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Recensioni dei racconti degli autori.

Cronache interplanetarie

Nel dicembre 2017 tutti i mezzi d’informazione hanno concesso un notevole risalto alla notizia secondo cui la NASA, a mezzo del portentoso telescopio orbitale Kepler e di un mirabolante sistema di interpretazione dei dati rilevati, avrebbe avvistato un sistema solare del tutto simile al nostro, ossia dotato di un Sole e otto pianeti orbitanti attorno ad esso tra cui – almeno uno – forse capace di ospitare delle forme di vita così come la intendiamo noi.

Ecco come apparirebbe il nostro pianeta ad un potenziale osservatore esterno. Casualmente vedrebbe alla sua sinistra una magnifica terra emersa dalla singolare forma di stivale chiamata “Italia” mentre n basso non potrebbe fare a meno di notare uno strano agglomerato di scatole metalliche e pannelli riflettenti che prendono il nome di ISS – International Space Station o semplicemente Stazione Spaziale Internazionale

E in questo – penserete voi – nulla di sconvolgente, fatto salvo che il sedicente sistema planetario si troverebbe ad una distanza inimmaginabile secondo le unità di misura terrestri. Si parlava di alcune migliaia di anni-luce: praticamente irraggiungibile con gli attuali sistemi di propulsione aerospaziali.

Per quanto ci riguarda – intesi come Redazione di VOCI DI HANGAR – la questione ci è subito apparsa ancora meno sconvolgente in quanto, già a settembre dello stesso anno, un partecipante della V edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole” di cui – lo ricordiamo – il nostro sito è uno degli organizzatori, ci aveva già preannunciato l’esistenza del pianeta UNO nonché di una civiltà ivi residente addirittura più tecnologica della nostra. E questo alla faccia della NASA e a dispetto del costosissimo telescopio Kepler o dell’intelligenza artificiale ad esso associata.

Ecco come apparirebbe ad un eventuale osservatore interplanetario la semiala di un aeroplano in restauro da parte di un invasato soco dell’HAG. Roba dell’altro mondo!

Ed ecco come apparirebbe, spendendo centinaia di ore di lavoro, la fusoliera di un glorioso Stinson L5-Sentinel durante un restauro radicale. Viene davvero da pensare: sono proprio alieni questi piloti dell’HAG!

Noi, con pochissima o nulla spesa, grazie a quel mostro di veggenza visionaria di Vito Grisoni – così si chiama il nostro scrittore -, sapevamo già tutto. Anzi sapevamo molto di più perché il nostro Vito ha redatto nientemeno che delle “Cronache interplanetarie” in cui ci spiega come gli abitanti di UNO ci osservino già da tempo, di quanto siano curiosi di fronte al grande spettacolo costituito dall’umanità e dai suoi molteplici singolari comportamenti.

Insomma – la NASA non ce ne voglia – ma a noi, per giungere su Keplero 90 – così è stato battezzato il lontanissimo sistema planetario – è stato sufficiente leggere il racconto anziché viaggiare nello spazio per diversi miliardi di miliardi di chilometri!

A parte gli scherzi, contrariamente a quanto lascia presagire il titolo, queste “cronache interplanetarie” non hanno nulla a che vedere con quelle ben più blasonate di Asimoviana memoria (Cronache della galassia). Il nostro affezionato Vito ci ha infatti regalato un breve testo, leggero, piacevole, scritto in modo disinvolto e che vuol essere il pretesto per additare taluni vezzi ma anche talaltri malcostumi di cui il genere umano è depositario. Vezzi e malcostumi che saltano agli occhi specialmente ad un probabile osservatore esterno, magari proveniente appunto dal pianeta UNO.

In realtà, il tema aeronautico è presente in modo davvero marginale e – non a caso – la giuria ha pesantemente penalizzato questa composizione non ritenendola meritevole di accedere alla fase finale del Premio tuttavia, l’autore ha tentato di porre in risalto l’insano entusiasmo che anima certi sedicenti piloti – pochissimi in verità – nel restaurare e poi far volare antiche macchine volanti, cimeli di un’aviazione terrestre ormai datata. Praticamente il ritratto dei piloti dell’HAG! HAG che – lo ricordiamo – è l’associazione italiana composta proprio da piloti che riportano in condizioni di volo i velivoli storici più disparati e che – casualmente – assieme al nostro sito, è l’altro organizzatore del Premio letterario “Racconti tra le nuvole”. In altre parole: un racconto scritto su misura dell’HAG,

In verità le nostre “cronache” diventano addirittura goderecce quando mostrano anche qualche sfumatura di nero, di grigio, di rosso o di fucsia – se lo preferite – in quanto riportano, sempre secondo il racconto del famoso osservatore del pianeta UNO, le prestazioni coniugali nonché extra coniugali di un maschio terrestre preso a campione.

