HAG

In Italia il restauro e la rimessa in efficienza di aeroplani storici è un’impresa titanica, burocrazia farraginosa, costi elevatissimi di carburante, pezzi di ricambio e hangaraggio inducono solo un ridottissimo numero di “coraggiosi” a intraprendere l’avventura del restauro e della gestione di un “heavy metal warbirds”. Quasi una sfida quindi è stata la costituzione dell’H.A.G., Historical Aircraft Group, una scommessa fra cinque amici che con differenti back ground coltivano una passione comune per gli aerei d’epoca. Cinque amici, cinque diverse realtà che vanno dall’imprenditore al pilota commerciale, dal controllore del traffico aereo al tecnico progettista passando per l’avvocato, legati dalla voglia di volare macchine con parecchi compleanni sulle spalle, magari dimenticati in un hangar o smontati in qualche magazzino. Abbandonata in partenza l’idea di acquisire un warbirds di elevate prestazioni per i motivi citati poc’anzi oltre che per il costo improponibile di acquisto, ci siamo indirizzati sugli aerei leggeri da addestramento e da osservazione, i cosiddetti “L birds”, macchine comunque interessanti dal punto di vista storico e semplici da gestire e da mantenere, ed è proprio con questa politica che nell’arco di due anni l’Associazione ha acquistato un interessante numero di macchine: uno stinson L5 (I-AEEP), un Avia FL3 (I-DODO), un Macchi MB308 (I-BIOT), un aliante Aerometro M100 (I-SETA). Per la cronaca l’appellativo “L birds” viene utilizzato per indicare i piccoli aerei da osservazione e collegamento (Liaison plane) impiegati dall’esercito degli Stati Uniti a partire dalla seconda guerra mondiale fino al conflitto del Vietnam, i più famosi capostipiti di questa famiglia furono il Piper Cub L4 “grassopper” e lo Stinson L5 “sentinel” seguiti poi negli anni dai Piper L18 e L21 e dal Cessna L19 “Bird Dog”, alcuni di noi già utilizzano questo tipo di macchine nell’uso del traino alianti, volando il Cessa L19 dell’Aeroclub Prealpi Venete e gli Stinson L5 dell’Aerclub Volovelistico di Ferrara. Con queste macchine prive di armamento i cosiddetti Forward Air Controller fornivano indicazioni di tiro e puntamento ai reparti di artiglieria e segnalavano per mezzo di razzi fumogeni le posizioni degli obbiettivi ai bombardieri tattici, tutto questo volando a filo degli alberi a 80 nodi e sotto al fuoco nemico. Casualmente Giorgio Bonato, il presidente dell’H.A.G., trovò dimenticato in un hangar dell’aeroclub di Torino uno Stinson L5 una volta utilizzato per il traino alianti, l’I-AEEP. Ricoperto da quattro dita di polvere e con un’ala malconcia a ricordo di un brutto atterraggio con il vento al traverso, l’aspetto della macchina non era certo invitante, ma un più attento e approfondito esame rivelò che nel complesso le condizioni erano buone, tra l’altro manteneva ancora il motore originale Lycoming O-435 da 180 HP e non il potenziato Lycoming O-540 da 235HP, il che ne faceva una base di partenza perfetta per il nostro progetto di restauro. La rimessa in efficienza di un aeroplano storico è un operazione complessa e impegnativa sotto tutti i punti di vista, organizzativi, logistici, burocratici ed economici, un’errata valutazione di uno qualsiasi di questi aspetti può pregiudicare notevolmente il restauro, allungando anche di parecchi mesi il traguardo finale, il primo volo! Da questo lato l’affiatamento di ognuno di noi, ha avvantaggiato il gruppo nel superare le inevitabili difficoltà. Allo smontaggio completo della cellula, che ricordiamo essere costituita da una fusoliera in tubi saldati rivestita in tela e dalle ali in legno, ha seguito una pulitura totale di tutti