XII edizione Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE – 2024 – sezione “pulcini”
COMUNICATO STAMPA
nr 12 del 14 ottobre 2024
Non si è ancora spenta del tutto l’eco della premiazione della XII edizione del Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE – 2024, che L’HAG e VOCI DI HANGAR sono già decollati con un’altra iniziativa parallela: la sezione “pulcini” del medesimo Premio.
La locandina della nuovissima sezione “pulcini” di RACCONTI TRA LE NUVOLE riservata ai giovanissimi/e autori e autrici di racconti a tema aero/astro-nautico.
Alla ormai consolidata competizione letteraria riservata alle autrici/autori adulti (e per questo definita goliardicamente sezione “aquile”) si è affiancata infatti una seconda nuova sezione dedicata esclusivamente alle bambine e ai bambini di età compresa tra gli 8 e 10 anni, ossia nell’età scolare tipica degli ultimi due anni della Scuola Primaria (o Elementare, per intenderci). Si tratta appunto della sezione affettuosamente chiamata “pulcini”.
Le autrici/autori in erba dovranno inviare alla Segreteria del Premio un racconto inedito (non una fiaba/favola, poesia o altro tipo di composizione) a tema strettamente aero/astro-nautico.
Ovviamente potranno partecipare se di nazionalità italiana e a mezzo di un testo in lingua italiana .
I premi previsti dagli organizzatori saranno a favore dell’autrice/autore ma anche della sua classe giacché, grazie al supporto economico dell’azienda farmaceutica VR MEDICAL e della FISA (Fondazione Internazionale per lo Sviluppo Aeronautico), verrà fornito un congruo quantitativo di materiali didattici all’Istituto scolastico di appartenenza, tanto graditi quanto provvidenziali in molte realtà del nostro paese.
La Giuria che provvederà alla valutazione dei testi sarà appositamente costituita in quanto composta da insegnanti della Scuola Primaria che hanno coinvolgimenti diretti o indiretti con il mondo aeronautico nonché letterario/editoriale e dunque particolarmente qualificate allo scopo.
La premiazione avverrà a cura degli organizzatori presso l’Istituto scolastico del vincitore/vincitrice in orario scolastico e nel periodo primaverile del 2025. Sarà l’occasione per concedere loro una “giornata dell’aria”, cioè un primo contatto con il mondo aero/astro-nautico attraverso la narrativa con il pretesto del Premio. Una giornata all’insegna di giochi e attività ludiche in genere a tema aero/astro-nautico finalizzate ad avvicinare scolari e scolare della classe del vincitore/vincitrice a quel mondo che per moltissimi/e giovani appare ancora lontano quanto affascinante. Avranno modo di conoscere piloti/pilote, chiacchierare con loro di cielo, di aeroplani o macchine volanti, apprendere nozioni di storia dell’aviazione e di principi del volo. Insomma un primo contatto con un universo che purtroppo rimane sempre relegato entro i confini aeroportuali e che invece, per la prima volta, entrerà in un Istituto scolastico con la leggerezza e la giocosità che gli sono proverbiali.
Ci auguriamo che il progetto raccolga l’adesione di molti bambine/bambine e, come per la sezione “aquile”, assuma i connotati di un appuntamento gradito se non addirittura rituale in quanto unico nel panorama della letteratura italiana come già accade per la sezione “aquile”.
Vi esortiamo perciò a farne parola con amici e conoscenti al fine di diffonderlo presso i loro figli/figlie, nipoti e giovanissimi in genere dell’età prevista dal bando. Estendiamo l’invito alle/ai docenti della Scuola Primaria che vorranno promuovere l’iniziativa nella realtà del proprio Istituto scolastico.
Naturalmente l’ADA – Associazione Donne dell’Aria, ormai partner essenziale della sezione “aquile”, è coinvolta in forze a questa iniziativa che intende divulgare più che mai la parità di genere e le pari opportunità anche e soprattutto nel mondo aero/astro-nautico presso le giovanissime generazioni. Perché la cultura letteraria e quella aero/astro-nautica passano unicamente attraverso una parità di genere già consolidata. Perché l’esempio dell’astronauta Samantha Cristoforetti non risulti un’eccezione ma solo l’inizio di una lunga schiera di giovani pilote e astronaute del domani prossimo.
