Paolo Vittozzi





Nasce nel 1954 a Roma sotto il segno della Vergine.

Già a 4 anni dice alla mamma sulla spiaggia che da grande sarebbe andato “laggiù”, indicando l’orizzonte sul mare.

Dopo gli studi presso l’Accademia Aeronautica a Pozzuoli, il volo ha costituito la struttura di una vita, passando, oltre che per i velivoli dell’Aeronautica Militare, anche per l’aliante il deltaplano ed il parapendio, completando il ciclo professionale sui Canadair della Protezione Civile ed effettuando trasporto passeggeri con Alitalia Express.

Con la fine del volo professionale continuando a fare l’istruttore di volo, ha frequentato un Master in counseling e formazione relazionale presso l’Università di Siena e ora svolge attività di formatore, ampliando alla psiche le conoscenze maturate nel mondo aeronautico dello Human Factor. Svolge anche attività di coach-counselor relazionale.

Dal 2011 ricopre il ruolo di Direttore Esecutivo del Club di Budapest Italia.

È appassionato di sviluppo del potenziale umano, ama e pratica il tango, la meditazione, la ricerca interiore e le tecniche di creatività, incluse le mappe mentali.

Scrive da sempre, soprattutto a se stesso, senza uno scopo se non quello di raccontare qualcosa al lettore.

Per inviare impressioni, minacce ed improperie all’autore:

paolo.vittozzi (chiocciola) gmail.com





Elenco Racconti


Ali sull'acqua

Buon anniversario a me

Pilota e marinaio per salvare l'ambiente

Raid dei due mari, ci saremo!

Roma-Venezia da passeggero

16 maggio 2008 - Dismissione KC707A
Foto in copertina di Nate Stevens

Il primo Volo

Triplano Barone RossoC’è stato almeno una volta nella vita di un pilota in cui sono passati per la mente questi pensieri:

“L’incontro con le nubi temporalesche, l’interminabile acrobazia inebriante, la lenta discesa sulla spiaggia (in vite rovescia col motore in fiamme). E finalmente lo schianto. La morte trionfale!”.

Naturalmente il pilota di cui parliamo è quello protagonista di questo splendido racconto che, per vostra tranquillità, ve lo anticipiamo … avrà un esito insperato.

Perché anche se temerario, l’egoismo e la sete di gloria nulla possono se egli ha “Nel cuore … la fata”.

Breve quanto intenso.

Racconto / Breve Pubblicato nella: mailing list dell’Aviazione leggera.

Foto in copertina di Andy Leonard

Inviateci le vostre Voci

Uomo radar con pterodattiloQuesto sito è una vetrina a scopo non commerciale. I vostri testi saranno a disposizione della comunità del web: navigatori cuiriosi, lettori desiderosi di leggere testi inediti, e, perchè no? … editori a caccia di autori da pubblicare. La nostra malcelata speranza è che qualcuno di loro vi contatti e vi chieda di pubblicarli. Saremo semplicemente contenti per voi. Diversamente avrete concesso la lettura dei vostri scritti a lettori appassionati che, di sicuro, apprezzeranno le vostre fatiche creative.

Chiunque può inserire i suoi testi in questo sito: non vi chiederemo di pagarci … ma non chiedeteci di essere pagati.

I testi devono essere di proprietà esclusiva dei loro autori e come tali vi rimarranno: potrete chiederci in qualsiasi momento di eliminarli dal sito. Sarà sufficiente una semplice e-mail inviata a:


 redazione(chiocciola)vocidihangar.it (sostituire la chiocciola con il relativo simbolo)


Eventuali responsabilità del non rispetto dei diritti d’autore non potranno essere addebitate alla Redazione del sito.

Non vigono regole né restrizioni particolari da rispettare … a parte quelle del buon senso e del buon gusto.

I testi potranno avere qualsiasi lunghezza o tema, purché in linea allo scopo del sito dichiarato nell’home-page.

