Era il 18/3/86, e alle 15.50 decollavo col mio “Spillone” totalmente “pulito” per un volo prova supersonico. Per un pilota caccia-bombardiere abituato ad andare in giro con tips, pylons, dispenser e talvolta anche razziere, volare con l’avione pulito rappresenta sempre una sensazione particolare! Decollo, salgo come una “spia” ed in men che non si dica mi ritrovo a 37.000 ft.; accelero e, dopo i primi controlli supersonici, salgo a 39.500 ft per il “rush” finale . L’ A/B è ancora tutto dentro, l’avione corre, mach 2.2, la “SLOW” si accende : devo rallentare. Sono di nuovo subsonico, a destra c’è il Conero, un attimo prima c’era il delta del Po. Viro a destra in discesa per quote più “umane” inbound alla base per effettuare gli altri test, e a metà virata una prima luce antipatica: Fix Freq Out (l’F104 ha energia elettrica a frequenza fissa – Fixed Frequency) e a corrente alternata (A.C.). Fix Freq Out è una luce del pannellino avarie che indica che si è persa l’energia a Frequenza Fissa). Quante volte mi sarà successo nelle (allora)quasi 2000 ore di volo che ho passato sullo Starfighter: premo quel famoso pulsante e tutto torna come prima! E allora lo faccio, ma non succede assolutamente niente, la Frequenza fissa rimane Out. OK, lo faccio di nuovo, e qui cominciano le grandi sorprese. In un attimo mi trovo “al buio”: Gen1 Out e Gen2 Out, completa avaria elettrica. La cosa si fa seria : sono in Emergenza. La dichiaro subito a Romagna APP, e subito si inserisce la SOR (la sala operativa (Squadron Operation Room- Sala operativa del Reparto) per darmi manforte – Biagio che hai ?- – Sono in completa avaria elettrica, adesso imposto il “precauzionale”,e vengo giù. – OK, ricordati che dovrai tirare fuori la “R.A.T.”. (Ram Air Turbine, è un generatore esterno di energia elettrica. Si tratta sostanzialmente di un’elica che viene estratta dalla fusoliera del velivolo e, investita dall’aria, comincia a girare generando, con questo movimento rotatorio, l’energia elettrica necessaria per gli impianti base dell’aeroplano). – Sì, ora applico tutta la procedura e la tiro fuori. Ho già tanta esperienza, ne ho viste di cotte e di crude e adesso devo fare una cosa che non avevo mai fatto prima, devo usare la R.A.T. OK, tiriamo questa maniglietta gialla … quanto rumore, ma almeno le lancette degli strumenti hanno ripreso la loro vita “guizzante”: ho di nuovo energia elettrica. La velocità va bene, fuori i flaps. Intanto scendo, scendo, e scendo ancora : il campo si avvicina. OK, la pista è là davanti, la velocità l’ho ridotta e ora è giusta, 1600 ft, è ora di tirar giù il carrello : OK, è fuori. Cribbio, cos’è questo silenzio improvviso? E perché il muso ha preso a puntare il suolo? – SOR, ha piantato il motore, mi lancio! – OK – NO, HO UN PAESE DAVANTI, CERCO DI SALTARLO E POI MI LANCIO !!! – OK Sto puntando un prato; DIO si avvicina troppo, è ora di tirare la maniglia, quella più vicina !!! Ma quanto tempo ci vuole prima che parta il tettuccio ed io venga cacciato fuori da questa trappola mortale !? Che botta, ho male alla schiena, i fogli del cosciale mi volano attorno, che male alla schiena, sto facendo la capriola, che male alla schiena, un’altra botta, dev’essere l’apertura, guardo in alto, si è aperto bene, ora devo pensare all’atterraggio, ero molto vicino al suolo, guardo in bas … , DIO ho male alla schiena e alla caviglia. Sono sdraiato su di un fianco con gli occhi chiusi, ma dove? In quale mondo? Sono ancora vivo o no? Apro gli occhi, c’è l’autostrada, ci sono delle automobili che corrono, altre si fermano, sono ancora vivo, oppure “di là” ci sono le stesse cose che c’erano “laggiù”. Mi alzo e mi guardo attorno, ho molto male alla schiena, vedo il fumo nero, arriva gente, una donnetta si avvicina con un bicchiere di Sangiovese in mano : ” beva, la tirerà su ” mi dice tutta affannata . Le chiedo : “Dov’è caduto l’aereo, ci sono feriti, morti ?” Ci sono stati tre morti ed alcuni feriti !!! Il seguito è costituito da una storia giudiziaria ed una vicenda umana che si sono protratte per nove anni prima di arrivare finalmente alla completa chiusura la prima, mentre la seconda ha comunque lasciato dei segni indelebili.
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Alberto Biagetti |