Il bando è scaricabile dal sito web degli organizzatori (www.vocidihangar.it) e del Premio (www.raccontitralenuvole.it) o contattando la Segreteria del Premio. Per qualsiasi altra informazione non esitate a scrivere via e-mail alla Segreteria:
XII edizione Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE – 2024
COMUNICATO STAMPA
nr 11 del 07 ottobre 2024
Non si è ancora spenta del tutto l’eco della premiazione della XII edizione del Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE – 2024 nella sala conferenze dello splendido Museo Caproni di Trento, aeroporto di Trento.
Negli occhi e soprattutto nel cuore dei/delle partecipanti ancora si affollano una moltitudine di emozioni e assieme a loro video e fotografie che lo testimoniano. Chi volesse riviverle o, soprattutto chi, per i motivi più disparati volesse esserne partecipe in quanto impossibilitato a presenziare fisicamente, potrà farlo visitando la pagina Facebook del Premio ove stiamo riversando il materiale raccolto. Troverete una resoconto semiserio, giocoso come è stata la premiazione fin dalle sue prime battute.
Informiamo inoltre che, proprio a causa della grande mole di materiale digitale che stiamo ricevendo, vagliando e riversando, la pubblicazione del bando della sezione “pulcini” prevista per la giornata odierna è posticipata al giorno 14 ottobre. Ci scusiamo con coloro che attendevano l’uscita del bando e suggeriamo loro di affilare nel frattempo le tastiere.
XII edizione Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE – 2024
COMUNICATO STAMPA
nr 10 del 03 settembre 2024
Salvo conflitti termonucleari accidentali, improvvisi cataclismi biblici e la secessione della regione Umbria dal resto dell’Italia, confermiamo che la mattina di domenica 6 ottobre si terrà presso la sala conferenze del Museo Caproni di Trento, aeroporto di Trento, la premiazione della XII edizione del Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE – 2024.
Ore 11 e 30, ora locale del meridiano di Trento.
Affinché gli addetti alla sicurezza possano procedere al riconoscimento della retina di autori e autrici, il fotografo possa immortalarli/e in pose lascive davanti al tabellone pubblicitario del Premio e soprattutto il Segretario li/le possa sbaciucchiare indiscriminatamente, preghiamo tutti/e di presentarsi all’alba delle 11, dunque ben prima dell’inizio ufficiale della premiazione.
Chi dovesse far tardi potrà comunque partecipare … ma a condizione di farsi schiavizzare come valletta (uomo o donna che sia) del Segretario del Premio, sicché tutti in orario!
Confermiamo che, a margine della premiazione, si terrà il concorso estemporaneo della più bella cravatta e il più bel foulard a tema aero/astronautico indossati proprio durante la premiazione. I premi saranno offerti e dunque assegnati insindacabilmente da Arturo Arveni, amministratore della VR Medical. Non si tratterà di una confezione regalo di prodotti per la cura vaginale né di un terapia d’urto contro l’artrosi reumatica bensì di premi inerenti il tema della scrittura creativa. Speriamo bene!?
La premiazione terminerà inderogabilmente entro le 13, salvo saltare il pasto. Tutto chiaro?
A questo scopo avvertiamo autori/autrici che, in considerazione del tempo disponibile e dalla necessità di concedere a tutti le stesso spazio temporale, ciascun autore/autrice avrà a sua disposizione non più di 5 minuti cronometrati dall’orologio atomico dell’Istituto Metrologico Galileo Ferraris di Torino. Dunque non saranno consentite sfilate di moda o proclami amorosi durante la premiazione.
Sottolineiamo con vigore che alla premiazione potranno accedere tutti gli autori/autrici nonché i loro accompagnatori non meglio definiti, ossia: mogli e mariti, compagni/e, amanti e concubine, all’occorrenza figli legittimi e non, suocere/i, simpatizzanti varie, vicini/e di casa oltre che sostenitrici o ammiratori a vario titolo.
