titolo: No dream is too high – Life lesson from a man who walked on the moon [Nessun sogno è troppo elevato – Lezioni di vita da parte di un uomo che ha camminato sulla Luna]
autore: Buzz Aldrin
con la collaborazione di: Ken Abraham
editore: Editore National Geographic Partners, LLC.
anno di pubblicazione: 2016
ISBN: 9781426216497 e 978-1-4262-1650-3
C’era una volta il libro. Intendo il libro fisico, fatto di pagine, copertina e rilegatura, con testo ed immagini e odore di carta.
Un odore che inebria. La prima cosa che ci si sente dire quando paragoniamo il libro fisico con quello elettronico è questa: “a me piace ficcare il naso tra le pagine e sentire l’odore della carta …”
Il libro elettronico, l’ebook, il nuovo venuto che ha sostituito il libro tradizionale, non ha odore. Non ha consistenza, non si può prendere da uno scaffale e sfogliarlo tra le mani. Non si può neppure prestare, scambiare tra amici e riavere indietro dopo un certo tempo.
L’ebook sta nel suo scaffale virtuale, non occupa spazio fisico. Si apre all’interno di un lettore, su uno schermo e si sfoglia per modo di dire mandando avanti e indietro le sue pagine che sono solo schermate elettroniche.
Tuttavia, l’ebook è destinato ad inserirsi profondamente nel mercato del libro, per tanti motivi. Solo per citarne alcuni:
- I libri elettronici non occupano spazio, non necessitano di enormi scaffalature, non raccolgono polvere e non costringono ad approfondite e frequenti pulizie.
- In un Kobo o in un Kindle, che sono i più comuni lettori di ebook, entrano tanti libri, anche alcune migliaia, occupando solo la memoria interna, ma poi questi lettori hanno lo slot per una memoria aggiuntiva, tipo micro SD, di parecchi Gb. Allora nel lettore possiamo stivare l’equivalente di intere biblioteche.
- I libri elettronici non si comprano in libreria, ma su siti internet appositi. Si pagano online e si scaricano in pochi minuti e subito sono disponibili per la lettura.
- E’ possibile reperire libri da ogni parte del mondo. In altre parole non serve andare in America per avere un libro disponibile solo sul mercato americano, né dobbiamo ordinarlo e farcelo spedire. Si apre un mondo enorme di possibilità che non esisteva solo una decina di anni fa.
Che dire? Il futuro è già qui.
Mi è stato regalato un Kobo. Le mie sorelle sapevano che ordinavo libri negli Stati Uniti attraverso una libreria specializzata che si trova al centro di Roma. Hanno pensato di farmi cosa gradita, così che potessi scaricare i libri desiderati, se disponibili.
Quando ho ricevuto questo regalo, mi ha fatto piacere, ma ero scettico sulla sua reale utilità. Anch’io appartengo a coloro che vogliono sentire l’odore della carta. Solo dopo un certo tempo mi sono deciso a scaricare qualche libro, giusto per fare la prova.
Poi mi si è aperto un mondo sterminato. In meno di un anno ho scaricato oltre centocinquanta libri nel mio Kobo. Ne ho letti molti e continuo a leggerli ogni volta che posso.
Tra gli argomenti di mio interesse c’è, ovviamente, il volo. Ma anche l’informatica, la scienza, i viaggi, la geografia etc.
E la storia della conquista dello spazio e le missioni Apollo.
Ho scaricato tutti i libri disponibili scritti dagli astronauti stessi, quelli che hanno fatto parte delle prime esperienze preparatorie alla corsa alla conquista della Luna e che poi sulla Luna ci sono andati veramente.
Uno dei personaggi più illustri tra questi astronauti è il secondo uomo a mettere piede sul suolo lunare: Buzz Aldrin.
Molto recentemente mi imbattevo spesso nella pubblicità di un libro che Aldrin aveva scritto, intitolato: “No dream is too high”. Su Facebook girano spesso notizie del genere. Non avevo idea su come poterlo ordinare e leggere, ma da una breve ricerca ho scoperto che era disponibile la versione ebook. Avevo il Kobo e in pochi minuti il libro era nella sua memoria interna, pronto per essere letto. Fantastico.
Aldrin è stato il secondo essere umano a posare il piede sulla superficie lunare. Il primo è stato Neil Armstrong.
Già essere stato sulla Luna non è un fatto di poco conto per chiunque. Sin dalle prime pagine si può intuire che l’autore è rimasto profondamente influenzato dall’esperienza. Il libro è un’autobiografia un po’ particolare, ma la cosa che traspare maggiormente riguarda proprio l’effetto che una tale impresa ha avuto sulla vita personale di Aldrin dopo il rientro sulla Terra.
E’ un discorso complesso, tanto articolato da non poter essere sintetizzato in poche parole, neppure in una recensione come questa. Aldrin ha scritto diversi libri e, non esagero a dire, bisogna leggerli tutti per avere un quadro, se non completo, almeno migliore.
Il primo capitolo ha per titolo: “The sky is not the limit. There are footprints on the moon – [Il cielo non è il limite. Ci sono impronte sulla Luna]”.