i componenti e il loro stoccaggio. Dopo una verifica delle saldature sui punti critici di sforzo la fusoliera è stata sverniciata e ridipinta nell’originale Interior Green e successivamente rintelata, contemporaneamente il lavoro si è svolto sulle ali che stelate e ripulite in maniera puntigliosa, sono state verificate attentamente in tutti gli incollaggi. L’estremità alare sinistra , a seguito di una imbardata in atterraggio era stata notevolmente danneggiata, ciò a richiesto un attento lavoro di riparazione e ricostruzione, fortunatamente nello Stinson L5 prevedendo possibili imbardate, il progettista ha strutturato la tip alare come un pezzo a se stante, in modo che eventuali contatti con il terreno non danneggiassero anche il longherone, come ad esempio nel Piper Cub che arriva fino all’estremità alare. Il motore è stato completamente revisionato dalla officina David, che lo a riportato a 0 ore, e si prevede che il primo volo avverrà nella prossima primavera. Parallelamente al lavoro pratico sulla macchina è stata avviata una ricerca storica per conoscere l’identità dell’aeroplano, come tutti gli L5 italiani anche il nostro “EP” presto servizio nell’US ARMY. Dopo essere stati intensamente utilizzati su tutti i fronti di battaglia gli L5 e gli L4 vennero raggruppati sull’aeroporto di …….. in Germania per essere successivamente ridistribuiti in vari paesi europei. In Italia furono destinati 40 L5 sia nella versione da osservazione sia in quella di aeroambulanza, il cosiddetto “barellato”, e furono presi in carico dalla neo costituita Aeronautica Militare Italiana che li utilizzò inizialmente come addestratori basici, poi come collegamenti fra le varie basi, durante questo periodo gli L5 subirono numerose modifiche, sia agli impianti che alla struttura per adattarli alle nuove esigenze. L’evoluzione tecnica di quegli anni rese ben presto l’L5 non all’altezza di una forza armata moderna, e l’A.M.I. li rassegnò agli Aeroclub, cominciò quindi una nuova carriera senza le stellette per questi infaticabili aeroplani, dimostrando se ancora ce ne fosse bisogno la longevità e la bontà del progetto, dopo quarant’anni li ritroviamo ancora in prima fila, questa volta nel ruolo non facile di trainatori, attività non certo rilassante per un mezzo con sessanta primavere sulle spalle! Generalmente all’interno dell’abitacolo sulla prima centina dell’ala, dovrebbe essere presente una targhetta metallica con riportata l’identità e i dati costruttivi con il serial number della ditta, purtroppo nell’”EP” questa informazione essenziale non è presente, asportata in qualche precedente restauro, e la mancanza di ulteriori validi indizi sul resto della struttura rendono impossibile l’accertamento dell’identità della macchina durante il servizio con l’US ARMY, sfortunatamente non si conosce l’esistenza di tabelle che rapportino la Matricola Militare assegnata dall’A.M.I. con la precedente matricola americana. Alla luce di questa realtà, l’H.A.G. ha deciso di riprodurre un aeroplano in uso all’88th Divisione di fanteria americana, che ha combattuto valorosamente su tutto il fronte italiano, da Monte Cassino alla Linea Gotica e alla fine del conflitto rimase per qualche anno in Friuli Venezia Giulia per supervisionare ai fatti di Trieste, gli L5 aggregati del 337° field art.Batt. operarono intensamente dall’aeroporto di Gorizia e dal campo di Prosecco, lasciando tutt’oggi un vivo ricordo nelle popolazioni di quei luoghi. La scoperta di bellissime foto relative a questo periodo ci hanno fatto individuare una macchina interessante, sarebbe bello scoprire anche il nome del pilota …la ricerca continua!


