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Aeroporto

Ecco che sento di nuovo quella vibrazione. Quel senso di eccitazione e piacere, quasi come se il viaggio fosse lo scopo e non il mezzo. Le migliaia di persone che formicolano nelle sale d’attesa, con mille storie, i negozi cari e ovvi, il profumo artificiale e soprattutto quel ronzare basso degli aerei che atterrano e partono, portando con loro carichi di pensieri. Come sembrano grandi nel buio. Le piccole finestrelle come cento occhi e quella grande coda colorata. Un paesaggio del futuro, fuori di questo terminal che sembra anch’esso la pancia di un aereo. La luce dell’alba si fa avanti piano sul grande campo di operazioni. Non c’é nessuna piccola sagoma umana là fuori. Solo grossi mostri alati che vibrano, luci intermittenti e macchine di servizio ausiliarie.

Iniziano ad arrivare persone. Come sempre sono in un tremendo anticipo, per godermi con calma le sensazioni che si incollano piano sulla mia pelle, una dopo l’altra, una alla volta. Libertà, calore, solitudine, malinconia.

Iniziano ad arrivare persone e con loro anche la luce oscena. É come svegliarsi un’altra volta. Un altro traumatico passaggio alla coscienza. Voci forti, chiassose. Luce chiara, appuntita. I grossi mostri alati non fanno più paura, non sembrano più venuti da un altro mondo. Non sembrano più Dei alieni da adorare e temere. La gente aspetta di riempirli. Come semplici aerei da trasporto passeggeri. La luce é apparsa del tutto.


# proprietà letteraria riservata #


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Aeroporto

superjumboPrendete un aeroporto … fatto! Prendete l’aerostazione … fatto! Metteteci un po’ di aeroplani commerciali … fatto! Aggiungeteci un po’ di passeggeri … fatto! Spruzzateci una buona dose di spirito di osservazione e una spiccata vena poetica … fatto! Mescolate il tutto e avrete ottenuto un racconto breve, delicato e malinconico. L’aeroporto così come non lo avrete mai visto.


Narrativa / Breve Pubblicato nel sito: “Scrittura fresca”

Fabbrix

tornado verdeFabrizio J. Burlando nacque il 30 settembre 1974 a Genova in un salone automobilistico. Dopo essere nato spiccò il volo ed i suoi genitori impiegarono quasi due anni per recuperarlo. A tredici anni si recò in America e fu imprigionato per aver dipinto di pirulò la Statua della Libertà. Cinque minuti dopo fu scarcerato e nominato eroe nazionale perché la statua colorata aveva avuto molto successo fra i giovani. A ventidue anni celebrò il suo ventitreesimo compleanno ed ingoiò una scultura di Picasso che aveva scambiato per un pasticcino; da quel momento soffrì sempre di gravi problemi intestinali. A venticinque anni intraprese la carriera di archeologo dimostrando attitudine ad ingoiare sarcofagi e tombe ed anche a scrivere libri sulle sue esperienze di lavoro. Oltre al Libro in questione ha scritto anche: “La tomba di Eustachio” e saggi sull’attività discografica di TutaNick Kamen. Infine è anche uno degli autori del libro demenziale “Owen Jones alla ricerca dell’Orto Perduto”. E’ appassionato di fotografia, scrittura, viaggi e cibo etnico (come potrebbe essere altrimenti?).

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fabbrix(chiocciola)yahoo.co.uk .


Nel sito sono ospitati i seguenti racconti:


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