Esame scritto d’italiano. Tema dell’esame maturità del ’87 (1900, beninteso).
Citazione di un certo Noberto Bobbio (prima d’allora, almeno per me, un perfetto sconosciuto).
Sulla base della citazione di Norberto Bobbio esprimere concetti e considerazioni personali.
Ancora oggi mi domando cosa diavolo m’inventai o che caspita di boiate scrissi … fatto è che, all’esame orale d’italiano, la professoressa della commissione esterna mi sorrise.
Che provenisse da uno dei più prestigiosi licei classici romani era certo mentre io, ancor più certo, ero un’insignificante studente di uno corso di costruzioni aeronautiche in uno dei più vecchi (e disastrati) istituti tecnici statali romani.
“Il suo tema “ mi disse compiaciuta “è ottimo, il migliore del corso … e sa perché?”
“Perché?” le domandai come un babbeo.
“Perché mi sono riposata.”
All’inizio non compresi cosa intendesse dire; provò a spiegarmelo ma, onestamente, ero troppo preso dalla prova orale per darle ascolto.
Ebbene, seppure alla distanza siderale di tanti anni, quando ho letto il racconto di Davide Gubellini è nato in me lo stesso stato emotivo, ho provato la stessa sensazione che provò l’insegnante di allora. Giunto all’ultima riga ho esclamato: “Che riposante!”
Intendiamoci: la VI edizione del Premio RACCONTI TRA LE NUVOLE ci ha regalato delle splendide composizioni – le migliori di sempre, almeno a detta dell’editore – sebbene intricate, pregne di dettagli e di minuti indizi narrativi. Sono stati numerosi i testi lunghi e articolati (per non dire intricati) con finali pirotecnici e personaggi di grandissimo spessore storico. Potrei spendere diversi aggettivi a proposito dei racconti presenti all’interno dell’antologia 2018 … tutti fuorché riposanti.
“Di padre in figlio”, questo il titolo del racconto incriminato è invece davvero “riposante”.
Così l’autore riassume il suo racconto:
“I1 servizio militare in Aeronautica é stato per Gabriele una scuola di vita.
Quasi trenta anni prima, anche il suo babbo Giancarlo assolse gli obblighi di leva in Aeronautica, imparandone un mestiere.
Il racconto descrive questo percorso condiviso, partendo dalla comune passione per il volo e il cielo in particolare. Al punto da divenire l’elemento caratterizzante i1 rapporto tra due generazioni.”
Il contenuto è di chiara matrice autobiografica mentre i protagonisti sono anticipati dal titolo. L’ambientazione è contemporanea; la trama si sviluppa su un solo piano narrativo ed è davvero priva di qualunque sussulto. Salvo il flashback iniziale, è assolutamente lineare.
La prosa è fin troppo giornalistica, di una semplicità esemplare che rasenta quella infantile sebbene sintassi e grammatica siano rispettate in modo invidiabile.
Dalle note biografiche dell’autore comprendiamo il suo stile essenziale e il suo narrare senza orpelli: egli è un giornalista pubblicista iscritto all’albo dei giornalisti da diversi anni e ha all’attivo alcuni libri di storia economica.
Certo il suo scrivere somiglia più ad un’autobiografia che a una composizione in cui, da regolamento, si può dare libero sfogo alla più sfrenata fantasia purché incanalata nell’ambito aeronautico; certo da Davide ci saremmo aspettati qualcosa di più, qualcosa di più ardito e originale, tuttavia siamo fiduciosi che, dopo qualche “rullaggio” incerto, saprà stupirci nella prossima edizione del Premio.
Anche perché, ad onor di cronaca, la giuria della VI edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE, non ha ritenuto meritevole “Di padre in figlio” di accedere alla fase finale relegandolo al XXI posto assieme a tutti gli altri non finalisti. D’altra parte, considerata la caratura media dei racconti finalisti – elevatissima -, sarebbe stato impensabile un risultato diverso.
Egoisticamente, a noi, questo risultato apparentemente sconfortante, giova in quanto ci consente di ospitarlo nel nostro hangar, convinti che si tratti solo il simulacro di un velivolo con ambizioni ben più stupefacenti, sicuramente da modificare e rendere volante.
Siamo infatti certi che Davide Gubellini sia in grado di scrivere col cuore e con la fantasia oltre che con il piglio e la schiettezza del giornalista, dunque, per il momento ci accontenteremo di un racconto “riposante” poi, siccome è conclamato che le vie del cielo siano infinite, confidiamo che anche quelle della creatività lo siano. Messaggio ricevuto, Davide?
Recensione a cura della Redazione
Narrativa / Breve
Inedito;
ha partecipato alla VI edizione del Premio fotografico/letterario “Racconti tra le nuvole” – 2018;
§§§§ in esclusiva per “Voci di hangar”§§§
NOTA: la foto di copertina ( di Henry Ryder su Flickr.com) ritrae lo splendido P-38F-5G basato a Salisburgo e che è anche l’unico P-38 volante in Europa; è stato acquistato anni fa dalla Reb Bull e sottoposto ad un mirabile restauro che l’ha riportato agli antichi splendori; da allora vola con i Flying Bulls e partecipa ai diversi saloni dell’aria o manifestazioni aeronautiche in giro per il continente europeo. Tirato inverosimilmente a lucido è davvero unico al mondo, anche in considerazione del fatto che di P-38, nel mondo, non ce ne sono di così belli e così ottimamente mantenuti