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Andrea Rossetto

Cavalieri impavidi

Guerrieri impavidi di una guerra contro noi stessi, ci raggruppiamo, ordinatamente, come branco per una migrazione. Concentrati attendiamo il nostro destino, anonimi interpreti di una avventura straordinaria. Spalla a spalla vinciamo le nostre paure protetti dal ventre possente del nostro aeroplano. Silenziosi durante l’attesa, trepidanti quando la luce irrompe sui nostri volti, uno a uno ci alziamo decisi, consapevoli dello straordinario momento. Fragore assordante nelle nostre orecchie, silenzio irreale nelle nostre menti, sensazioni sconosciute, esperienze di nuova vita. L’eterno attimo è giunto! Uno a uno, fulminei, ci schiudiamo nell’indaco del cielo assaporando increduli la grandiosità del nostro atto, dolcemente ci culliamo nel vento verso la terra che ci ha creato, noi angeli nell’infinito.

LIVORNO 6 NOVEMBRE 1996


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Andrea Rossetto

Il mio cielo

Innanzitutto si dovrebbe precisare che si sbaglia a chiamarlo al singolare: secondo me è più adeguato “I cieli”. Ebbene sì, non esiste un cielo singolo, un cielo che è quello lì e basta, sarebbe fin troppo facile descriverlo o quanto meno trovare degli aggettivi adeguati a renderlo in parole. Potrei descrivere innanzitutto il più bel cielo che abbia mai visto: quello che ammiro quando mi sveglio all’alba. Il cielo mattutino è all’apparenza indescrivibile: esco fuori ancora sonnecchiando e alzo il naso verso l’infinito. Un’immensa tavolozza di colori appare all’improvviso: una miriade di poltiglie colorate che il pittore, autore del quadro più bello in assoluto, ha lasciato sbadatamente a impastarsi tra loro. Dopo un primo smarrimento comincio ad osservare con attenzione: riesco a distinguere il magico intreccio che il giallo tesse con l’arancio e il rosso fuoco … è il sole che, come un fiero condottiero, manda in avanscoperta le truppe con lo scopo di annunciare il suo arrivo. Sullo sfondo fanno capolino i gregari che hanno lo scopo essenziale di esaltare la magnificenza dell’esercito in arrivo: azzurro, celeste, grigio fumo e persino rosa pesca si affannano, si accavallano l’uno sull’altro nel disperato tentativo di prevalere sul vicino. Impresa impossibile per nostra fortuna: infatti pur essendo mischiati tra loro, ogni colore riesce a trovare la giusta allocazione, l’esatta posizione dove esaltare la perfetta sfumatura, la precisa gradazione che contraddistingue ciascuno di questi gregari. Mentre me ne sto lì, quieta, quieta a contemplare la semplicità e al contempo lo splendore di quest’opera d’arte, pensando che non manca niente, che nessuna cosa può essere aggiunta a tale perfezione, ecco che quatte, quatte, silenziose, cominciano a sfilare e allo stesso tempo a sfilacciarsi come fili di un maglione ormai un po’ vecchiotto, quelle che io considero “la ciliegina sulla torta”: le nuvole!!!! Bianche come la panna o rosa come un confetto, ognuna trova la sua giusta posizione per farti raggiungere in un certo senso il paradiso: eh sì, il paradiso. Il paradiso più paradiso che ci sia: quello che più mi piace, fatto di pace, silenzio e calma assoluta!!!! Ogni pensiero, ogni angoscia, ogni preoccupazione si dissolvono come fossero gocce di rugiada sulle foglie che, allo spuntar del giorno, si aprono alla vita. Abbiamo detto i cieli … eh sì, “I CIELI”… “Ce ne saranno altri allora?”… purtroppo per me, che mi sto cimentando nell’impresa di descriverli, ci sono ancora altri tetti celesti. Quello della notte, ad esempio, sembra un coperchio nero, nero che attanaglia il cuore. “Sembra” perché in fondo non è così. Bisogna saper osservare: gli occhi alzati verso il cielo notturno in un primo momento non percepiscono nulla, domina solo il buio più assoluto. A poco, a poco però, le pupille si abituano all’oscurità e, come per magia, cominciano a spuntare tante piccole lucciole … le stelle. Ognuna brilla di un’intensità personale, nessun luccichio è pari per luminosità a quello della compagna, vicina o lontana che sia. Inizialmente sembrano sparse, rade, poche: poi, piano, piano, come se stessi pigiando una miriade di interruttori, una dopo l’altra cominciano a risplendere fino a trasformare il cielo in un manto pieno di coriandoli iridescenti. Regna su tutte la Luna sovrana. Una sola espressione mi esalta quando cerco di definire il cielo … se mi chiedessero: “Cos’è per te il cielo?” io senza esitazione risponderei candidamente: “La coperta del mondo!!!!”.

