

# proprietà letteraria riservata #


NOTE: nell’immagine di copertina il cockpit pilota del Tu-22 Blinder (proveniente dal sito web https://tu22.ru/)

XII edizione – I vincItori

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XII edizione Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE



COMUNICATO STAMPA

nr 8 del 15 agosto 2024



La Giuria della XII edizione del Premio letterario “RACCONTI TRA LE NUVOLE” ha decretato il racconto vincitore. Ebbene si tratta di:



IL SOGNATORE

di Ersilia Torello



nonché la classifica degli altri 19 racconti finalisti:



2) NON C’E’ DUE SENZA TRE di Giancarlo Gusso

3) IL SOGNO PIU’ DOLCE di Nazarena De Angelis




4) RONDINE di Federica Merlo

5) L’ISTANTE PERFETTO CIELO di Stefania Granata

6) DIZZY MISS LIZZY di Massimo Conti

7) QUARANTATRE’ BIPLANI SULLE ALI di Franco Angelotti

8) I-MODJ di Simone Baldecchi

9) RESURREZIONE di Laura Gallo

10) SCINTILLE DI LUCE RIFLESSA di Rossana Cilli

11) ERA QUELLO ANCORA VOLARE? di Vito Carnimeo

12) LAS MALVINAS SON ARGENTINAS di Gianvincenzo Cantàfora

13) L’ALIANTE SVANITO di Vito Grisoni

14) UNA CORSA CONTRO IL VENTO di Giacomo Da Col

15) IL BOMBARDIERE di Alberto Alparone

16) L’ULTIMA SCALATA di Alessandro Magistri

17) VERSO LE STELLE, NONOSTANTE TUTTO di Gaspare Benenati

18) GINO BATTISTINI di Marco Benedet

19) MISTER BRIDGE: IN VOLO PER LA LIBERTA’ di Carlo Migliavacca

20) VENT’ANNI DI CIELI D’ACCIAIO … di Rodolfo Andrei



Inoltre l’amministratore dell’azienda VR MEDICAL, Arturo Arveni, ha preferito attribuire l’omonimo premio speciale al racconto:



NON C’E’ DUE SENZA TRE

di Giancarlo Gusso

Infine l’ADA – Associazione Donne dell’ARIA ha deciso di consegnare il suo premio speciale al racconto:



IL SOGNO PIU’ DOLCE

di Nazarena De Angelis



Giunti a questo punto, a nome dell’HAG e di VOCI DI HANGAR  permetteteci di ringraziare allo stesso modo tutti coloro che hanno partecipato: finalisti e non, vincitori e non, insomma tutti coloro che hanno speso il loro tempo ed energie mentali nella stesura di un racconto a prescindere dal piazzamento conseguito. Siamo certi che i tutti gli autori/autrici avranno modo di fare di meglio nel corso della prossima edizione mentre esortiamo i non finalisti a non smettere di scrivere … e chissà che l’edizione 2025 non sia loro benigna!?

A tutti gli autori/autrici permetteteci di dire semplicemente: grazie! Grazie per l’impegno e la passione dimostrata nel cimentarsi in una sfida non facile. Grazie per essere stati “dei nostri”, e per aver declinato a modo vostro il cielo, il volo e il mondo aeronautico in tutte le sue sfumature. Grazie davvero.

Naturalmente non possiamo fare a meno di congratularci con i vincitori e i finalisti tutti: bravi! Siamo fieri di voi!

Infine un grazie particolare ai cinque giurati e alle cinque giurate che si sono cimentate nel difficile ruolo di valutare i sessantasei racconti pervenuti in questa edizione da record.

Siamo certi che alcuni dei partecipanti non accetteranno di buon grado il responso della Giuria, tuttavia ci permettiamo di far notare loro che, in definitiva, la vera classifica verrà stilata dai lettori dell’antologia e il loro indice di gradimento dei testi farà davvero la differenza.

Rimandiamo infine al prossimo comunicato, emesso a brevissimo, con le indicazioni circa la premiazione che, come già anticipato, si terrà domenica 6 ottobre 2024 alle ore 11 e 30 presso il Museo Caproni di Trento.

A tutti i gli autori/autrici … auguriamo il nostro più sincero “in becco all’aquila”.