Non è previsto un abbigliamento particolare tuttavia, considerate le temperature “fresche” di Trento, suggeriamo una tenuta modello polare. Vi preghiamo di parcheggiate gli orsi nelle apposite aree.
Tornando alla cerimonia di premiazione di domenica, subito dopo, presso il ristorante dell’hotel FLYBIKE, adiacente al Museo, sarà possibile consumare un pasto a menù unico, nel corso del quale autori/autrici potranno fraternizzare, scambiare pettegolezzi e malignità assortite. Considerato il costo che ha raggiunto il pane, non sarà consentito il lancio delle molliche né dei sassi bianchi dell’Adige spacciati per molliche: non sarebbero innocue. E neanche commestibili.
E’ previsto un costo forfettario di 32 euro per ciascun commensale. Il menù fisso è disponibile in coda al presente comunicato e prevede prodotti e ricette tipici locali. Chi obietterà qualcosa sulla cottura della carne la mangerà cruda, direttamente in cella frigorifera: più fresca di così!?
Il pranzo avrà luogo inderogabilmente a partire dalle ore 13 e un minuto, pena l’internamento coatto del Segretario in apposito istituto correttivo per soggetti affetti da prolissità.
Dopo il pasto è previsto alle ore 15 la visita del Museo. Chi vorrà visionarlo potrà godere della preziosa presenza di una guida appositamente ingaggiata allo scopo.
Facendo un passo temporale all’indietro, la sera di sabato 5 ottobre, alcuni autori/autrici nonché gli organizzatori e giurate/i consumeranno una cena informale a menù libero presso un locale in centro a Trento, tale “Antica Birreria Pedavena” anziché il ristorante dell’hotel FLYBIKE come precedentemente comunicato.
La birreria si trova in via Piazza Fiera, 13 a Trento città.
Nel sito web del locale (http://www.birreriapedavena.com/) sarà possibile consultare il ricchissimo menù e la vastità di birre. Consigliamo di farlo dopo i pasti altrimenti il monitor del pc o dello smartphone potrebbero apparirvi doppi o tripli.
La direzione del locale ci avverte che, causa la giornata semifestiva e il gran numero clienti, alle casse non sarà possibile ricevere un conto singolo bensì cumulativo, dunque varrà il concetto statistico che chi si sarà tracannato una botte intera pagherà come chi avrà bevuto un semplice bicchiere di birra. Colpa della statistica!
Presentandosi all’ingresso del locale sarà sufficiente dichiarare la parola segreta: “nuvole” e in un battibaleno vi troverete al tavolo riservato ai “nuvolari”. Senza Tazio. Dazio. Fazio. Razio.
La Segreteria ha patteggiato con i gestori del locale l’uso di una saletta riservata dove sarà possibile parlarsi senza urlare (come allo stadio) o lanciare segnali di fumo al commensale di fronte. Ad ogni modo non si tratta di un privè e dunque non saranno ammessi atti libidinosi nei confronti dei canederli o gesti inconsulti quando verrà servita la “pizza bufalona”.
Preghiamo i commensali di presentarsi presso il locale in orario di pasti ospedalieri, ossia entro le 19. Lo scopo è di procedere rapidamente alle ordinazioni affinché si possa consumare tutti il pasto entro la mezzanotte, ora in cui la birreria si trasformerà inesorabilmente in una grande zucca, i baristi in scarafaggi e le cameriere in topoline. Ergo: puntualità! E non pensate di perdervi la scarpetta … perché le strade di Trento sono oltremodo fredde.
Come vagamente accennato fin qui, il clima in cui si volgerà la premiazione sarà spontaneamente giocoso. Per coloro che non sorrideranno è previsto il solletico sotto le ascelle.
Ci auguriamo che tutti coloro che interverranno potranno godere di una giornata in letizia all’insegna della cultura letteraria e aero/astronautica.
A tutti i gli autori/autrici … auguriamo il nostro più sincero “in becco all’aquila” unito a un “arrivederci a Trento”.
