Nachthexen


Se il termine tedesco NACHTHEXEN non vi dirà praticamente nulla, siamo certi che, tradotto in italiano, la definizione “Streghe della notte” potrebbe evocare in voi ricordi più consistenti. Ma solo a condizione che abbiate letto almeno uno di questi due libri:

“Le streghe della notte. La storia non detta delle eroiche ragazze-pilota dell’Unione Sovietica nella grande guerra patriottica”

di Gian Piero Milanetti (pubblicato nel 2011) oppure:

“Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte”

di Ritanna Armeni (del 2018).

In questa immagine appare in tutto il suo splendore (si fa per dire) il Polikarpov Po-2, il biplano che fu utilizzato intensivamente tra le file dal 588° Reggimento da bombardamento notturno composto di sole donne. Costruito in più di 40 mila esemplari, il velivolo entrò in servizio alla fine degli anni ’20 e utilizzato praticamente ovunque nelle basi dell’Unione Sovietica per attività di addestramento e non solo. Prima dell’inizio della II Guerra Mondiale furono ritirati dalla prima linea in quanto ampiamenti obsoleti per poi essere miracolosamente riesumati specie a uso e consumo delle “Streghe” sebbene siano rimasti comunque in attività a tutti gli anni ’60 nei paesi filosovietici dell’Europa orientale. Fu soprannominato dai piloti russi Kerosinka (traducibile con un poco rassicurante nomignolo come “Lampada a cherosene”) per via della sua congenita vulnerabilità al fuoco (struttura in legno e tela) e la completa assenza di protezioni per il pilota/navigatore. Sottopotenziato (motore radiale con solo 115 cavalli) e con cabina rigorosamente aperta, fu utilizzato anche in Corea dove si fece beffa dei piloti statunitensi che, dotati dei velocissimi F-4 Phantom, non riuscivano a colpirli. Più o meno lo stesso problema in cui incapparono i caccia notturni della Luftwaffe tedesca che non riuscivano a inquadrarli facilmente e fare fuoco per abbastanza tempo su di loro a causa della notevole disparità di velocità. Il nemico principale dei PO-2 rimase perciò la Flak, la famigerata contraerea tedesca. Ne furono realizzate un’infinità di versioni e, come avrete facilmente immaginato, quello ritratto è un PO-2 moderno e restaurato come nuovo. Non male per una trappola volante del ’20. 1900. (foto proveniente da www.flickr.com)

In effetti questa è la dinamica in cui sono esattamente incappati i membri della Segreteria del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE (che organizziamo insieme ai nostri amici dell’HAG – Historical Aircraft Group)  quando hanno ricevuto il racconto di Diego Mascherpa intitolato appunto: ”Nachthexen”. Il tutto misto a un genuino stupore giacché, qualche giorno prima, avevano già ricevuto un altro racconto con un titolo ben più impegnativo ma fondamentalmente con lo stesso soggetto: ”Fratellanza – Sorellanza. Il 588° Reggimento da bombardamento notturno. Le streghe della notte” a firma di Gianvincenzo Cantàfora.

Ora, sebbene il libro di Milanetti ci fosse noto per vie traverse, quello di Ritanna Armeni ci è addirittura familiare in quanto ne ha curato la recensione la nostra redattrice Franca Vorano. Recensione che è ospitata in un angolino del nostro hangar all’indirizzo: Una donna può tutto.

La copertina del volume di Ritanna Armeni che, grazie a una lunga intervista concessa da una sopravvissuta che faceva parte del reparto, ricostruisce la storia delle “Streghe della notte”

E’ probabile che entrambe gli autori dei racconti abbiano letto l’uno o l’altro volume in quanto sono quasi gli unici pubblicati in lingua italiana sull’argomento tuttavia, mentre al racconto di Gianvincenzo Cantàfora è stato concessa l’opportunità di accesso alla fase finale del Premio (per poi classificarsi in XIV posizione ed essere pubblicato nell’ambito dell’antologia del Premio), quello di Diego Mascherpa non è stato valutato con la stessa benevolenza … ed eccolo ospitato nel nostro hangar. Per la nostra gioia e – ci auguriamo – anche per l’autore che, sebbene amareggiato per il modesto risultato conseguito in seno al Premio, godrà comunque della soddisfazione di vedere pubblicata digitalmente la sua ottima composizione.

“Streghe della notte”, dicevamo.

Una bella immagine risalente al 1944 che mostra una parte della linea di volo del reparto delle “Streghe” e due pilota nelle loro divise dell’epoca (foto proveniente da www.flickr.com)

Nella breve sinossi elaborata a cura dello stesso autore si legge:

Una ragazzina riflette sul proprio futuro negli anni ’60. Una eterna lotta tra convenzione ed emancipazione. Nei sogni a occhi aperti di questa ragazzina ci sono le gesta di aviatrici del passato, le così dette “Nachthexen” sovietiche.

In effetti raccontare “le streghe” con taglio divulgativo-giornalistico alla stregua di quanto già operato felicemente dal lodevole Gian Piero Milanetti, non avrebbe avuto granché senso (oltre che al limite del regolamento del Premio) … e forse è per questo motivo che Diego Mascherpa ha creato una storia di pura fantasia che vede quale protagonista un’adolescente in un periodo storico in cui le ragazze cominciavano a desiderare un futuro di cui potessero essere artefici esse medesime. Come appunto le famose “streghe” sovietiche. E avendole come fulgido esempio da emulare.

