Vagavo senza meta. Fui dapprima uno sciuscià e poi un giovane bruciato. Ma presto mi crebbero i capelli e presi a fumare coi figli de’ fiori. “We shall overcome” Suonavo la chitarra e cantavo con Joan Baez e Bob Dylan. “Blowin’ in the wind” Ma nel cuore c’eri solo tu. Unico amore della vita mia. Vagai a lungo finché … …oltre il limite della fantasia, quando il sogno si congiunse col cielo, ti trovai. Vestita di rosso con rintocchi d’avorio. Dalle gambe snelle e forti. Le braccia lunghe e spiegate come eleganti ali affusolate. La linea armoniosa. Mi fermai ad ammirarti con l’emozione d’un bimbo che scopre il suo primo regalo col cuore battente. Quando tornai in me ti girai attorno per mangiarti con gli occhi. E quando ritrovai coraggio m’avventurai più vicino per guardarti il grembo. Caldo e accogliente. E morbido al contatto. Nonostante mi sentissi indegno anche solo di sfiorarti, tremante m’avventurai dentro di te. Restai in estasi per infiniti istanti. Finché compresi d’esser l’unico pilota che tu aspettavi da sempre. Sentii d’esser giunto alla meta. D’esser diventato un uomo. “How many roads must a man walk down Before you call him a man? Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail Before she sleeps in the sand? Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly Before they’re forever banned? The answer, my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin’ in the wind”. Fu così che ruppi ogni indugio e decisi d’avviare la tua elica mordente. Ci levammo in volo dopo una breve corsa sul prato. Salimmo insieme nel blu per dipingere il cielo di figure superbe con le tue ali di sogno. Di rosso e d’avorio. Docilmente rispondesti ai comandi come se io e te fossimo il risultato di un’unica colata d’affetto fusa insieme da un abbraccio caldissimo e solenne. Un piccolo tocco sulla cloche per cabrare fino a bucare il cielo. Cloche alla pancia e piede destro a fondo corsa per entrare in vite e scendere girando allegramente fino a sfiorare le cime degli ulivi. “How many times must a man look up Before he can see the sky? Yes, ‘n’ how many ears must one man have Before he can hear people cry? Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows That too many people have died? The answer, my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin’ in the wind”. Rimessa e motore avanti per passare sugli alberi e riguadagnare velocità. Io e te insieme verso l’ultima barriera. Oltre la fantasia. Un looping a bassa quota con chiusura a pelo di suolo. E finalmente esausti, dall’altezza di tangenza, t’accelerai da capogiro per portarti giù in picchiata verso un orgasmo celestiale. “How many years can a mountain exist Before it’s washed to the sea? Yes, ‘n’ how many years can some people exist Before they’re allowed to be free? Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head, Pretending he just doesn’t see? The answer, my friend, is blowin’ in the wind, The answer is blowin’ in the wind”. Cantai e volai a squarciagola mentre il vento soffiava e scriveva la storia dell’artista con le ali. Accadde lassù, nel profondo blu del cielo azzurro di marzo. Ai confini della mente, al di là dell’ultima barriera.
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Mario Trovarelli |