La Segreteria del Premio
Riferimenti albergo/ristorante aeroporto di Trento:
Flybike Hotel
Telefono: +39 0461 944 344
Fax: +39 0461 186 262 6
38123 – Aeroporto di Trento, Trento (TN)-
E-mail: info@flybikehotel.it
Menù pranzo 6 ottobre:
Antipasto: Selezione di affettati e formaggi locali con speck, salamino e lardo nostrano del maso dello Speck di Tito, carne salada Simonini, formaggi di malga
Primo piatto: strangolapreti fatti in casa piatto tipico trentino
Secondo piatti: carne salata scottata con cappucci saltati
Dessert: dolce della casa, tiramisù
Acqua e caffè
Nota di Redazione.
Foto di copertina proveniente da www.flickr.com. Ritrae un Boeing 747 della compagnia KLM in atterraggio al rimo mattino; scattata nel maggio 2016
Il suo racconto “L’uomo delle mongolfiere” non è il vincitore della XII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE.
E non è neanche tra i venti racconti finalisti che troveremo all’interno dell’antologia del Premio.
Eppure … ci ha colpito per sua semplicità geniale, ci ha così piacevolmente ammaliato per la sua capacità evocativa che … è stato più forte di noi: abbiamo commissionato al nostro servizio d’intelligence di sequestrare la sua autrice per interrogarla a fondo, anzi nel profondo fondo!
Anzitutto si presenti. Si guardi allo specchio e si descriva. Prima di truccarsi, s’intende.
La scrittrice a New York, precisamente nel quartiere chiamato “Dumbo”. Ci ha confessatro che: “In un quartiere con questo nome ci si può presentare solo vestiti a tema cartoon/fumetti, no?” Ha poi aggiunto: “Questa in particolare era la mia settima volta a New York: continuo ad andarci sperando di incontrare le Tartarughe Ninja ma finora non ho avuto successo.” Facciamo il tifo per lei!
In realtà mi trucco poco perché sono bellissima (e modesta) già così … 😆
Occhi scuri, capelli scuri, carnagione che non ha niente a che vedere con la nobiltà ottocentesca. In base alla parte del mondo in cui mi trovo vengo apostrofata come mediorientale, portoricana o brasiliana. Un cucciolo meticcio, insomma …
La sua biografia è un po’ anoressica. Un tentativo di depistaggio, è chiaro! Cominciamo dal cognome … l’intelligence ci dice essere tipicamente siculo, mentre il nome certifica che non perde mai il filo. E’ così?
Mi hai scoperta! Ebbene, sono veneta. Con una spruzzata di croato, narra la leggenda. E confermo che non perdo mai il filo…
Preferisco che siano i miei personaggi e la mia storia a parlare per me. E’ innegabile che nelle nostre parole mettiamo sempre una parte di noi, e io sono sempre molto presente tra le righe.
Non si chiede mai l’età a una gentildonna ma, giusto per non passare da pedofili, ella è maggiorenne?
Sembra che io dimostri una decina d’anni in meno. Non dirò altro se non in presenza del mio avvocato.
Bene, abbiamo appurato che è lei è nata negli anni ’80. Ora le chiedo: a parte la sua persona, cosa resterà degli anni ’80? Non può rispondere Raf!?
Nulla, mi auguro, per quanto riguarda la moda. Io ero piccola – ovviamente – ma la ricordo e ne sento parlare come una decade di spensieratezza. Sarebbe bello rimanesse un po’ di leggerezza, come con le mongolfiere.
Ah, guarda caso il suo racconto s’intitola “L’uomo delle mongolfiere” … ma “l’uomo del cuore” l’ha già incontrato? Se sì, in quale negozio? Lo chiediamo per aggiungerlo al verbale …
Se l’ho incontrato ero probabilmente distratta a fare altro.
