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Il volo

Nasce con te e non ti abbandona mai, in ogni momento della vita.

Un’esigenza, un’emozione che non può essere negata, repressa da nulla.

Come una bella donna che, costosa nella sua eleganza, ti eccita e ti lega a sè, senza via di fuga.

E’ un’angolazione, un filtro opacizzante delle brutture umane, che lascia trasparire solo il bello del colore e che eccita la nostra visione.

Così, nella malgama di cielo che ti accerchia, nel turbinio dell’aria che scivola attorno a noi, purifichiamo il nostro animo dall’incoscienza generale intorpidito.


  #proprietà letteraria riservata# §§  in esclusiva per “Voci di hangar”  §§


Lupo Bond

Il volo

aereo giallone occhiolinoChe cos’è il volo? Ciascun pilota, sulla scorta delle sue esperienze, se ne è fatto un’idea, quasi sempre  del tutto personalissima. Questa è in forma poetica … d’altra parte, il volo non è forse una poesia?


Poesia / Breve Inedita.

Lupo Bond

elicottero biancorossoNato figlio di un “falegname” nel lontano ’71 in Bologna, già in tenera età avevo la passione di celarmi sotto mentite spoglie! Da qui la scelta di un nome d’arte assai consueto dalle mie parti. Il primo contatto col volo nasce da un desiderio smisurato di veder volare l’aeroplano ritratto nella foto della scatola blu cielo di un aeromodello giallo canarino. Me l’avevano regalato attorno ai 13 anni. Dopo due anni di pianti, spesi per convincere mio padre, liutaio di professione, a costruirmelo, decisi di terminarlo personalmente col risultato di montare la magnifica struttura centellinare dell’ala, in modo tale da conferire al modello un naturale moto di rollio incontrollabile! Il mitico modello consumò la sua fulgida carriera nel campo di Molinella: una gloriosa esplosione pose fine a diversi mesi di attività durante i quali mi aveva procurato non poche soddisfazioni. Dopo anni e anni passati a dilapidare denari in ogni sorta di motore , radiocomando e listelli di balsa, ebbi l’illuminazione: perché non provare personalmente l’ebbrezza del volo? …invece di far godere l’aeromodello? Era il 1991, anno della maturità scientifica: contro tutte le previsioni, la riuscii a conquistare spiazzando con un 38/60 l’odiatissima professoressa di italiano e latino (che avrebbe voluto tenermi con sé ancora un anno!). Era il momento giusto: il diploma era finalmente nelle mie mani dopo 6 lunghi anni di liceo, come avrei potuto non commuovere la mia amatissima Nonna? Ebbene, con abile manovra di accerchiamento convinsi Nonna & Mamma delle grandiosi possibilità che potevano derivare da un brevetto di volo a vela, e fu così che riuscii a saccheggiare i loro risparmi! Il dramma però si doveva ancora consumare! Infatti gli abili circuitori di anime devote ad Icaro, che trovavano la loro sede nell’Aero Club locale, non mi avevano fatto presente i costi di mantenimento dell’agognato brevetto(sic!) tanto che, a tutt’oggi, riesco a volare solo grazie all’anticipo della paghetta del 2005.

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Il volo