Siamo abituati alle foto che ritraggono piloti accanto ai loro velivoli, ugualmente non è raro incappare in scatti che immortalano le donnine discinte (le famose pin-up) dipinte mirabilmente sulle fiancate dei velivoli alleati, viceversa siamo molto meno abituati (anzi non lo siamo affatto) a vedere dei fotogrammi come questo che ritraggono i membri dell’equipaggio (pilota e navigatore/addetta alle bombe) di un Po-2: due sorridenti ragazze sovietiche in tuta di volo (foto proveniente da www.flickr.com)

Per dovere di storia editoriale, cronologicamente parlando, il primo libro in assoluto pubblicato nel nostro Paese a cura di Marina Rossi e intitolato: 

 Le Streghe della notte. Storia e testimonianza dell’aviazione al femminile in URSS. 1941-1945, 

risale solo al 2003 ma senza destare un particolare interesse nell’ambiente aeronautico e, purtroppo, anche in fatto di lettori. Prima di allora il nulla e dunque, in tutta onestà, immaginiamo che nel 1960 la vicenda delle Nachthexen fosse pressoché sconosciuta in Italia, anche se non è escluso che se ne favoleggiasse negli ambienti della sinistra italiana (Casa del Popolo, circoli culturali comunista, ecc ecc), specie nel Nord, ove sicuramente giungeva eco della propaganda politica sovietica.

Ad ogni modo, in un periodo – quello attuale – in cui gli adolescenti hanno perso un po’ la bussola (allo stesso modo di quanto accade alla protagonista) trarre esempio da personaggi storici così eroiche, vigorose, motivate come le “Streghe della notte” può essere più che mai utile se non addirittura salvifico. Oggi come allora, come pure domani.

Le “Nachthexen” difendevano il loro paese e partecipavano fattivamente allo sforzo bellico mettendo letteralmente a repentaglio la loro esistenza ogni volta che decollavano a bordo di velivoli vetusti, male in arnese, per nulla armati e assolutamente inadeguati all’ambiente glaciale delle lande sovietiche. Ne erano consapevoli? Certamente …  ma erano più forti i loro ideali e il desiderio di costruire il loro futuro. Di libertà, ovviamente.

La pilota del Polikarpov  PO-2 in secondo piano pianifica il volo che eseguirà nel corso della notte: recare scompiglio negli acquartieramenti dei reparti tedeschi di volo impedendo loro di dormire. La foto risale al 1942 e non è escluso che sia stata scattata a uso e consumo della propaganda sovietica (difficile immaginare che andasse in volo con tanto di medaglie appuntate sulla divisa). Rimangono comunque innegabili gli impressionanti dati statistici del reparto: circa 23.000 missioni effettuate, approssimativamente 3.000 ton di bombe sganciate, 31 “streghe” morte in combattimento e infine 23 “streghe” decorate con la Stella d’oro di eroe dell’Unione Sovietica (foto proveniente da www.flickr.com).

Certo, oggi non siamo in stato di guerra (grazie al cielo!) come lo erano le nostre eroine, tuttavia i valori di patriottismo, la difesa della libertà nazionale, personale, politica, religiosa, sessuale e culturale valgono oggi come allora nella lontana Unione Sovietica del conflitto mondiale.

Alla data odierna il mondo occidentale non vede di buon grado l’universo russo (e sottolineiamo russo, non sovietico)  – e ne ha ben donde, aggiungiamo con un certo rammarico – ma la storia è storia e nulla e nessuno ci potrà impedire di divulgare con obiettività e ammirazione le gesta tanto folli quanto eroiche delle donne sovietiche del 588° Reggimento da bombardamento notturno. Perché la storia non conosce colore politico o provenienza geografica. E se si tratta di un evento storico che merita di essere divulgato o del quale riteniamo debba essere mantenuta la memoria, allora non conosciamo barriere linguistiche o confini nazionali.

Tornando al racconto di Diego Mascherpa, la narrazione si limita inevitabilmente ad accennare un singolo episodio, una singola operazione al cardiopalma delle indomabili “streghe”. L’autore così lo sintetizza:

La copertina del libro di Gian Piero Milanetti che meglio ricostruisce, anche grazie al supporto di numerose testimonianze fotografiche, le vicende spesso dolorose ma eroiche delle Nachthexen

Negli anni ’40, tre “streghe” riflettono sulla vita mentre si apprestano ad attaccare un campo tedesco. L’attacco riesce, ma una di loro subisce danni e le altre due rischiano la vita pur di stare con lei nel bisogno.

E sarà pressoché inevitabile che:

La ragazzina degli anni ’60 userà questo come spunto di riflessione per il suo futuro.

Aggiungiamo di più: se ai lettori del racconto verrà sicuramente la voglia di approfondire le vicende del famigerato reparto da bombardamento composto da sole donne, ai noi ha instillato l’idea di fare delle donne in aero/astro nautica il tema suggerito della prossima edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE.

E poi dicono che le “streghe” sono pericolose!? Di più!



Narrativa / Medio – breve

Inedito

Ha partecipato alla X edizione del Premio letterario “Racconti tra le nuvole” – 2022


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