Ha 40 parole per fare la sintesi del tuo racconto. Non bari perché le conto! E non sia reticente …
E questa chi è? Non sia reticente! “Veramente … sarei io a nove anni, a cavallo: la mia grande passione da sempre. Quando mi si chiedeva cosa avrei fatto da grande rispondevo: sarò la prima donna a correre il Palio di Siena. Ovviamente non è mai successo, e ho anche riconsiderato il Palio nel corso degli anni. Ma l’amore per i cavali è rimasto inalterato nel tempo. Tanto che la foto in basso mi ritrae in Trentino, mentre mi cimento con la monta western scoprendo che non fa per me, e cerco di convincere Django (il cavallo) che, per quanto sia avvezza ai voli dalla sella, preferirei mantenere la mia carriera nel pre agonismo … pertanto non è necessario volare anche nel burrone.”
Un negozio, un vecchio artigiano e una giovane ragazza. Quella che sembra una normale transazione diventa una lezione di vita. Perché la meraviglia si nasconde nelle cose più piccole, e ogni incontro ci permette di crescere, se solo lo vogliamo.
Ora la sottoporrò a un test.
Deve raggiungere il Giappone. Ha quattro possibili soluzioni. Ci va utilizzando:
1) La mongolfiera del “Giro del mondo in 80 giorni” di Jules Verne
2) Il pedalò del “Bagno 31” di Rimini
3) Il teletrasporto dell’astronave Enterprise
4) Lo SVA-5 di Ferrarin appena restaurato.
Ah, breve nota a margine: Ferrarin non era il figlio minore di Enzo Ferrari.
Scelgo la #3 senza esitazione. In effetti continuo a chiedermi perché il teletrasporto non sia stato ancora inventato …
Va bene … la nostra intelligence ha scoperto che il negozio in cui si svolge il suo racconto esiste davvero … c’è mai stata? Si ricorda quanto costa una mongolfiera? E non menta al ribasso!
Ho scoperto dell’esistenza di questo negozio grazie a voi. La mia storia nasce dall’incontro ad una fiera dell’artigianato con il signor Roberto Fiorin, un paio di anni fa. Il signor Roberto non è vecchio quanto l’artigiano del mio racconto, ma come lui possiede un’immensa saggezza e una fiducia smisurata nei confronti del prossimo. E’ una di quelle persone con cui condividi pochi minuti della vita, ma te le porti dietro per sempre. E magari le catapulti in un racconto.
Bettin Arianna, ma è proprio sicura che questa fosse lei? “Certo che sono io! Qui faccio cosplay, vestita da Miko giapponese.” Continuiamo a non capire: Ci spieghi. “Ho cominicato con il cosplay solo negli ultimi anni, nonostante il Giappone e la sua cultura siano da sempre uno dei miei grandi amori. Nella foto in questione mi diletto nel cosplay di Kikyo, una sacerdotessa dell’epoca Sengoku, coprotagonista di un manga che per quanto mi riguarda è il più bello di sempre, in quanto al suo interno racchiude tutte le cose importanti della vita: l’accettazione di sé, l’amore, l’odio, il rimorso, la crescita, il perdono, la comprensione dell’altro e del diverso, l’amicizia, il destino, l’andare contro al destino, le scelte che cambiano tutto, l’egoismo e l’altruismo, la brama di potere… tutto e molto altro condensato in una storia profonda e a tratti demenziale. Il manga in questione è Inuyash”. Tutto chiaro. Allora lo mettiamo a verbale!
Ah, quindi ammette la tresca con l’artigiano!? Apriremo un nuovo filone d’indagine … ma intanto risponda a questa domanda: la maggior parte delle donne sono convinte che gli uomini siano dei palloni gonfiati. Si è ispirata a questa certezza per la stesura del racconto?
Non direi. Ma è indubbio che nel mio racconto è la ragazza ad avere i “palloni”.
Domanda a bruciapelo: il generale Umberto Nobile le telefona e le propone di fargli da interprete durante una missione al Polo Nord a bordo del dirigibile Italia. Accetta?
Ho la valigia pronta!
Ci dica la verità: ha mai volato in mongolfiera? E a bordo delle lanterne?
Il volo in mongolfiera è sulla mia lista delle cose da fare. Non ho mai volato sulle lanterne, però mi sono lanciata con il paracadute e faccio moltissimi voli pindarici. Ultimamente il volo a cui mi dedico maggiormente è quello da cavalli in corsa. E non è mai volontario.
