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La vite piatta

monoplano loopingIl bello degli incontri conviviali tra piloti è che in quella sede escono i racconti e le avventure più inaspettate e gustose. Vige solo una condizione: che il racconto non duri più del volo stesso! In questo caso l’autore narra, alla sua maniera, un fatto vissuto da un pilota-istruttore collaudatore polacco, carissimo e amato da tutto l’ambiente del volo a vela italiano: Stanislaw Wielgus. Chi ha avuto la fortuna di frequentarlo e di volare con lui, ricorderà ancora la sua buffa parlata italiana. Famose erano le sue massime, tipo: “Amici … radio non è telefono”, oppure: “Meglio buon allenamento che cockpit costoso!” o anche: “Amicco, non spendere soldi per aliante nuovo, tu spendere soldi per volare con aliante”, etc, etc. Ed ora andate in volo con lui … allacciate le cinture.


Racconto / Medio-breve Inedito; ha partecipato alla I edizione del premio letterario “racconti tra le nuvole”, 2012-2013; in esclusiva per “Voci di hangar

Le confessioni di un italiano

auto volante crimson Haybailer“Qualche anno fa mi capitò di passare per lavoro in una linda località Svizzera, l’aria frizzante di una soleggiata mattina di aprile metteva in risalto l’orografia che si stagliava in un cielo limpidissimo privo di nubi …” Comincia più o meno così il racconto di questa esperienza vissuta dall’autore che, all’indomani di un tragico incidente occorso ad un noto campione Volo a Vela italiano, ha deciso di renderlo pubblico. Ciò al fine di sensibilizzare sui temi della sicurezza i piloti praticanti nonché per rendere partecipi i non addetti ai lavori che in volo, nulla è concesso al caso. E se ciò accade … a volte, si riesce anche a raccontarlo. Come nel caso dell’autore, appunto. Stile essenziale ed efficace, più divulgativo che narrativo.


Testo divulgativo / Medio-breve Pubblicato nella: mailing list del Volo a Vela italiano .

La birichinata

mongolfiera colorata involoC’è una malattia che rimane profondamente latente, innocuamente sopita fino a quando i vostri occhi  non accarezzano la visione di un cielo pieno di cumuli o di lenticolari, luminosamente azzurro e sferzato da un vento teso. E’ una malattia che v’induce ad inventare bugie infinite e a scappare in aeroporto, senza badare ai dettagli. Perchè l’aeroporto è l’unico luogo ove riuscite a trovare un qualche provvidenziale beneficio contro questa patologia. Ebbene questa malattia si chiama: “volare”. Ne sanno qualcosa i piloti di aliante che, legati più di altri alle vicissitudini atmosferiche, non ci penseranno più di tanto a mollare lavoro, famiglia e ammennicoli vari per involarsi. Finalmente! Ne sa soprattutto qualcosa l’autore che sì … insomma, reo confesso, narra di una sua splendida esperienza di volo. Non senza sottolineare quanto sia sciocco (se non pericoloso) affrontare il cielo in giacca e cravatta. Elegante sì, ma surgelato!

Diario giornalistico con un vezzo piacevolmente narrativo. Sembra di essere con Claudio nell’abitacolo dell’Hornet: vi suggeriamo di leggere il racconto solo dopo aver indossato guanti e doppio paio di calzini.


Narrativa / Medio-breve Pubblicato:  in esclusiva per “Voci di hangar”.

Claudio Cavolla

aeroplano bluHo una certa ètà, vivo sul Garda, mi sono formato come pilota di aliante a Valbrembo e poi ho volato in tanti posti da Calcinate ad Asiago, L’Aquila, Arezzo etc. Attualmente non appartengo a nessun AeroClub confederato proprio perché non mi identifico in quelli che conosco per metodologie o costi. In futuro tornerò ad Asiago con una nuova formula di aliante a decollo autonomo costruito nella Repubblica Ceca. Egidio Galli mi ha classificato “passero solitario”. Volo da 18 anni e ho all’attivo 500 ore di volo fatte con 500 decolli. Da qui si capisce tutto. Ho commesso l’errore di aver paura a comprarmi un aliante usato tutto mio. Ho il terrore della burocrazia – delle scadenze, degli adempimenti -, dell’incertezza di essere in regola con le normative che orbitano attorno a chi possiede qualcosa, sempre più nebulose. E poi il carrello, il paracadute, le revisioni – se ti fermano i vigili sei sempre fuori regola -, la concessione per l’uso della radio … etc, etc. L’aliante é lungo 6 metri ma la striscia di carte bollate che ti trascini dietro é lunga un chilometro. Ogni tanto faccio un volo dove mi capita, tanto per togliere la ruggine e sperare di ricordarmi come si tiene su un aliante. Spero nei prossimi 40 anni!

Ha partecipato alla I edizione del Premio letterario “Racconti tra le nuvole” 2012-2013 giungendo XVI classificato nella classifica generale dei racconti ammessi alla fase finale del concorso

Per inviare impressioni, minacce ed improperie all’autore:

c.cavolla(chiocciola)tiscali.it

 


Nel sito sono ospitati i seguenti racconti:

 


La birichinata

Le confessioni di un italiano

La vite piatta

Spionaggio nei cieli