Non verrà applicata nessun tipo di censura o modifica delle composizioni ricevute, tuttavia la Redazione del sito si riserva di non pubblicarle qualora le ritenga bisognose di correzioni o di una salutare rilettura.

Nel sito potranno apparire anche composizioni già pubblicate (giornali, riviste periodiche, dispense di produzione casalinga o amatoriale, libri in genere, siti web): l’autore avrà l’unico obbligo di precisare ove il suo testo è stato pubblicato o se, diversamente, si tratta di materiale effettivamente inedito. Questa informazione verrà riportata nella scheda di presentazione del testo o nella sezione: “Altri link”.

Inviateci testi grammaticalmente e sintatticamente già in ordine: confidate nei correttori ortografici dei programmi di videoscrittura … invece che nei redattori del sito.

Non inviateci composizioni con contenuti offensivi per alcuno: non verranno mai pubblicate. Risparmiatevi espressioni scurrili o testi adorni di volgarità: la lingua italiana non ne ha bisogno, tanto meno lo merita.

Inviateci pure i vostri testi … ma non pretendete di vederli pubblicati nel sito in tempo reale.

Spedite le vostre composizioni al seguente indirizzo di posta elettronica:


 redazione(chiocciola)vocidihangar.it (sostituire la chiocciola con il relativo simbolo)


A ciascuna e-mail allegate una sola composizione (zippata se necessario), perciò se contate di inviare tre testi … rassegnatevi all’idea di inviarci tre e-mail distinte.

La e-mail deve contenere: una breve biografia dell’autore (quella che verrà poi inserita nell’apposita sezione relativa all’autore), la casella di posta elettronica ove poter essere contattati ed eventuali note particolari. Ricordatevi di precisare se il testo è inedito o, se non lo è, dove è stato già pubblicato.

L’autore può firmarsi anche con uno pseudonimo e come tale verrà inserito nell’indice degli autori tuttavia, dovrà comunque fornire la propria biografia.

Il formato del file contenente la composizione potrà essere: .doc (ad esempio: generato da Microsoft Word versione ‘97 o precedenti versioni)

I testi dovranno rispettare scrupolosamente le sane:

norme dattilografiche

che anche un autore dilettante o inedito deve conoscere.

I dati personali pubblicati nel sito saranno unicamente quelli forniti dall’autore: egli ne accetta implicitamente la divulgazione.

Qualora dubbi ed incertezze vi cogliessero prima dell’invio del vostro testo, beh … date uno sguardo ai:

“40 consigli per scrivere bene”.

Non sappiamo chi l’abbia scritti, ma sono scritti bene. L’importante che non producano in voi il blocco creativo.

40 consigli per scrivere bene

Jet con cartello limite velocitaEcco i 40 preziosissimi consigli per scrivere bene, anzi benissimo.

Vi sembreranno poco seri … non vi preoccupate: è il nostro modo per spiegarvi con leggerezza e farvi ricordare ciò che, diversamente, sembrerebbero inutili nozioni e che dimentichereste appena chiusa  questa pagina.



1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.

2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.

3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.

4. Esprimiti siccome ti nutri.

5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.

6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.

7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.

8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.

9. Non generalizzare mai.

10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.

11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”

12. I paragoni sono come le frasi fatte.

13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa;ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).

14. Solo gli stronzi usano parole volgari.

15. Sii sempre più o meno specifico.

16. La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.

17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.

18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.

19. Metti, le virgole, al posto giusto.

20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.

21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso.

22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.

23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?

24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.

25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.

26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.

27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!

28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.

29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.

30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.

31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).

32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.

33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.

34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.

35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.

36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.

37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.

38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.

39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.

40. Una frase compiuta deve avere.

Norme Dattilografiche

Meccanico con ElicaNon pretendiamo che diventiate delle provette dattilografe, certo che no … ma che adottiate delle sane norme dattilografiche, certo che sì. Lo diciamo nel vostro interesse e soprattutto in quello dei vostri lettori.