Certo, si dice che il limite è il cielo. Perfino noi che voliamo usiamo questa espressione. Ma per un astronauta non vale. Lui va ben oltre il cielo. E già questo, si intuisce, può dare una sensazione di onnipotenza dalla quale diviene poi difficile difendersi affinché non diventi patologica.
Il capitolo quattro è altrettanto illuminante: “Second comes right after first”
Il secondo viene subito dopo il primo. Questa è la frase che Aldrin si è sentito ripetere molto spesso, sia prima che dopo l’impresa di sbarco sulla Luna. Tutti lo volevano in qualche modo consolare della delusione di essere stato il secondo a scendere dalla navetta. Il mondo avrebbe ricordato il primo. Lui sarebbe passato alla storia. Il secondo avrebbe avuto una minore importanza, la sua figura sarebbe rimasta inesorabilmente nell’ombra del primo. E pensare che secondo le regole in vigore fino a pochi giorni prima del lancio sarebbe spettato a lui scendere la scaletta davanti ad Armstrong. Ma poi le regole sono state cambiate per ragioni forse politiche e anche di opportunità.
Ma per lo spirito ferocemente competitivo esistente a quel tempo tra gli equipaggi … la differenza tra il primo e il secondo era abissale. Infatti per tutto il libro se ne percepisce l’effetto sulla capacità di riadattamento alla vita comune dell’autore.
Nessun sogno è troppo alto, dice il titolo. Ma il sottotitolo dice anche che nel contenuto ci sono lezioni di vita da parte di chi ha camminato sulla luna.
Le lezioni ci sono. Resta da capire se Aldrin le ha scritte per aiutare gli altri nelle scelte di vita, per raggiungere i sogni, per quanto alti questi possano essere, oppure per aiutare se stesso ad affrontare la propria incapacità di tornare ad una vita normale, dopo essere salito tanto in alto.
Tutta la vita di questo astronauta è stata eccezionale. Pilota militare, ha combattuto in Corea, abbattendo anche un MIG. Laureato al MIT in scienze aeronautiche con una tesi che riguardava proprio le tecniche di aggancio tra due veicoli spaziali, il famoso rendez-vous che è divenuto poi la manovra chiave che ha reso possibile la conquista della Luna, è entrato alla NASA ed ha cominciato un difficilissimo programma di formazione e addestramento durato anni.
Lanci e passeggiate spaziali eseguiti con successo si sono svolti insieme alle vicende di vita personale, come il matrimonio, i figli, i viaggi, lo studio etc.
Infine il programma Apollo, funestato da un paio di incidenti che ne hanno rallentato lo svolgimento. L’Apollo 11, quello del primo sbarco sulla Luna rappresenta la vetta più alta raggiunta. Il libro riguarda anche questo. Ma soprattutto riguarda il dopo. La vita che segue un simile, grandissimo evento. Gli effetti inaspettati e all’epoca sconosciuti che da quel momento in poi, in un lento crescendo, hanno travolto la vita personale e familiare di Aldrin, con problemi di alcolismo e di depressione.
Gli astronauti erano tutti piloti, tranne uno, che era un geologo e ha fatto parte dell’Apollo 17, sbarcato sulla luna nel 1972 insieme a Gene Cernan.
Impensabile parlare di depressione per un pilota. Solo parlarne avrebbe avuto ripercussioni sulla carriera. E l’alcolismo non era considerato un problema. Tutti bevevano, era un fatto comune.
Aldrin ha capito che le cose non stavano così. Ha avuto il coraggio di affrontare l’argomento e i rischi connessi ed ha chiesto aiuto.
I luminari di allora non erano molto preparati. Tutto andava studiato e sperimentato.
Lo studio e la sperimentazione di cure idonee per problemi del genere sono iniziati grazie ad Aldrin. Di questo, poi, hanno tratto beneficio anche altri astronauti, che si sono trovati a dover affrontare gli stessi problemi.
Il libro parla anche di queste cose.
Leggere il racconto dettagliato di chi ha vissuto fatti tanto eclatanti è molto interessante. Se ne percepisce la complessità, la difficoltà, le emozioni che hanno accompagnato avvenimenti che conosciamo solo attraverso i giornali e la televisione. Il primo sbarco sulla Luna è stato per tutti un fatto epocale e ognuno di noi sa dire dov’era in quei giorni. Tutti ricordano la notte di luglio e le immagini in bianco e nero dei due uomini che per la prima volta si muovevano sul suolo lunare. Leggendo il libro mi sono ritrovato spessissimo a ricordare e a fare un parallelo tra le mie vicende personali di quei giorni, mentre Aldrin descrive la sua storia.
Ci sono tante altre cose da dire su questo argomento. Come ho già detto, non è possibile sintetizzare in poche righe la storia delle conquiste spaziali. Ma Aldrin ha scritto altri libri. Ed anche molti altri astronauti lo hanno fatto. Ci sono elementi in comune tra queste storie.
Avremo modo di riparlarne.
Recensione a cura di Evandro Aldo Detti (Brutus Flyer)
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