Intervista ad Arianna Bettin





Il suo racconto “L’uomo delle mongolfiere” non è il vincitore della XII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE.

E non è neanche tra i venti racconti finalisti che troveremo all’interno dell’antologia del Premio.

Eppure … ci ha colpito per sua semplicità geniale, ci ha così piacevolmente ammaliato per la sua capacità evocativa che … è stato più forte di noi: abbiamo commissionato al nostro servizio d’intelligence di sequestrare la sua autrice per interrogarla a fondo, anzi nel profondo fondo!

Questo è il verbale del suo interrogatorio.


Bettin Arianna, lei è davvero l’autrice del racconto “L’uomo delle mongolfiere”? Confessi!

Lo confesso

Anzitutto si presenti. Si guardi allo specchio e si descriva. Prima di truccarsi, s’intende.

La scrittrice a New York, precisamente nel quartiere chiamato “Dumbo”. Ci ha confessatro che: “In un quartiere con questo nome ci si può presentare solo vestiti a tema cartoon/fumetti, no?” Ha poi aggiunto: “Questa in particolare era la mia settima volta a New York: continuo ad andarci sperando di incontrare le Tartarughe Ninja ma finora non ho avuto successo.” Facciamo il tifo per lei!

In realtà mi trucco poco perché sono bellissima (e modesta) già così … 😆

Occhi scuri, capelli scuri, carnagione che non ha niente a che vedere con la nobiltà ottocentesca. In base alla parte del mondo in cui mi trovo vengo apostrofata come mediorientale, portoricana o brasiliana. Un cucciolo meticcio, insomma …

La sua biografia è un po’ anoressica. Un tentativo di depistaggio, è chiaro! Cominciamo dal cognome … l’intelligence ci dice essere tipicamente siculo, mentre il nome certifica che non perde mai il filo. E’ così?

Mi hai scoperta! Ebbene, sono veneta. Con una spruzzata di croato, narra la leggenda. E confermo che non perdo mai il filo…

Preferisco che siano i miei personaggi e la mia storia a parlare per me. E’ innegabile che nelle nostre parole mettiamo sempre una parte di noi, e io sono sempre molto presente tra le righe.

Non si chiede mai l’età a una gentildonna ma, giusto per non passare da pedofili, ella è maggiorenne?

Sembra che io dimostri una decina d’anni in meno. Non dirò altro se non in presenza del mio avvocato.

Bene, abbiamo appurato che è lei è nata negli anni ’80. Ora le chiedo: a parte la sua persona, cosa resterà degli anni ’80? Non può rispondere Raf!?

Nulla, mi auguro, per quanto riguarda la moda. Io ero piccola – ovviamente – ma la ricordo e ne sento parlare come una decade di spensieratezza. Sarebbe bello rimanesse un po’ di leggerezza, come con le mongolfiere.

Ah, guarda caso il suo racconto s’intitola “L’uomo delle mongolfiere” … ma “l’uomo del cuore” l’ha già incontrato? Se sì, in quale negozio? Lo chiediamo per aggiungerlo al verbale …

Se l’ho incontrato ero probabilmente distratta a fare altro.

Ha 40 parole per fare la sintesi del tuo racconto. Non bari perché le conto! E non sia reticente …

E questa chi è? Non sia reticente! “Veramente … sarei io a nove anni, a cavallo: la mia grande passione da sempre. Quando mi si chiedeva cosa avrei fatto da grande rispondevo: sarò la prima donna a correre il Palio di Siena. Ovviamente non è mai successo, e ho anche riconsiderato il Palio nel corso degli anni. Ma l’amore per i cavali è rimasto inalterato nel tempo. Tanto che la foto in basso mi ritrae in Trentino, mentre mi cimento con la monta western scoprendo che non fa per me, e cerco di convincere Django (il cavallo) che, per quanto sia avvezza ai voli dalla sella, preferirei mantenere la mia carriera nel pre agonismo … pertanto non è necessario volare anche nel burrone.”

Arianna Bettin e il cavalloUn negozio, un vecchio artigiano e una giovane ragazza. Quella che sembra una normale transazione diventa una lezione di vita. Perché la meraviglia si nasconde nelle cose più piccole, e ogni incontro ci permette di crescere, se solo lo vogliamo.

Ora la sottoporrò a un test.

Deve raggiungere il Giappone. Ha quattro possibili soluzioni. Ci va utilizzando:

1) La mongolfiera del “Giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne

2) Il pedalò del “Bagno 31” di Rimini

3) Il teletrasporto dell’astronave Enterprise

4) Lo SVA-5 di Ferrarin appena restaurato.