 


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Rosaria

Nuvola

Vuoi farti un viaggio su una nuvola? Questa è la storia della piccola nuvola bianca che un giorno ormai grande fu strappata dalle calorose braccia della madre nuvola … Rimasta sola prese a girare il mondo e un giorno, in un paese lontano lontano trovò l’amore … una giovane nuvola bianca come lei, bella, forte, piena di vapore ed amore … I loro giochi sembravano un continuo infinito susseguirsi di coccole e carezze, morbide voluttuose … E quando il sole splendeva, il loro occhi brillavano accecati da tanto bagliore. E quando la notte arrivava, buia minacciosa, loro continuavano ad amarsi incitati dal canto delle stelle, rischiarato dal loro fioco bagliore, sempre insieme nel loro eterno lento cammino intorno al mondo. Insieme hanno visto tante città, hanno percorso le lunghe distese dei mari, hanno dato ombra e sollievo ai viandanti del deserto e irritato le facce dei chiassosi bagnanti sulle spiagge assolate. Ma un giorno inaspettatamente il Dio Vento, geloso di tanto amore le fece arrivare nel paese delle piogge, e lì le fece scontrare con le terribili nuvole nere …e a poco valsero gli sforzi dei due giovani morbidi amanti, che travolti dalla tempesta furono risucchiati dal vortice della pioggia. Ancora oggi se raggiungi quel paese lontano e volgi verso l’alto i tuoi occhi, potrai riconoscere i due giovani amanti come piccoli puntolini in un cielo terso e minaccioso, timide macchioline bianche. Si guardano, si amano, ma non riescono a toccarsi , non riescono ad abbracciarsi. L’unica cosa che possono fare per potersi almeno sentire è soffiarsi rumorosamente e selvaggiamente sui volti perennemente bagnati dalle lacrime della pioggia … anzi spesso puoi vederli persino in battaglia, nata nella speranza di vedere chi riesce a soffiare più forte e liberare così l’amato dal turbinio sfiancante della tempesta … Più grande è la disperazione e più grande è il fragore delle loro urla tuoni e dei loro sforzi lampi. E più forte sarò, pensano, più l’amato sentirà il mio amore … C’e’ una grande tempesta oggi dentro di me. E nel mio cuore risiede il regno delle piogge, nel mio cuore vagano, le due nuvole in amore … il viaggio è terminato … resta solo il tuo ricordo sopra quelle nuvole.