E non nascondetevi dietro l’alibi dello stile personale: esistono delle convenzioni universali di scrittura di un testo che devono essere rispettate inderogabilmente. Sempre nel caso in cui desideriate ottenere un aspetto finale accettabile. Se invece vi prefiggete il disorientamento spazio-temporale di chi darà una sbirciata al vostro testo … beh, riuscirete facilmente nel vostro intento, non abbiamo dubbi al riguardo.

Certo, avere dimestichezza e fare buon uso dei programmi di videoscrittura vi permetterà di raggiungere subito ottimi risultati, tuttavia alla base ci sono sempre le solite, ancestrali norme di estetica dattilografica. Sì, esatto, avete intuito bene: quelle nate con l’avvento della scrittura sulle  tavolette di cera, migliorate poi dagli amanuensi medioevali, industrializzate dai tipografi del ‘400 e infine riammodernate con l’avvento delle  prime macchine da scrivere. Oggi come ieri, anche se vi servirete di un pc di ultima generazione, sempre con loro dovrete avere a che fare. Dunque rassegnatevi.

Oh, naturalmente dimenticate la scrittura tipica degli SMS o dei messaggi inviati a mezzo  social network o messaggeria istantanea: quella non è scrittura … è un linguaggio criptato. In letteratura non si usa.






Le norme dattilografiche sono elementari quanto fondamentali. Eccole qui:



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Scegliete un font (tipo di carattere) estremamente diffuso come: “times new roman” o “arial” e che comunque non affatichi la lettura.

Sì, i caratteri che riproducono la scrittura a mano sono tanto  belli quanto illegibili. Riguardo quelli arabescati sono molto esotici, è vero, ma non si abbinano granché al contenuto del vostro romanzo.

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Non utilizzate la funzione di sillabazione automatica: alcune parole potrebbero rimanere irrimediabilmente troncate in due spezzoni (specialmente nel caso di modifica delle dimensioni della pagina o del carattere).

 Il programma di videoscritture distribuirà il vostro amato testo nell’ambito di ciascuna riga, della pagina, del capitolo e dell’intero libro meglio di quanto possiate fare voi. Fidatevi!

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Prediligete la formattazione “giustificato”: la riga si riempirà quanto basta senza lasciare vuoti.

Inutile risparmiare spazio: è già pagato. Usatelo tutto e la pagina non apparirà seghettata e disordinata bensì bella pienotta. Crepi l’avarizia!

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Non andate a capo a fine riga: lo farà automaticamente il vostro programma di videoscrittura. Salvo che non vogliate andare “punto e a capo”.

Se siete nati nell’epoca delle macchine da scrivere quando un campanello vi avvisava dell’imminente fine della riga, beh … avrete la tentazione di andare a capo, è normale. Tranquilli: i pc non hanno campanelli né leve a molla per far muovere il rullo della carta. Provvedono da soli. Volete provare?

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Prestate attenzione alla scrittura di formule matematiche: all’occorrenza usate la funzione “apice” e/o “pedice”.

No, non sono parolacce … è roba per matematici, ingegneri, fisici e via discorrendo. Tutta gente con la quale non dovrete mai avere a che fare. A voi interessano solo lettori ed editori.

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Ci sono dei caratteri di punteggiatura che devono essere attaccati alla parola che li precede e separati da quella che segue. Essi sono:

– il punto (.)

– il punto e virgola (;)

– la virgola (,)

– il punto esclamativo (!)

– il punto interrogativo (?)

– il simbolo di percentuale (%)

– l’apostrofo (‘)

– gli apici o virgolette chiuse (“)

– le parentesi tonde ) e quadre ] chiuse

– il segno di uguale (=)

Tutto chiaro? Volete scrivervi un promemoria da attaccare sul bordo del monitor? Fate pure … non c’è nulla di scandaloso in questo.