Uhmmm, risposta ambigua. Ne terremo conto!
Ci spieghi almeno questo: nelle mongolfiere l’abitacolo si chiama “cesta” … a salirci a bordo non si sente un po’ un serpente a sonagli? Ma soprattutto se qualcuno suonasse lo zufolo riuscirebbe a fare le movenze del rettile?
Ah… quindi sono l’unica che associa la parola “cesta” al picnic, alla raccolta dei funghi, e più in generale al cibo?
Non faccia la sciocca: non ce la racconta giusta! E allora si becca ancora un test.
E’ a casa e ti citofonano i fratelli Montgolfier. Le chiedono di collaudare la loro ultima invenzione. Risponde loro:
1) Non sono la zavorra di nessuno
2) Telefonate a Laika
3) Ingaggiate una pecora, un’oca e un gallo4
4) La vostra palla di carta non volerà mai
Sceglierei la risposta #1, anche se devo ammettere che la #3 li potrebbe aiutare nell’impresa.
Altra domanda a bruciapelo: nella vita quotidiana si sente più mongolfiera o più aeroplano?
Mi sento più il Pony 10 delle Frecce Tricolori: sempre un po’ dentro, sempre un po’ fuori …
“… confesso: qui ero al salone del libro di Torino dove sono stata invitata alla premiazione del primo concorso letterario a cui o partecipato. In quel caso sono arrivata in finale e il mio racconto è stato pubblicato in un’antologia. E già che c’ero ne ho approfittato per abituarmi all’idea che prima o poi sarò una dei grandi protagonisti del Salone 😆”. Sia messo a verbale: ogni riferimento a cose, persone e Premi letterari è puramente casuale
Ha dichiarato che adora i congiuntivi … solo perché hai discusso con i gerundi? Solo perché non crede nel futuro prossimo?
I congiuntivi sono gli eterni incompresi e bullizzati: mi fanno tenerezza.
Seeeee, vabbè …
Nel suo racconto ripeti più volte l’espressione di ”il ragazzo e tutto il resto” … scusi, ma cosa pensa che ci sia dentro a un ragazzo? E cos’è per lei “tutto il resto”? Ha problema con gli spiccioli?
Ahahahah! Ammetto che non amo i contanti.
Quando scrivo parto con un’idea, ma poi la storia prende vita e va dove vuole lei. Un po’ come le mongolfiere. Non so come sia nato il personaggio del ragazzo. Ad un certo punto me lo sono ritrovato lì, a contorno della protagonista.
Ah, dunque lei ammette che considera gli uomini come “un contorno” … e le donne sarebbero il primo piatto, eh?
Veramente …
Ok, non vogliamo entrare in questa storia torbida: lei, la protagonista, il ragazzo.
Risponda a un altro test.
L’intelligence ci dice che lei è amante dei viaggi. Stavolta deve raggiungere gli Stati Uniti. Ha sempre quattro possibili soluzioni di viaggio:
1) Il Titanic
2) L’Hindenburg
3) Lo Spirit of Saint Louis
4) Il Nautilus del Capitano Nemo
Cosa preferisce?
#5, Delta Airlines. Grazie.
Eh no, Bettin Arianna. La quinta risposta non è contemplata. Lei sta deliberatamente fuorviando le indagini. Faccia attenzione … riprendiamo l’interrogatorio.
Ricapitolando: lei è amante del Giappone e questa foto dovrebbe dimostralo? “Esatto! La vede? … beh, qui sono a Osaka che cerco di capirci qualcosa: è lì che ho capito che avrei dovuto fare qualcosa in merito alla mia conoscenza del giapponese. Alla fine sono riuscita a tornare a casa viva, con la grande consapevolezza che l’inglese non ti salva sempre e comunque 😇”
Il volo delle mongolfiere simboleggia un’esistenza vissuta a ritmi lenti ma anche in balia degli eventi. I suoi trisavoli erano di origini napoletane o messicane?