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Rosalba

Il volo della farfalla

La splendida farfalla non poteva crederci: osservò ancora una volta, attonita, le sue ali colorate riflesse nell’acqua … mamma mia come erano belle, sì, belle, allegre e al tempo stesso delicate! Nel suo nuovo corpo si sentiva proprio attraente … e non riusciva davvero a smettere di guardarsi in quello specchio d’acqua … E pensare che fino a qualche ora prima non era altro che un morbido, sinuoso, vermetto verde peloso … certamente simpatico … ma capace, al massimo, di suscitare tenerezza … niente di più! Eppure da quel piccolo bruco, come per magia, senza neanche rendersene conto … era venuta fuori lei … una splendida, affascinante farfalla adulta! Quando si dice: i miracoli della natura! E adesso? Cosa doveva fare? Non poteva di certo passare il resto dei suoi giorni a rimirarsi! La bella farfalla rimase per qualche istante immobile, pensierosa … “E’ arrivato il momento di spiccare il tuo primo volo, mia cara!” disse improvvisamente una voce facendola sussultare. Lei si guardò intorno cercando di capire chi le avesse rivolto la parola. “A cosa credi che ti servano quelle belle ali che hai adesso?” incalzò la voce. La farfalla capì che quelle parole provenivano dall’alto. “Ah sei tu… Sole, amico mio?” Il Sole le sorrise, un enorme … caldo … sorriso! “Sei molto carina! I miei complimenti …” “Grazie, ma la verità è che io non ho fatto granché! Ieri sera ero verde e pelosa, oggi sono colorata e vellutata … devo ringraziare Madre Natura” “E ora che sei colorata e vellutata, cosa conti di fare?” “Veramente non lo so …” “Non penserai mica di continuare a specchiarti nell’acqua per tutta la vita … o vuoi fare la fine del corvo vanitoso della fiaba di Fedro? Ah Ah!” “Molto spiritoso! Comunque credo che continuerò a fare le stesse cose che facevo quando ero un piccolo bruco …” “E allora perchè pensi che Madre Natura ti abbia fatto dono di quelle splendide ali?” “Non saprei e mi importa poco, me le tengo e me le godo … non mi chiedo troppi perché!” “Devi volare … le ali servono a questo, altrimenti che senso ha possederle?” “Volare???? Ma non ci penso nemmeno! Io non l’ho mai fatto, non lo so fare e né tantomeno voglio imparare …” “Non mi dire che hai paura!!!” “Paura!!! Sono terrorizzata al solo pensiero!! Io volare … tuffarmi nel vuoto … non se ne parla proprio … amico mio!!!” “E invece lo farai …” “E perché dovrei? Sto così bene qui, al sicuro, perché dovrei rischiare di sfracellarmi al suolo quando, invece, rimanendo qui, ho tutto ciò di cui ho bisogno?” “Perché rimanendo qui non saprai mai cosa c’è al di là del tuo piccolo mondo attuale … non saprai mai cosa ti perdi rimanendo arroccata nel tuo rifugio …” “E se ciò che è là fuori non dovesse piacermi?” “Potrai sempre ritornare qui!” “Uhmmm! Non sono molto convinta … a questo punto … al diavolo le ali! Era meglio non averle!” “Questo lo potrai affermare solo dopo che avrai spiccato il volo … e se, per esempio, quelle ali ti permettessero di vivere in modo migliore?” “E se non mi dovessero reggere e non mi permettessero di vivere affatto?” “Ogni cosa ha il suo prezzo! Ah ah!” “Amico mio … la verità è che … ho paura …” sussurrò la farfalla abbassando lo sguardo timidamente. “Certo, lo immagino! E’ normale, non devi vergognarti per questo … Ma se vuoi io posso aiutarti!” “Davvero faresti questo per me?” “Sì, altrimenti a che servono gli amici?” “Ma , come potrò ripagare la tua gentilezza, non saprei proprio cosa darti in cambio …” “Ah piccola mia, hai ancora tanto da imparare! Io non voglio assolutamente nulla in cambio … ti aiuterò perché tu sei mia amica, perché ti voglio bene e perché, in questo momento, hai bisogno di me …” “Grazie … ma spiegami, in cosa consisterebbe il tuo aiuto?” “Io ti porgerò un mio lungo raggio in modo che tu possa aggrapparti, e poi, non appena ti sentirai sicura, potrai mollare la presa e lanciarti in volo!” “Brrr! Dio mio, penso che rimarrò abbracciata al tuo raggio a lungo … Ah ah … ma mi starai vicino anche dopo? … non mi lascerai, vero?” “Non potrei mai lasciarti, stai tranquilla! Sarò con te prima, durante e dopo il tuo volo!” La farfalla guardò il suo amico Sole ancora dubbiosa ma felice di aver scoperto di possedere un vero amico. “Ma che avete da blaterare da un’ora, voi due? ” borbottò, all’improvviso, un’altra voce. “Ah ciao, Vento … è da tanto che non ti fai sentire, come mai?” chiese la farfalla “E’ che ero stufo di essere sopportato … in primavera nessuno mi vuole … dicono che sono la causa dei raffreddori dei bambini … mah! Dicono che i bimbi cominciano a giocare all’aria aperta grazie alla presenza del nostro amico Sole, si sfrenano, sudano e poi … se ci sono io … si ammalano …” “Ma dai, non ti mortificare, non è colpa tua!” lo rincuorò Sole “Ohibò! Ma cosa vedono i miei occhi!!! Ma tu saresti quel vermiciattolo strisciante di qualche tempo fa? ” disse Vento