Ah, breve nota a margine: Ferrarin non era il figlio minore di Enzo Ferrari.

Scelgo la #3 senza esitazione. In effetti continuo a chiedermi perché il teletrasporto non sia stato ancora inventato …

Va bene … la nostra intelligence ha scoperto che il negozio in cui si svolge il suo racconto esiste davvero … c’è mai stata? Si ricorda quanto costa una mongolfiera? E non menta al ribasso!

Ho scoperto dell’esistenza di questo negozio grazie a voi. La mia storia nasce dall’incontro ad una fiera dell’artigianato con il signor Roberto Fiorin, un paio di anni fa. Il signor Roberto non è vecchio quanto l’artigiano del mio racconto, ma come lui possiede un’immensa saggezza e una fiducia smisurata nei confronti del prossimo. E’ una di quelle persone con cui condividi pochi minuti della vita, ma te le porti dietro per sempre. E magari le catapulti in un racconto.

Arianna Bettin giapponese
Bettin Arianna, ma è proprio sicura che questa fosse lei? “Certo che sono io! Qui faccio cosplay, vestita da Miko giapponese.” Continuiamo a non capire: Ci spieghi. “Ho cominicato con il cosplay solo negli ultimi anni, nonostante il Giappone e la sua cultura siano da sempre uno dei miei grandi amori. Nella foto in questione mi diletto nel cosplay di Kikyo, una sacerdotessa dell’epoca Sengoku, coprotagonista di un manga che per quanto mi riguarda è il più bello di sempre, in quanto al suo interno racchiude tutte le cose importanti della vita: l’accettazione di sé, l’amore, l’odio, il rimorso, la crescita, il perdono, la comprensione dell’altro e del diverso, l’amicizia, il destino, l’andare contro al destino, le scelte che cambiano tutto, l’egoismo e l’altruismo, la brama di potere… tutto e molto altro condensato in una storia profonda e a tratti demenziale. Il manga in questione è Inuyash”. Tutto chiaro. Allora lo mettiamo a verbale!

Ah, quindi ammette la tresca con l’artigiano!? Apriremo un nuovo filone d’indagine … ma intanto risponda a questa domanda: la maggior parte delle donne sono convinte che gli uomini siano dei palloni gonfiati. Si è ispirata a questa certezza per la stesura del racconto?

Non direi. Ma è indubbio che nel mio racconto è la ragazza ad avere i “palloni”.

Domanda a bruciapelo: il generale Umberto Nobile le telefona e le propone di fargli da interprete durante una missione al Polo Nord a bordo del dirigibile Italia. Accetta?

Ho la valigia pronta!

Ci dica la verità: ha mai volato in mongolfiera? E a bordo delle lanterne?

Il volo in mongolfiera è sulla mia lista delle cose da fare. Non ho mai volato sulle lanterne, però mi sono lanciata con il paracadute e faccio moltissimi voli pindarici. Ultimamente il volo a cui mi dedico maggiormente è quello da cavalli in corsa. E non è mai volontario.

Uhmmm, risposta ambigua. Ne terremo conto!

Ci spieghi almeno questo: nelle mongolfiere l’abitacolo si chiama “cesta” … a salirci a bordo non si sente un po’ un serpente a sonagli? Ma soprattutto se qualcuno suonasse lo zufolo riuscirebbe a fare le movenze del rettile?

Ah… quindi sono l’unica che associa la parola “cesta” al picnic, alla raccolta dei funghi, e più in generale al cibo?

Non faccia la sciocca: non ce la racconta giusta! E allora si becca ancora un test.

E’ a casa e ti citofonano i fratelli Montgolfier. Le chiedono di collaudare la loro ultima invenzione. Risponde loro:

1) Non sono la zavorra di nessuno

2) Telefonate a Laika

3) Ingaggiate una pecora, un’oca e un gallo4

4) La vostra palla di carta non volerà mai

Sceglierei la risposta #1, anche se devo ammettere che la #3 li potrebbe aiutare nell’impresa.

Altra domanda a bruciapelo: nella vita quotidiana si sente più mongolfiera o più aeroplano?

Mi sento più il Pony 10 delle Frecce Tricolori: sempre un po’ dentro, sempre un po’ fuori …

“… confesso: qui ero al salone del libro di Torino dove sono stata invitata alla premiazione del primo concorso letterario a cui o partecipato. In quel caso sono arrivata in finale e il mio racconto è stato pubblicato in un’antologia. E già che c’ero ne ho approfittato per abituarmi all’idea che prima o poi sarò una dei grandi protagonisti del Salone 😆”. Sia messo a verbale: ogni riferimento a cose, persone e Premi letterari è puramente casuale

Ha dichiarato che adora i congiuntivi … solo perché hai discusso con i gerundi? Solo perché non crede nel futuro prossimo?