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I caratteri di punteggiatura che devono essere attaccati alla parola che li segue e separati da quella che li precedono sono:

–    apertura di apici o virgolette (“)

–    parentesi tonda ( e quadra aperte [

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Non usate l’apostrofo per accentare le vocali minuscole come: a,e,i,o,u. La scrittura corretta è: “à, è, é, ì, ò, ù”, mentre la scrittura: “a’, e’, i’, o’ u’” non va mai usata.

La tastiera standard italiana è già dotata di vocali minuscole accentate: usatele! Sono pagate.

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Il discorso diretto può essere introdotto con il trattino (-) o con le virgolette (“). E’ assolutamente vietato l’uso dei doppi segni matematici di “maggiore di” (>>) o quelli di “minore di” (<<).

Le freccette usatele nei pub nel corso di tornei all’ultimo punto … in letteratura non si usano. Pungono. Inoltre esteticamente sono orribili, inguardabili.

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Nel caso del trattino, possiamo permetterci di non chiudere il discorso diretto con un’altro trattino a fine riga, ma solo se quella successiva comincia con un altro discorso diretto.

Esempio:

– Buongiorno, dottore.

– Buongiorno a lei, dottoressa.

Dite la verità: dopo aver letto questa norma dattilografica è diventato un buongiorno anche per voi?

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Nel caso delle virgolette dovranno essere aperte e chiuse delimitando il discorso diretto, altrimenti lasceranno interdetto il lettore. Fate attenzione nel mettere quelle di apertura attaccate alla parola che le segue mentre quelle di chiusura dovranno essere attaccate alla parola che le precede.  Ad esempio:

“Buongiorno, dottore!”, esclamò entusiasta la giovane ortopedica mentre il luminare delle ossa replicò annoiato:

“Buongiorno a lei, dottoressa”

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I puntini di sospensione possono essere collocati indifferentemente attaccati alla parola che li precede o li segue, oppure essere separati da queste tramite uno spazio.

Personalmente trovo questa ultima soluzione (rendere equidistanti i puntini dalla parola che li precede e da quella che li segue) crea ancora più sospensione, non credete? … creano attesa … una pausa di riflessione … ma non occorre esagerare … altrimenti diverrà un salto tra i puntini.

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Il testo deve avere una sua estetica armoniosa, a prescindere dal contenuto. 

Un blocco monolitico contenente un fiume di parole difficilmente giova alla lettura. Il lettore deve avere il tempo di respirare, di elaborare quanto gli occhi hanno visionato affinché si generino nella sua mente quelle sensazioni che l’autore intende trasmettergli. Ammucchiare le parole non produce un ritmo narrativo più incalzante. Inoltre i costi di stampa non diminuiranno  granché.

Vi siete resi conto che abbiamo volutamente compresso i suggerimenti? E non è un bel leggere … 

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Andare a capo indiscriminatamente non renderà più lungo il testo. 

Se il vostro racconto/romanzo è striminzito non allungate il brodo.

Un consiglio: lasciate da parte la vostra composizione e raccogliete le idee.

Soprattutto leggete, leggete, leggete e poi, se proprio avete desiderio di farlo, riprendete a scrivere.

Forse siamo andati a capo un po’ troppo spesso!

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La “d” eufonica va inserita (in genere) solo quando due parole finiscono/cominciano con la stessa vocale. “Solo” dove occorre, non deve cadere ovunque indiscriminatamente come il prezzemolo. 

Ed ecco un esempio di d eufonica corretta”. 

Non scrivereste mai: “e ecco”, giusto? 

Ed allora perché la piazzate ovunque’?” Vi risulta che la vocale “E” di “ed” sia la stessa vocale di “allora”?

Altri esempi:

Ad amministrare la d eufonica non è facile. Tutti concordi. E invece voi che fate? Eccola spuntare a ogni dove!

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