alla bella farfalla “Ti piaccio?” sorrise lei sbattendo le alette colorate “Uhm! Notevole, direi … complimenti! Ma, allora, qual è il problema?” “E’ che ho paura di volare! E Sole mi stava offrendo, gentilmente, il suo aiuto: mi porgerà un suo raggio e io mi ci aggrapperò fino a che non mi sentirò sicura di volare …” “Buona idea! Ti aiuterò anch’io!” “Grazie! Allora anche tu sei mio amico?” “Certo! Ma in realtà il mio aiuto è un po’ interessato: dopo essere stato mal tollerato in questi ultimi tempi…beh, mi farebbe piacere far qualcosa per cui essere ringraziato! Ah ah!” “In che modo vorresti aiutarmi?” “Facciamo così: prima ti aggrappi al raggio di Sole, poi quando ti stacchi da lui per volare io ti spingerò con il mio soffio, una piccola spinta iniziale di incoraggiamento! In questo modo per te sarà un po’ più facile!” “Siete tutti così buoni con me! Ma cosa ho fatto per meritare tutta questa gentilezza? Come potrò mai sdebitarmi?” “Non è necessario! Ma impara: un amico in difficoltà va sempre aiutato anche se ciò costa sacrificio e sofferenza e … bada bene … questo va fatto sempre senza chiedere nulla in cambio …” “Parole Sante!” si intromise una terza voce “Ciao Arcobaleno, è sempre un piacere vederti, anche se oggi proprio non ti aspettavamo! Oggi la tua amica inseparabile Pioggia non si è vista, anzi, è da tanto tempo che non passa da qui, dove si è cacciata?” chiese Vento ad Arcobaleno. “Lo sai come è fatta! In primavera le viene la pigrizia e se ne sta rintanata in casa per settimane, poi, all’improvviso, decide che è arrivato il momento di sgranchirsi le gambe esce e scatena un putiferio … Ora è tanto che non lo fa ed io mi stavo talmente annoiando … poi, vi ho sentiti parlare e sono venuta a vedere che succede … Ho sentito che devi spiccare il tuo primo volo! Brava! Natura sarà lieta di vedere una farfalla splendida come te svolazzare per il cielo …” “Sì … se riuscirò mai a svolazzare! Ho una tale paura! Per fortuna non sono sola: Vento e Sole mi aiuteranno!” “Sì l’ho sentito, hanno avuto una grande idea! Posso partecipare anch’io al lieto evento?” “Certo! A me non può che fare piacere …” rispose la farfalla commossa. “Facciamo così: quando ti staccherai da Sole, Vento ti darà una piccola spinta ed io ti indicherò la strada! Mentre sarai sospesa in aria, cara amica mia, guarda i miei colori rassicuranti e segui il mio arco … così avrai meno paura, volare sarà più facile e non ti smarrirai” La bella farfalla guardò i suoi tre amici e capì che Sole aveva ragione: doveva volare! O doveva almeno provarci … Aveva ancora paura, è vero, ma adesso si sentiva molto più forte, i suoi amici erano riusciti a infonderle coraggio e sicurezza! Sapeva che nel momento fatidico del volo, le sarebbero stati vicino con il loro grande affetto, avrebbero volato insieme a lei … non sarebbe stata sola in quel momento così difficile! “Allora…vado?” chiese timidamente la farfalla. Sole, Vento e Arcobaleno annuirono dolcemente sorridendo. “Siamo tutti con te!” la rassicurò Vento. “Con te!” ripeterono Sole e Arcobaleno. Sole le porse un suo lungo raggio, lei si aggrappò ad esso con tutte le sue forze, guardò un’ultima volta i suoi amici, osservò un’ultima volta la sua immagine riflessa nell’acqua, sbatté le alette colorate e chiuse gli occhi! Continuò a sbattere le ali con vigore, con tutte le sue energie sempre avvinghiata al raggio di Sole…poi, ad un certo punto … decise che era arrivato il momento: mollò la presa senza mai smettere di agitare le ali con energia … aprì gli occhi e ….non ci poteva credere!!! Volava!!!! Stava proprio volando! Un leggero alito di Vento la spinse dolcemente verso le bande colorate di Arcobaleno e lei si lasciò trasportare dolcemente, sicura che non le sarebbe accaduto niente di male, ce l’aveva fatta ormai! Fece delle piroette allegre nell’aria tersa e profumata … Sole aveva proprio ragione: cosa si sarebbe persa se non avesse deciso di volare … il mondo era meraviglioso visto dall’alto!! E con quelle ali quante altre cose avrebbe potuto scoprire!!! “Grazie amici miei! Grazie davvero!” “Hai imparato presto, eh? Sii prudente, mi raccomando … non ci far pentire di averti aiutato a volare! Ahahah!” scherzò Sole. “No, non potrei mai! Ma ora che fate? Mi abbandonate?” “No, certo che no! Gli amici non si abbandonano mai! Stai tranquilla, continueremo a stare con te finchè lo vorrai!” rispose Vento “Allora non mi lasciate mai, ok? Ora, però, vado a fare un giro, torno presto, non andate via,eh? … grazie ancora” Farfalla fece ancora qualche giravolta in onore dei suoi tre cari amici e poi si allontanò, felice di ciò che aveva appena appreso: in un colpo solo aveva imparato a volare e aveva imparato la sua prima lezione da adulta: l’amore di un amico può aiutarti a superare le prove peggiori, persino l’impossibile può sembrare attuabile se c’è un amico che è lì con te!


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