La Segreteria del Premio



Per qualunque comunicazione: raccontitralenuvole@gmail.com



RACCONTI TRA LE NUVOLE – FINALISTI XII EDIZIONE

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XII edizione Premio letterario “RACCONTI TRA LE NUVOLE”



COMUNICATO STAMPA

nr 7 del 01 agosto 2024



L’HAG (Historical Aircraft Group) e VOCI DI HANGAR, organizzatori del Premio con il supporto insostituibile dell’ADA (Associazione Donne Pilota) e il sostegno di VR Medical e della FISA (Fondazione Internazionale per lo Sviluppo Aeronautico)  sono lieti di annunciare i 20 racconti finalisti della XII edizione del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE.

Prima però permetteteci  di ringraziare gli autori e le autrici che si sono cimentati/e nella stesura di un racconto a tema aeronautico. Grazie a tutti/e. Purtroppo molti di loro non vedranno comparire il titolo del loro racconto nella lista poco più in basso,  tuttavia li/e esortiamo a non deprimersi e non abbattersi: questa edizione è andata così … ma non più tardi della prossima avranno modo di dimostrare la bontà della loro tecnica narrativa o  la capacità di raccontare una vicenda d’effetto e così far parte dell’albo speciale dei finalisti del Premio. Grazie a tutti/e loro per aver aderito alla nostra iniziativa che – lo ricordiamo sempre – con il malcelato pretesto della competizione, intende stimolare la formula narrativa del racconto nonché la cultura aeronautica. 

Grazie, grazie, grazie. Senza tutti/e voi il Premio non avrebbe motivo di esistere. E non avrebbe neanche luogo.

Naturalmente un vigoroso ringraziamento va ai magnifici 10 giurati/e che anche in questa edizione si sono prestati a titolo squisitamente gratuito – togliendo tempo al lavoro, la famiglia e a i loro interessi – nella lettura di ben 66 racconti; alcuni brevi altri più lunghi, taluni leggeri altri ancora di lettura più impegnativa ma pur sempre s-e-s-s-a-n-t-a-s-e-i! Grazie di cuore a tutti i giurati/e.

Ma non intendiamo dilungarci oltremodo. Dati statici, curiosità e aneddoti nei prossimi comunicati stampa.

Una precisazione: l’elenco dei 20 finalisti è in ordine alfabetico di racconto, tolto l’articolo o la particella pronominale presente nel titolo; esso non costituisce la classifica finale ma solo l’elenco dei racconti che i giurati/e hanno ritenuto meritevoli di accedere alla finale del Premio.

Ebbene i racconti finalisti e i loro autori/autrici sono:



– L’ALIANTE SVANITO – Vito Grisoni

– IL BOMBARDIERE – Alberto Alparone

– UNA CORSA CONTRO IL VENTO – Giacomo Dal Col

– DIZZY MISS LIZZY – Massimo Conti

– ERA QUELLO ANCORA VOLARE? – Vito Carnimeo

– GINO BATTISTINI – Marco Benedet

– I-MODJ – Simone Baldecchi

– L’ISTANTE PERFETTO – Stefania Granata

– LAS MALVINAS SON ARTGENTINAS – Gianvincenzo Cantafora

– MISTER BRIDGE IN VOLO PER LA LIBERTA’ – Carlo Migliavacca

– NON C’E’ DUE SENZA TRE – Giancarlo Gusso

– QUARANTATRE BIPLANI SULLE ALI

– RONDINE – Federica Merlo

– RESURREZIONE – Laura Gallo

– SCINTILLE DI LUCE RIFLESSA – Rossana Cilli

– IL SOGNATORE – Ersilia Torello

– IL SOGNO PIU’ DOLCE – Nazarena De Angelis

– L’ULTIMA SCALATA – Alessandro Magistri

– VENT’ANNI DI CIELI D’ACCIAIO – Rodolfo Andrei

– VERSO LE STELLE NONOSTANTE TUTTO – Gaspare Benenati



Grazie a tutti/e loro per averci inviato le loro composizioni, grazie per aver speso tempo e risorse fisiche e mentali nella loro stesura.

