Quando il webmaster di “Voci di hangar” mi ha intimato (nella sua milionesima e-mail) di fornirgli la mia biografia … mi si è fatto tutto nero. Il monitor. S’è spento!
Un segno premonitore? Forse.
Il fatto inquietante è che, dopo aver riattaccato la spina (del monitor), mi sono accorta che stavolta ero io che vedevo nero. E non per causa della spina (dorsale) che mi sentivo ancora saldamente attaccata alla ciccia. No, vedevo nero perché da due ore ormai, scrutavo la pagina bianca del mio programma di videoscrittura senza che un pensiero (neanche lussurioso) mi percorresse i neuroni.
Niente di grave, direte voi. Gravissimo, dico io.
Una scrittrice professionista come me, con una chilometrica bibliografia all’attivo che si lascia intimorire da una banalissima richiesta di biografia? … addio carriera, addio Premio Campiello!?
Fortunatamente una biografia usata (ma in buono stato) l’avevo sottomano, questa:
Alida Casagrande (Sernaglia della Battaglia), scrittrice, vive a Ponte della Priula.
I suoi esordi editoriali di scrittrice risalgono al 1993 con la pubblicazione di un passo scelto del suo romanzo inedito “Non mi cercheresti se già non mi avessi trovata” nell’antologia periodica “Spiragli 25” (Editrice Nuovi Autori). Poi esce il suo primo romanzo “I giorni della tempesta”(1994).
Nel 1997 col racconto “Anatomia di un suicidio”, pubblicato nell’antologia periodica “Spiragli 36” consegue il premio “Spazio a chi sa scrivere” che le consente di pubblicare la raccolta di racconti “A mani vuote”(1997) a cui seguono “Le passioni in grembo al tempo” (2001) e “Le fionde del sentimento” (2001, vincitore del premio “Laboratorio delle Arti”, sezione narrativa). Nel 2000 vince il premio “Laboratorio delle Arti” per la narrativa
Gliel’ho spedita e ho intrecciato le dita (delle mani e dei piedi).
Sapete cosa m’ha risposto? “O Alida!? … continua a scrivere favole vah, che alla tu biografia ghe pensi mì!”
Credo che abbia ragione.
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ombrerose(chiocciola)hotmail.com
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