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Luigi Butti

shuttle lancioSono nato nell’ottobre del 1936 a Rivolta d’Adda (CR) e dal 2006 risiedo a Vimercate (MB).

Avendo frequentato corsi di grafica pubblicitaria, senza peraltro conseguire attestati, ho cominciato a lavorare a 18 anni come disegnatore in una fabbrica di etichette tessute.

Negli anni Sessanta ho esordito come assiduo collaboratore aerospaziale di non poche pubblicazioni giovanili come: Messaggero dei ragazzi, Corriere dei ragazzi, Intrepido, Topolino. In seguito ho lavorato anche per periodici ben più impegnativi come Volare, Aviazione Civile, Rivista Aeronautica, La Protezione civile italiana, Corriere motori, Focus.

Ho fatto in tempo anche a scrivere e illustrare due libri per ragazzi: “Gli aeroplani” e “I cacciatori del cielo”, pubblicati dalle editrici Piccoli e La Sorgente di Milano.

Nei primi anni Settanta ho avuto, dal Corriere della sera, l’incarico di corrispondente di zona, che ho assolto fino al 1998. Mi sono iscritto all’Ordine dei Giornalisti nel 1979.



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Un volo per due

Andrea Barlotti


Nato a Bologna nel febbraio del ’65, vive a Imola. Sposato con due figli. Diplomato all’Istituto d’Arte di Bologna in Architettura. Appassionato di letture, prevalentemente sociologia, psicologia e fantascienza. Ha lavorato nella pubblicità e negli allestimenti fieristici sempre con incarichi di produzione, attualmente libero professionista nel settore commerciale. Coltiva sin da giovane passioni quali la scrittura e la musica a livello amatoriale, componendo anche alcune canzoni come cantautore. Figlio d’arte, i nonni materni erano nel teatro come attori e poi direttori di compagnia, la madre è attrice e il padre è attore e regista oltre che scrivere commedie; insieme hanno fondato e gestiscono la compagnia teatrale amatoriale “Il Piccolo di Imola”.



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Leggero

Luca Brumurelli

shuttle momento lancioAl momento in cui rilascio questa mia biografia a “Voci di hangar” ho ventisette anni e vivo e lavoro a Padova. In realtà sono nato a Feltre (Belluno) ma, fin da bambino, per il lavoro di mio padre, ho vissuto in diverse città italiane come Catania, Napoli, Roma. Padova è l’ultima appunto. Scrivo da quando avevo dodici anni. Ho incominciato (credo come molti ragazzi insicuri e introversi) componendo una quantità enorme di poesie. Alcune di loro mi hanno dato la possibilità di vincere un paio di concorsi indetti dalle varie associazioni culturali. Mi sono avvicinato ai racconti dopo i vent’anni, scrivendo qualche bozza di romanzo, per lo più però racconti brevi. Al contrario delle poesie, non li facevo leggere a nessuno. Solo qualche mese fa ho accettato degli inviti per inserirli in diversi siti dedicati alla letteratura:

www.ioscrivo.net; www.liberodiscrivere.it; www.poesieeracconti.it; www.raccontieletteratura.net, www.scrittinediti.it

e con sorpresa hanno avuto un discreto successo. Anche il Gazzettino ne ha pubblicati un paio in questi giorni. Così mi sono deciso a provare, vedere se l’idea di un lavoro che racchiude alcune di queste storie con un filo logico, possa funzionare e piacere. “L’Ultimo Volo”, il racconto che potete leggere in questo hangar, fa parte di un libro che contiene 22 racconti brevi. Ho intenzione d’intitolarlo “Immobilità” perché penso che quasi tutti i personaggi dei racconti percepiscano dentro di loro questa sensazione. E’ una sorta di viaggio, un percorso, la vita di ognuno di noi. E’ come accompagnare un bambino per mano, lungo il tempo. Osservarlo crescere, combattere con i propri nemici adolescenziali. Riscoprirlo poi quasi per caso un uomo, spesso insicuro, magari solo. E alla fine sorreggerlo, distrarlo dalla vecchiaia. Condividere con lui emozioni, delusioni, rinunce e attese di una vita, perché magari quel bambino o quell’uomo o quel vecchio, potremmo essere proprio noi. Insomma, sono in attesa che un paio di editori ai quali ho inviato il manoscritto mi diano una risposta, sia positiva che negativa. Se mi aiutate a incrociare le dita anche voi, forse questo sogno si avvererà. “L’Ultimo Volo” sta inoltre partecipando a diversi concorsi letterari in corso di scadenza. Ah … dimenticavo di dire che, con il mio gruppo, ho appena terminato di registrare un album ed è già in giro per i negozi. Io suono come bassista e il mio gruppo si chiama: i “K”. Se volete fare visita al nostro sito, l’indirizzo è:

http://listen.to/kappa

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L'ultimo volo

Lupo Bond

elicottero biancorossoNato figlio di un “falegname” nel lontano ’71 in Bologna, già in tenera età avevo la passione di celarmi sotto mentite spoglie! Da qui la scelta di un nome d’arte assai consueto dalle mie parti. Il primo contatto col volo nasce da un desiderio smisurato di veder volare l’aeroplano ritratto nella foto della scatola blu cielo di un aeromodello giallo canarino. Me l’avevano regalato attorno ai 13 anni. Dopo due anni di pianti, spesi per convincere mio padre, liutaio di professione, a costruirmelo, decisi di terminarlo personalmente col risultato di montare la magnifica struttura centellinare dell’ala, in modo tale da conferire al modello un naturale moto di rollio incontrollabile! Il mitico modello consumò la sua fulgida carriera nel campo di Molinella: una gloriosa esplosione pose fine a diversi mesi di attività durante i quali mi aveva procurato non poche soddisfazioni. Dopo anni e anni passati a dilapidare denari in ogni sorta di motore , radiocomando e listelli di balsa, ebbi l’illuminazione: perché non provare personalmente l’ebbrezza del volo? …invece di far godere l’aeromodello? Era il 1991, anno della maturità scientifica: contro tutte le previsioni, la riuscii a conquistare spiazzando con un 38/60 l’odiatissima professoressa di italiano e latino (che avrebbe voluto tenermi con sé ancora un anno!). Era il momento giusto: il diploma era finalmente nelle mie mani dopo 6 lunghi anni di liceo, come avrei potuto non commuovere la mia amatissima Nonna? Ebbene, con abile manovra di accerchiamento convinsi Nonna & Mamma delle grandiosi possibilità che potevano derivare da un brevetto di volo a vela, e fu così che riuscii a saccheggiare i loro risparmi! Il dramma però si doveva ancora consumare! Infatti gli abili circuitori di anime devote ad Icaro, che trovavano la loro sede nell’Aero Club locale, non mi avevano fatto presente i costi di mantenimento dell’agognato brevetto(sic!) tanto che, a tutt’oggi, riesco a volare solo grazie all’anticipo della paghetta del 2005.

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Il volo