Per il resto, sebbene l’invenzione narrativa non sia proprio originale, consente all’autore di additare nefandezze molteplici e comportamenti miserabili di cui l’umanità non può certo esserne fiera. Inoltre – diciamolo chiaramente – appare come un’occasione mancata dal punto di vista squisitamente letterario. Forse per l’eccessiva brevità, forse per il tentativo – peraltro assai difficile – di dare un taglio aeronautico/aerospaziale che lo rendesse pertinente al tema stringente del Premio. E sì che il notevole numero di battute ammesse dal bando di concorso avrebbe consentito all’autore di dare corpo e spessore al racconto che – lo ripetiamo a scanso di fraintendimenti – risulta comunque godibile.

Lo Stinson è stato finalmente restaurato ed è in volo assieme al suo figliolo prediletto:  un Cessna L19 Bird Dog.

In definitiva un racconto da leggere anche per riflettere su ciò che siamo come genere umano, che strappa un accenno di sorriso in alcuni punti e produce una sensazione agrodolce in altri cui – ci auguriamo – Vito Grisoni vorrà dare un seguito … perché questo – in fin dei conti – potremmo considerarlo a tutti gli effetti un “pettegolezzo interplanetario” più che delle vere e proprie “cronache interplanetarie”. Con grande pace del il grande Isaac Asimov, buonanima. 


Narrativa / Medio – Breve Inedito;

Ha partecipato alla V edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole” – 2017;

In esclusiva per “Voci di hangar”

La fortezza in fondo al mare

Tempo di guerra, in Corsica un giovane pescatore ritornato dalla prigionia dell’Africa del Nord, vede una “Fortezza Volante” davanti all’altra “fortezza”, la Cittadella di Calvi, in pericolo di morte e salva l’equipaggio.

Ci sarà tra Ange, il pescatore, e il comandante una vera esperienza di vita.

Una foto d’epoca: formazione di Boeing B-17 Flying Fortress – Fortezza Volante – che costituivano il 381mo Gruppo in volo. Sono accompagnate da un caccia Mustang P51 (uno è visibile sullo sfondo) del 359mo Gruppo. Secondo la fonte dello scatto, certo tormentor4555 presente su Flickr, della formazione facevano parte il velivolo soprannominato: “Marsha Sue”, dismesso dopo un atteraggio pesante nel gennaio del ’45, “Patches,”, “Flak Magnet”, “Terror”, e “Trudie’s” . Chissà se si è mai appurato a quale reparto appartenesse il B17 di Calvi …

Sintetizza così, con queste poche righe, il proprio racconto una delle autrici più talentuose – lo ammettiamo senza riserva alcuna – e anche  più assidue nel partecipare al Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole”. Il suo nome? … Maria Teresa Limonta ma, per i veri amici,  semplicemente: “Mara”.

In occasione della V edizione, praticamente a ridosso della scadenza ultima di partecipazione, ecco che Mara, puntualmente, regala al Premio il suo “raccontino”, come ama chiamare tutte le sue composizioni.

La foto-cartolina che Mara ha regalato ai suoi affezionati followers. Ritrae la cittadella di Calvi che, fondata dai Romani, divenne insediamento cardine della Repubblica di Genova. Per la fedeltà dimostrata alla signoria genovese, la città ottenne dei privilegi e se ne fece un vanto al punto che il suo motto è proprio quello citato da Mara in coda al suo racconto.

In effetti si tratta di un racconto breve che, a giudicare dalle foto postate nella sua pagina personale, è nato a seguito della vacanza estiva di Mara in quell’angolo magnifico dell’Alta Corsica che ha, come perla incastonata nella costa, proprio la città fortificata di Calvi o Calvì – alla francofona – secondo il costume moderno.