I congiuntivi sono gli eterni incompresi e bullizzati: mi fanno tenerezza.

Seeeee, vabbè …

Nel suo racconto ripeti più volte l’espressione di ”il ragazzo e tutto il resto” … scusi, ma cosa pensa che ci sia dentro a un ragazzo? E cos’è per lei “tutto il resto”? Ha problema con gli spiccioli?

Ahahahah! Ammetto che non amo i contanti.

Quando scrivo parto con un’idea, ma poi la storia prende vita e va dove vuole lei. Un po’ come le mongolfiere. Non so come sia nato il personaggio del ragazzo. Ad un certo punto me lo sono ritrovato lì, a contorno della protagonista.

Ah, dunque lei ammette che considera gli uomini come “un contorno” … e le donne sarebbero il primo piatto, eh?

Veramente …

Ok, non vogliamo entrare in questa storia torbida: lei, la protagonista, il ragazzo.

Risponda a un altro test.

L’intelligence ci dice che lei è amante dei viaggi. Stavolta deve raggiungere gli Stati Uniti. Ha sempre quattro possibili soluzioni di viaggio:

1) Il Titanic

2) L’Hindenburg

3) Lo Spirit of Saint Louis

4) Il Nautilus del Capitano Nemo

Cosa preferisce?

#5, Delta Airlines. Grazie.

Eh no, Bettin Arianna. La quinta risposta non è contemplata. Lei sta deliberatamente fuorviando le indagini. Faccia attenzione … riprendiamo l’interrogatorio.

Arianna Bettin a Osaka
Ricapitolando: lei è amante del Giappone e questa foto dovrebbe dimostralo? “Esatto! La vede? … beh, qui sono a Osaka che cerco di capirci qualcosa: è lì che ho capito che avrei dovuto fare qualcosa in merito alla mia conoscenza del giapponese. Alla fine sono riuscita a tornare a casa viva, con la grande consapevolezza che l’inglese non ti salva sempre e comunque 😇”

Il volo delle mongolfiere simboleggia un’esistenza vissuta a ritmi lenti ma anche in balia degli eventi. I suoi trisavoli erano di origini napoletane o messicane?

Arianna Bettin Appunti
E questi, ci vuol dare a intendere che dovrebbero essere appunti di giapponese? “E’ tutto vero, lo giuro. Visto che la vita non è abbastanza complicata ho deciso di complicarla ulteriormente frequentando dei corsi di lingua giapponese. La mia conoscenza della lingua è mooooolto limitata, ma ho imparato tantissimo sulla cultura e le tradizioni, che inevitabilmente sono legate a doppio filo alla lingua.” Ma perchè, l’italiano non le basta? 

Non che io sappia. Ma non mi illudo di sapere tutto.

Ancora reticente … va bene, tanto la sua posizione criminale si sta delinenado chiaramente. Le farò un ultimo test.

E’ a bordo di una mongolfiera assieme al segretario e ai giurati/giurate del Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE. Improvvisamente una fortissima discendenza rischia di farvi precipitare. Per alleggerire la mongolfiera chi butti di sotto?

1) Il Segretario (è davvero pesante!)

2) Tutti i giurati/giurate(perché non l’hanno premiata)

3) Si lancia fuori. Col paracadute.

4) Attiva il bruciatore a tutta fiamma, a costo di mandare a fuoco tutti

La risposta giusta è la #3. Un po’ per l’adrenalina del momento, un po’ perché ho molto altro da scrivere. Mentre sono in caduta libera urlo: “Lasciatevi portare dal ventooooooooo”

Basta! Non ne posso più … se ne vada! Ma non lasci il paese. Sappia che la terremo d’occhio e che, sulla base delle sue ammissioni, dovrà sicuramente riapparire davanti alla giuria della XIII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE.

Tempo marzo 2025 dovrà di nuovo testimoniare le sue doti narrative, intesi?

Intesi. 😆

Ah, un’ultima informazione: come si chiamava l’artigiano che crea le mongolfiere in terracotta dipinta? Fio …

Fiorin, si chiama Roberto Fiorin!

Ho capito! E mica dobbiamo fargli la pubblicità!? Roberto Fiorin. Vada, vada. E’ ancora qui? Vada dai suoi manga, vada!



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Intervista a cura del Segretario del Premio, didascalie sempre del Segretario (ma non ha altro da fare?).

In esclusiva per VOCI DI HANGAR

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