Ci congratuliamo con loro e li/e preghiamo di attendere qualche giorno ancora per conoscere la classifica con il racconto vincitore della XII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE nonché del Premio speciale VR MEDICAL e il Premio speciale ADA.

Appuntamento al 15 agosto 2024.

Per l’intanto buona estate rinfrescato da una buona lettura dal sapore aeronautico.




Per qualsiasi informazione:

www.raccontitralenuvole.it




RACCONTI TRA LE NUVOLE – boom XII EDIZIONE – 2024

COMUNICATO STAMPA

nr 6 del 11 giugno 2024

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E’ con malcelata soddisfazione che

l’HAG (Historical Aircraft Group) e VOCI DI HANGAR

sono lieti di annunciare che la XII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE ha fatto letteralmente boom! Anzi 66 boom!

Sono infatti ben 66 i racconti che partecipano all’edizione 2024 del Premio, sezione “aquile”, record assoluto tra tutte le edizioni precedenti.

Naturalmente non possiamo anticipare nulla a proposito del contenuto dei racconti salvo che, al momento, sono al vaglio della preziosissima Giuria quest’anno più che mai variegata e nutrita in quanto composta – altro record assoluto – da ben 12 membri, sia di sesso maschile che femminile, provenienti dal mondo aeronautico come pure della cultura, il giornalismo e l’editoria in genere.

Purtroppo rimane il rammarico per i ben 7 racconti esclusi dal Premio in quanto non conformi al bando del Premio e che, suo malgrado, la Segreteria non ha potuto validare e dunque inoltrare alla Giuria. Ciò significa che, per alcuni versi, il regolamento non è del tutto intellegibile ma anche che alcuni autori/autrici, pur di partecipare, hanno prestato poca attenzione alle regole assolutamente elementari del Premio.

Ne siamo dispiaciuti e ci ripromettiamo di fare di meglio affinché, già a partire dalla prossima edizione, tutti i racconti possano essere verosimilmente validati.

In particolare alcuni autori/autrici hanno inviato favole/fiabe anziché racconti e dunque non accettabili ai fini del Premio.

Non cesseremo mai di ricordare – a costo di apparire noiosi – che a RACCONTI TRA LE NUVOLE possono partecipare solo e unicamente racconti.

Altri autori/autrici hanno invece fornito dei testi che nulla avevano di aeronautico mentre altre/i ancora hanno fornito un testo di lunghezza enormemente maggiore rispetto a quella massima prevista.

Permetteteci una lode a coloro che hanno rielaborato il testo per rientrare nei canoni previsti da regolamento dimostrando capacità e soprattutto umiltà nell’accettare la posizione inflessibile della Segreteria.

Tra gli autori e le autrici partecipanti di questa edizione si annoverano amici e amiche che abitualmente partecipano al Premio, altri/e che non partecipavano da anni e che dunque abbiamo piacevolmente ritrovato, altri/e ancora che sono alla loro prima esperienza con la nostra iniziativa. Lieti di ricevere tutti i vostri testi, indistintamente.

Come da tradizione, non è mancato il racconto ricevuto dalla Segreteria a ridosso degli ultimi minuti utili per l’invio, mentre l’attaccamento alla propria creatura narrativa è stata testimoniata anche in questa edizione dall’invio di ben 9 racconti nell’ultimo giorno possibile.

In verità 2 racconti in particolare hanno fatto penare non poco la Segreteria giacché per il primo il file contenente il testo era del tutto illeggibile e il suo autore era pressoché irraggiungibile, per il secondo l’autore si è visto costretto a una drastica riduzione delle battute in quanto in numero superiore alle massime previste … peccato che fosse in viaggio e ha potuto provvedere alla riduzione solo in extremis.

Dal punto di vista statistico possiamo rivelare che sono stati 37 gli autori partecipanti e purtroppo solo 27 le autrici. Inoltre un solo autore ha inviato due racconti e anche una sola autrice fra tutte ha raddoppiato le sue opportunità di partecipazione inviando due racconti.

Il più giovane? Un autore dodicenne. Il più anziano? Un giovane ultraottantenne!

Ciò premesso non ci resta che ricordare ad autori/autrici partecipanti l’appuntamento fissato al 01 agosto 2024; in occasione di questa data verranno proclamati i 20 racconti finalisti.