Una splendida immagine di una “Fortezza Volante” in volo. Si tratta del velivolo denominato: “Menphis Belle”, il famoso B17 reso famoso dall’omonimo film di cui fu protagonista. In realtà la pellicola girata nel 1990 si concesse un po’ troppe licenze cinematografiche rispetto alla verità storica e, una volta nei cinema, provocò non pochi malesseri nei reduci ancora viventi e negli storici dell’aviazione USA. Anche il velivolo, per dovere di cronaca, è un altro B17 riadattato e verniciato come il glorioso “Menphis Belle” in quanto il bombardiere originale, a causa di una serie di vicissitudini, non sarebbe in grado di volare in sicurezza. E’ conservato, restaurato più volte, nel National Museum of the United States Air Force di Dayton – Ohio, mentre il suo clone se la spassa – si fa per dire – in manifestazioni aeree come velivolo volante o in mostra statica oltre – s’intende – ad essere stato inquadrato in lungo e largo durante le riprese del film.

Che Mara abbia visitato la presunta casa natale di Cristoforo Colombo non ne abbiamo la certezza, viceversa sappiamo per certo che sia venuta a conoscenza della presenza di un relitto aereo collocato sui fondali appena al largo dello sperone di roccia di Calvi. Ed ecco la scintilla! Perchè non parlare di quel bombardiere? Del dramma dell’equipaggio decimato dai caccia nemici? Dell’ammaraggo rocambolesco e del salvataggio provvidenziale dei pescatori locali? … fin troppo facile per Mara!

Un’altra bella immagine scattata in epoca moderna del B17 “Fortezza Volante” “Menphis Belle” con i portelloni del vano bombe semiaperti. Lo scatto mostra l’enormità di questo tipo di velivolo costruito complessivamente in 12 mila e 731 esemplari dall’industria bellica statunitense.

Ne è scaturito un racconto semplice, leggero che ha per protagonista un pescatore, Ange, anche lui reduce dalla guerra – ma nel deserto nordafricano – che non esita un istante a gettarsi tra i flutti per salvare i malcapitati aviatori.

Un racconto che si legge in un sospiro, tutto d’un fiato, che provoca il desiderio di vedere la foto-cartolina di Calvi e del B17, entrambe “fortezze”.

Ma noi faremo di più: ecco il link del video disponibile in rete proprio del relitto di Calvi: 

https://www.youtube.com/watch?v=-XsZAAN-Vxw

Tornando al racconto di Mara che dire? … se non chè è scritto con il garbo e la delicatezza ormai marchio di genuinità dell’autrice milanese. Forse troppo breve? Forse troppo poco aeronautico? Probabile, tanto che la giuria del Premio non lo ha ritenuto sufficientemente aderente allo spirito di racconto tra le nuvole tipico dei finalisti della sezione letteraria e dunque presenti nell’antologia relativa. Peccato per Mara, fortuna per noi che possiamo averlo ospite nel nostro hangar.

Grazie, Mara, per aver ricordato questa storia di guerra.


Narrativa / Breve

Inedito; ha partecipato alla V edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole” – 2017; in esclusiva per “Voci di hangar”

 

Il senso di Smilla per la neve

blanikNo, tranquilli! Siete ancora su VOCI DI HANGAR e il testo che state per leggere, benché il titolo evochi tutt’altro, è squisitamente a carattere aeronautico.

Sì, certo – direte voi – ma che c’azzecca un romanzo/film degli anni ’90 che ha per tema la neve con il mondo rumoroso degli aeroporti, dei piloti e delle macchine volanti? C’azzecca, c’azzeca … continuate a leggere!

Nell’ampio panorama delle discipline aeronautiche, il Volo a Vela è sicuramente tra le più singolari e dunque tra le più difficile da spiegare ad un profano. Se qualche curioso, il tipico “uomo della strada” o il classico bambino nell’età dei “perché” vi chiedesse cos’è il Volo a Vela, come si pratica, a cosa è utile e quali sono le peculiarità del volo in aliante … beh, non disperate: fornitegli il breve testo redatto da Evandro Detti e sarete certi di fare un figurone!

Ebbene sì: fornendo prova di una mirabile capacità sintesi e di una invidiabile dote di esemplificazione, il buon Evandro ci concede una nota informativa esaustiva ma non asettica che farebbe invidia a Wikipedia.

