C’era una volta una nuvola che vagava senza una meta precisa e nessun passato da portare con sé. Essendo una nuvola, lei semplicemente esisteva, con noncurante incostanza, sicura dello spazio e della sua libertà. Come tutte le nuvole, non conosceva ostacoli. Leggera e incorporea, era certa che avrebbe continuato a fluttuare per sempre. Era convinta di avere il dono di sottrarre la luce alle stelle, di poter rubare i raggi del sole e di essere in grado di costringere la luna a vestirla del suo pallore. Nessuno le aveva detto che per brillare aveva bisogno di farsi trasportare dal vento; ma quando lui arrivò, lei percepì chiaramente la sua forza e capì che nulla avrebbe potuto distoglierlo dal suo cammino. Lui era saldo e incrollabile, aveva un compito e una direzione, e si girò appena a guardarla, considerando distrattamente la possibilità di afferrarla. “Portami con te”, disse la nuvola al vento, esitando solo il tempo di un sospiro. Lui si fermò ad osservarla, considerandola stavolta con più attenzione, e sembrò che un refolo di dolcezza, un respiro appena, lo attraversasse. “Lo farò”, rispose, “ma sappi che da questo viaggio non c’è ritorno: lungo il cammino ti scioglierai e sarai pioggia, oppure, semplicemente, ti dissolverai nel cielo”. Ma la nuvola ormai aveva deciso. Quando il vento la avvolse nel suo vorticante abbraccio, la nuvola capì davvero che non poteva essere per sempre. Il vento aveva il compito di creare la pioggia, di trasportare i semi e di far crescere le foreste. Il vento, inesorabilmente, avrebbe dovuto continuare a soffiare. E le nuvole non possono sperare di fermare il vento. Però la nuvola pensò che non poteva permettersi di preoccuparsi del futuro perché le nuvole, a volte, vivono un attimo appena. Lei sapeva soltanto che lui l’avrebbe fatta volare, che l’avrebbe fatta danzare vicino alla luna e l’avrebbe fatta scintillare di milioni di stelle. Per le nuvole, a volte, l’eternità è nel momento. Loro non si preoccupano troppo del futuro e quando incontrano il vento, si sorprendono a pensare che nulla sia impossibile. Alla fine, sfiorata dai raggi del sole, la nuvola si abbandonò all’impeto del vento.
Alzando gli occhi, se si è molto fortunati, a volte si possono scorgere ancora, la piccola nuvola che brilla ed il vento che la fa correre e danzare. Di certo sanno entrambi che nulla dura per sempre. Ma stanotte, nonostante tutto, sono ancora insieme lì in alto, prossimi a sfiorare le stelle, la piccola nuvola che brilla ed il vento.
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Arethusa |