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Hugo Christensen

ahugNon amava parlare di sè ma, consapevole che presentarsi costituisce una forma di cortesia nei confronti degli organizzatori del Premio letterario “RACCONTI TRA LE NUVOLE” e di chi – se del caso –  leggerà le sue avventure, aveva scelto la via del compromesso e si era firmato HUGO seguito dal nome della madre danese, CHRISTENSEN. All’anagrafe risultava però come:Ugo Paolillo.

Purtroppo “era” e “aveva” perché Ugo ci ha lasciato per sempre a causa di un tragico incidente di volo avvenuto nel luglio 2023 nei cieli di Rieti a bordo del suo amato “Papero” – come affettuosamente lo avevamo soprannominato – il suo Fournier RF-3 ultraleggero. Ci ha lasciato alla veneranda età di 83 anni, 60 dei quali vissuti volando indifferentemente con aeroplani, alianti, motoalianti e ultraleggeri vari.

Ugo, versione italianizzata di Hugo, era pilota di aliante, di ultraleggeri e di aerei. E’ stato più di una volta campione italiano di volo a vela nelle competizioni di velocità e di distanza.

Deteneva il record di volo con aliante – ancora oggi imbattuto – di oltre 1000 km con punti di partenza e di volo prefissati svolto interamente in territorio italiano, lungo la dorsale appenninica e in termica. E ha compiuto questa impresa lungamente cercata e poi concretizzata con un aliante neanche di ultimissima generazione.

Da questa esperienza ha tratto il racconto: “La prima termica del mattino” che è ospitato nel nostro hangar e che ha firmato con lo pseudonimo A HUG.

Con il medesimo pseudonimo aveva  firmato invece i racconti : “La Daunia brucia! ” e “Imprese inutili“, ugualmente ospitati nel nostro hangar ma, all’epoca, ufficialmente andati in stampa nelle pagine della blasonata VOLA A VELA, storica rivista dedicata al mondo del volo silenzioso.

La FAI (Federazione Aeronautica Internazionale) gli aveva assegnato il diploma Paul Tissandier per meriti nel campo delle attività aeromodellistiche.

E’ stato per diversi anni componente del collegio dei probiviri presso l’AeroClub d’Italia.

Negli ultimi anni, smessi gli abiti del magistrato, si era calato con impegno in quelli dello scrittore di narrativa e, non senza un lungo travaglio, aveva pubblicato il suo primo romanzo intitolato “Dove il tempo non era mai stato” che abbiamo avuto l’onore e il privilegio di visionare in anteprima come manoscritto prima e poi leggere come volume della collana “Narrativa” dell’editore Logisma. Contava di farne una seconda edizione migliorata e corretta alla luce di una capacità narrativa più matura e raffinata di quella di esordio. Contava anche di ricavarne una sceneggiatura cinematografica dopo aver tradotto il romanzo in lingua inglese. Non ultimo aveva già messo mano a un secondo romanzo del genere thriller-poliziesco ispirato e sostenuto da quell’enorme bagaglio materiale di vita professionale accumulato nel corso della sua lunga carriera professionale. Chissà …

Per inviare impressioni, minacce ed improperi all’autore avremmo normalmente pubblicato la sua e-mail ma, consapevoli che non potrà più rispondere per ovvi motivi, ci piace ricordare solamente che il suo indirizzo di posta elettronica  era costituito dalle sigle di gare di uno dei suoi tanti alianti … cieli sereni tretango! Vola alto e lontano, Ugo.


Nel sito sono ospitati i seguenti racconti:


Nel cielo di Cecenia

A Hug

 ahugAngelo Hug (da non confondersi con: “A-hug”, tipica espressione di assenso usata con molta frequenza dai Pellerossa dell’America settentrionale prima di imbattersi nei “fratelli” bianchi), comincia a volare decollando dal seggiolone per poi atterrare sul sottostante pavimento marmoreo della casa natale.

L’esperienza lo entusiasma a tal punto da sognare, già in tenerissima età, di trasformarsi in essere alato. Ed è per questo motivo che, appena può, consegue tutte le licenze e le abilitazioni di volo compatibili con l’esigenza di restare per aria.

Eccolo, dunque, pellegrino del cielo, affrontare molti suoi sogni: dalle Alpi alla Calabria, passando per Rieti. Fino a quando, un giorno dello scorso inverno (anno 2000), atterra con il proprio aliante in un campo sperduto in un remoto territorio del Sud Africa. Rischia il linciaggio da parte delle popolazione locale, ma appena si qualifica, pronunciando il suo nome, A Hug appunto, vede la marmaglia innalzarlo sulle spalle e, al grido reiterato: “Hug, hug”, adorarlo su una specie di altare, elevato, nel suo pensiero, al rango di un dio alato.

Rintracciato fortunosamente dopo molte ore dalla squadra di recupero, apprende con raccapriccio che, nell’idioma locale, “Hug, hug” costituisce l’equivalente del “mo’ se lo famo” di romanesca estrazione lessicale.

Al termine di lunghe contrattazioni viene barattato con la sua variopinta tuta di volo. In mutande, ma vivo, l’abbandona a malincuore agli indigeni. Su di essa spicca la toppa di una testa d’aquila e il motto “Vola lento e basso”.

Questa simpatica biografia, scritta dall’autore con la sua proverbiale ironia e acume, lo descriveva a tutto tondo. Purtroppo A Hug, all’anagrafe Ugo Paolillo, ci ha lasciato per sempre a causa di un tragico incidente di volo avvenuto nel luglio 2023 nei cieli di Rieti a bordo del suo amato “Papero” – come affettuosamente lo avevamo soprannominato – il suo Fournier RF-3 ultraleggero.

Ci ha lasciato alla veneranda età di 83 anni, 60 dei quali vissuti volando ovunque indifferentemente con aeroplani, alianti, motoalianti e ultraleggeri vari.

Per inviare impressioni, minacce ed improperi all’autore avremmo normalmente pubblicato la sua e-mail ma, consapevoli che non potrà più rispondere per ovvi motivi, ci piace ricordare solamente che il suo indirizzo di posta elettronica  era costituito dalle sigle di gare di uno dei suoi tanti alianti …

Cieli sereni tretango! Vola alto e lontano, Ugo.


Nel sito sono ospitati i seguenti racconti:


La Daunia brucia!

Imprese inutili

La prima termica del mattino


Nel cielo di Cecenia