E questi, ci vuol dare a intendere che dovrebbero essere appunti di giapponese? “E’ tutto vero, lo giuro. Visto che la vita non è abbastanza complicata ho deciso di complicarla ulteriormente frequentando dei corsi di lingua giapponese. La mia conoscenza della lingua è mooooolto limitata, ma ho imparato tantissimo sulla cultura e le tradizioni, che inevitabilmente sono legate a doppio filo alla lingua.” Ma perchè, l’italiano non le basta?
Non che io sappia. Ma non mi illudo di sapere tutto.
Ancora reticente … va bene, tanto la sua posizione criminale si sta delinenado chiaramente. Le farò un ultimo test.
E’ a bordo di una mongolfiera assieme al segretario e ai giurati/giurate del Premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE. Improvvisamente una fortissima discendenza rischia di farvi precipitare. Per alleggerire la mongolfiera chi butti di sotto?
1) Il Segretario (è davvero pesante!)
2) Tutti i giurati/giurate(perché non l’hanno premiata)
3) Si lancia fuori. Col paracadute.
4) Attiva il bruciatore a tutta fiamma, a costo di mandare a fuoco tutti
La risposta giusta è la #3. Un po’ per l’adrenalina del momento, un po’ perché ho molto altro da scrivere. Mentre sono in caduta libera urlo: “Lasciatevi portare dal ventooooooooo”
Basta! Non ne posso più … se ne vada! Ma non lasci il paese. Sappia che la terremo d’occhio e che, sulla base delle sue ammissioni, dovrà sicuramente riapparire davanti alla giuria della XIII edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE.
Tempo marzo 2025 dovrà di nuovo testimoniare le sue doti narrative, intesi?
Intesi. 😆
Ah, un’ultima informazione: come si chiamava l’artigiano che crea le mongolfiere in terracotta dipinta? Fio …
Fiorin, si chiama Roberto Fiorin!
Ho capito! E mica dobbiamo fargli la pubblicità!? Roberto Fiorin. Vada, vada. E’ ancora qui? Vada dai suoi manga, vada!
§§§§
Intervista a cura del Segretario del Premio, didascalie sempre del Segretario (ma non ha altro da fare?).
In Abruzzo c’è una festa, il 16 agosto, a Vasto; è la festa delle lanterne, migliaia di lanterne bianche costituite da una leggera sacca di carta che avvolge la fiammella vengono lanciate vero il cielo attorno alla mezzanotte, tutte insieme, creando una danza incantevole e suggestiva simile a quella delle libellule, ma più in alto, quasi a voler competere con il manto di stelle che punteggia le calde notti agostane sopra il golfo sottostante, quando ancora qualcuna, ritardataria a San Lorenzo, cade giù lasciandosi dietro la sua piccola scia di luce guizzante. E si esprimono in silenzio i desideri.
Non ci è dato sapere se l’autrice, letteralmente folgorata alla vista e poi dalla visita – presumiamo del tutto casuale – di un negozio che vendeva realmente mongolfiere multicolori, abbia trovato ispirazione nella stesura di un racconto così visionario … possiamo invece confessarvi il nostro stupore quando, lanciata la ricerca tra le pieghe multiformi di Flickr, è apparso sotto ai nostri occhi lo scatto che ritrae questo negozio … dunque esiste! E anche noi, come l’autrice, ne siamo rimasti basiti!! (foto proveniente da www.flickr.com)
Ecco a cosa è corsa la mia mente leggendo le prime righe di questo piccolissimo racconto, tanto contenuto nella lunghezza quanto ampio nelle suggestioni che riesce a suscitare. E mentre fuori del piccolo negozio di questo vecchio artigiano senza nome, si svolge appunto una danza delle lanterne, lui all’interno, crea piccole mongolfiere di creta, di mille colori, di mille dimensioni, e le vende (o così ci fa credere), mentre probabilmente regala invece storie, le storie che ognuna di esse “racconta” agli avventori che entrano ad ammirarle e osservarle, magari con occhi che sembrano stelle.