Per quanto riguarda invece la premiazione, confermiamo che si terrà – lo ricordiamo a beneficio di chi vorrà partecipare, anche a prescindere dal risultato conseguito – a Trento domenica mattina 6 ottobre alle ore 11 presso la sala convegni del Museo Caproni sito all’interno dell’aeroporto di Trento.

La Segreteria del Premio, a beneficio di autori e autrici fuori sede, sta organizzando presso l’Hotel Flybike (che si trova all’interno dell’aeroporto di Trento, adiacente al Museo) :

  • il pernottamento a prezzo agevolato la notte tra sabato 5 e domenica 6 ottobre,

e presso il ristorante del medesimo Hotel Flybike un:

  • pranzo conviviale al termine della premiazione con menu fisso a prezzo agevolato, domenica 6 ottobre,
  • cena a menù e prezzo aperto, sabato 5 ottobre

cui parteciperanno tutti i membri della Segreteria e alcuni/e della Giuria.

In entrambe i casi sarà l’occasione per fraternizzare, scambiarsi impressioni e pettegolezzi, insomma per chiacchierare amabilmente di aviazione e letteratura davanti a un pasto succulento.

Si accettano adesioni preliminari contattando la Segreteria all’indirizzo e-mail abituale.

Infine la Segreteria sta organizzando (se verrà raggiunto un numero congruo di richieste) un pulmino a 9 posti che raggiungerà Trento nella giornata di sabato con partenza da Roma/Rieti passando per Forlì o altre località in traiettoria. Il tutto a prezzo concordato che prevederà i costi di noleggio, carburante e pedaggio autostradale. Autista omaggio.

Anche in questo caso si accettano adesioni preliminari contattando la Segreteria all’indirizzo e-mail abituale.

Nel frattempo auguriamo a tutte le autrici/autori partecipanti una piacevole estate e rinnoviamo loro il nostro proverbiale “in becco all’aquila”.





Per qualsiasi informazione:

www.raccontitralenuvole.it

www.vocidihangar.it





Oppure contattateci all’indirizzo e-mail:

raccontitralenuvole (chiocciola) gmail.com





NOTA all’immagine di copertina.

Un’anatra produce il classico cono del boom sonico visualizzato dalla condensazione dell’umidità dell’aria. Si tratta dell’abile fotomontaggio di un famosissimo scatto in cui è ritratto un F/A F-18 Hornet statunitense. Lo stesso boom che ha compiuto la XII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE.

In un periodo di grande tensione internazionale e di rinnovata corsa agli armamenti ci piace pensare che sia un’anatra a volare oltre la velocità del suono anzichè una macchina volante da guerra (foto proveniente da www.flickr.com)

RACCONTI TRA LE NUVOLE – ATTERRAGGIO XII EDIZIONE – 2024

COMUNICATO STAMPA

nr 5 del 01 giugno 2024

Logo Racconti Tra Le Nuvole

        



L’HAG (Historical Aircraft Group) e VOCI DI HANGAR

 

sono lieti di annunciare che, dopo un lungo volo iniziato il 1 marzo 2024, la XII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, “sezione aquile” è felicemente atterrata.

Purtroppo non ci è ancora dato sapere il numero di racconti inviati alla Segreteria del Premio e conformi al bando di concorso giacché alcuni sono giunti a ridosso del termine ultimo di scadenza e dunque ancora da verificare e validare. Sarà nostra premura dichiarare tale numero in occasione del prossimo comunicato nonché alcuni dati statistici e/o spigolature varie.

Nel frattempo i giurati/e provvederanno a svolgere il loro difficilissimo compito: auguriamo loro una buona lettura e una valutazione secondo gusto e coscienza. Siamo certi che faranno tutti/e del loro meglio.

Per gli autori/autrici partecipanti l’appuntamento è fissato al 01 agosto 2024; in occasione di questa data verranno proclamati i 20 racconti finalisti.

Per l’intanto auguriamo loro una piacevole estate e il nostro proverbiale “in becco all’aquila”.





Per qualsiasi informazione:

www.raccontitralenuvole.it

www.vocidihangar.it





Oppure contattateci all’indirizzo e-mail:

raccontitralenuvole (chiocciola) gmail.com