Per raggiungere lo scopo, il satanasso, ricorre a un geniale parallelismo proprio con la neve e con il libro/film di cui ripropone il titolo a mo’ di specchietto per le allodole.

D’altra parte il nostro Piero Angela del mondo aeronautico non è nuovo a simili imprese giacché, lo ricordiamo, a lui dobbiamo: il volume “Zingari del cielo“, il “Manuale di pilotaggio dell’aliante veleggiatore”, una serie di racconti dall’alto contenuto didattico (come “Tre ragazzini e un aereo“), e addirittura una romanzo (Avventure in punta di ali”, editore Logisma) che, sotto le celate spoglie di una favola, può considerarsi a tutti gli effetti un giocoso manuale di volo per bambini e non. Senza dimenticare, naturalmente, il volume a carattere giornalistico che ricostruisce e racconta le vicende di una figura di notevole spessore come quella del Comandante Cesare Carra (“Cesare Carra – Una vita troppo breve dedicata al volo“)

Che il nostro Evandro fosse incline al saggonto (il misto tra un saggio e un racconto) ne eravamo al corrente e gliene siamo grati … ma mai come in questa occasione, perché ci concede la possibilità di spiegare e di far capire l’universo Volo a Vela a chi non ha avuto la possibilità di leggere questo “pezzo” quando fu pubblicato anni fa in riviste specializzate oggi praticamente introvabili o collocato in un angolino sperduto nei meandri del world wide web.

Grazie Evandro! Grazie per il manifesto pubblicitario più indovinato del Volo a Vela.

Oh, naturalmente, sappiate che potremmo essere un pochino contrariati se, dopo aver letto l’articolo, vi sorgesse la voglia di uscire di casa e raggiungere una libreria/biblioteca anziché un aeroporto dove si pratica il volo in aliante. Non era quello lo scopo del saggonto! Certo, potrebbe costituire invece un parziale successo se, raggiunta la libreria/biblioteca, vi procuraste uno dei libri di Evandro. E comunque, anche qualora la vostra preferenza dovesse cadere sul libro di Peter Hoeg, “Il senso di Smilla per la neve” … beh, non ve ne vorremmo più di tanto. Perché la cultura è cultura, anche se non necessariamente aeronautica.


Pezzo giornalistico / Medio-breve

Edito


Mio nonno

liberator B24La II Guerra Mondiale raccontata dagli occhi di un reduce di guerra arruolato nella Regia Aeronautica grazie alla sua profonda passione per gli aerei.

A scavare nella sua memoria è Simona, la nipote ventiduenne, alla quale è affidato dal suo professore il compito di redigere una tesina sul conflitto più distruttivo della storia contemporanea.

Il protagonista del lavoro è proprio suo nonno e il suo importante vissuto bellico, fatto ancora una volta di aerei e campi di prigionia.


Narrativa / Medio-breve Inedito; ha partecipato alla IV edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole” – 2016; in esclusiva per “Voci di hangar”

Condividere il dolore

caccia con postbruciatoreDurante un turno di servizio in sala operativa Franco (Duty Controller) e Luigi (Fighter Coordinator) si scambiano alcune confidenze. In particolare, Luigi, colpito recentemente da una disgrazia familiare (la perdita prematura di una figlia) è sempre triste e sembra assente durante i suoi rapporti con gli altri. Quella sera però sembra pronto a parlare con Franco per condividere il suo dolore e dare uno sfogo alla sua situazione psicologica.

Mentre si trova al culmine del suo racconto, un evento operativo interrompe la forte condizione d’emozione venutasi a creare. La professionalità, però, prende il sopravvento e il racconto di Luigi sembra dissolversi nel cielo con gli intercettori fatti decollare per una missione operativa di riconoscimento di un velivolo civile non autorizzato a sorvolare lo spazio aereo Nato.

Alla fine, però, Luigi, pur stanco, sembra contento sia per la buona riuscita dell’attività operativa che per la possibilità che ha avuto di poter condividere il suo dolore con Franco. Prova ne è il complice scambio di sguardi, completato da un timido sorriso tra i due, mentre si avviano verso il parcheggio delle auto per fare rientro a casa dopo il lungo e proficuo turno di servizio notturno.



Narrativa / Medio-breve Inedito; ha partecipato alla IV edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole” – 2016; in esclusiva per “Voci di hangar”