Alcuni anni orsono, sull’onda emotiva della folta schiera di feriti a causa di giochi pirotecnici inesplosi, petardi di fabbricazione improbabile e mini bombette dagli effetti devastanti, anche nel nostro paese fu introdotta l’idea di festeggiare il nuovo anno a mezzo delle lanterne volanti. Suggestive, poetiche, non c’è che dire ma – qualcuno se ne rese conto – altrettanto pericolose rispetto ai classici “botti” … e la novità non ebbe seguito se non – lo apprendiamo dalla recensione del racconto – a Vasto dove, presumiamo, le splendide lanterne volanti termineranno il loro volo benauguarale tra i flutti del mare Adriatico. La foto ritrae la selva di lanterne lanciate in occasione del Capodanno cinese nella baia di Jimbaran, sull’isola di Bali (foto proveniente da www.flickr.com)
Ma soprattutto lancia un messaggio che suona come un monito: l’uomo ha imparato a volare, a creare macchine volanti sempre più sofisticate per andare dove vuole, in un tempo sempre più breve, tanto forte è il suo bisogno di correre, di fare in fretta …ma poi, saprà tornare a seguire i ritmi naturali del tempo? Magari quello del vento che decide quanto, quando, dove, puoi godere della magia di un volo.
C’è stato un momento nella storia dell’umanità in cui, fatto salvo leggende ed episodi non adeguatamente documentati, l’umanità riusciva a volare solo grazie a macchine volanti più leggere dell’aria, i cosiddetti “aerostati” di cui furono inventori (ma non piloti) i fratelli Montgolfier da cui anche il nome “mongolfiera”, appunto. Correvano gli anni ’80 del 1700. Dovremo invece aspettare fino agli anni ’90 del 1800 per vedere solcare una macchina volante più pesante dell’aria (con appeso l’ingegnere/pilota tedesco Otto Lilienthal), antesignana dei moderni alianti e addirittura il 1903 affinché il cielo venga solcato da una macchina sempre più pesante dell’aria ma dotata di organo motopropulsore; rimane tuttavia inalterato il fascino ancestrale dell’incontrollabilità della mongolfiere pionieristiche anche se in realtà le moderne mongolfiere sono assolutamente controllabili, eccome! (“Le mongolfiere” di Antonio Morri proveniente da www.Flickr.com)
E allora ecco che l’autrice amplia di colpo la geografia del suo racconto e ci porta in un attimo dalla piccola dimensione di quella bottega, alla infinita dimensione del cielo parigino, ricordandoci che il primo a solcarlo, dopo gli uccelli, fu un grande pallone colorato nel 1783, perché …
Le mongolfiere, invece, ci ricordano che a volte dobbiamo lasciare che la vita vada dove vuole. A volte dobbiamo lasciarci trasportare dalla corrente ascensionale senza cercare uno scopo, ma solo godendo del paesaggio. A volte dovremmo dimenticarci dei comandi e degli strumenti, e assaporare il viaggio e quello che ci può insegnare.
Complimenti ad Arianna Bettin (anche perché ama i congiuntivi!).
Narrativa / Medio – lungo
Inedito
Ha partecipato alla XII edizione del Premio letterario “Racconti tra le nuvole” – 2024
Recensione a cura di Rossana Cilli e didascalie a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR
In copertina della vetrina di un negozio che, da quanto narra Arianna Bettin potrebbe essere tranquillamente quello in cui si svolge il suo racconto (foto di Maria Vittoria Argenti, “La favola”, scatto del 30 gen 2009, www.flickr.com)
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Aforismi
I piloti si dividono in due categorie: quelli che sono già atterrati senza carrello ... e quelli che ci devono ancora atterrare.
(proverbio volovelistico)
Q.T.B.
MECCANICO: rottura cerniere delle patellette garrello MECCANICO: sostituite cerniere e anelli per elastici
(Suggerita da Big Mark)
Check-In
HOSTESS: Ha preferenze di posto? PASSEGGERO: No, no, io a Toronto devo andare HOSTESS: Cosa porta come bagaglio a mano? PASSEGGERO: Non lo so, me l’ha preparato mia madre.