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Il volo

Tutti da bambini voliamo! Anzi la cosa certa è che iniziamo a volare prima di saper camminare. Perché, mentre la capacità di volare è una qualità che nasce con noi, quella di camminare bisogna acquisirla. Poi crescendo, la qualità innata, è sostituita da quella acquisita. Da piccoli si comincia a volare subito appena nati e se non fosse per gli adulti, si rimarrebbe sempre in volo. Sì perché il volo avviene sempre durante le distrazioni degli adulti. Più si distraggono più si vola. Ogni occasione è buona per librarsi in aria, prima solo per pochi attimi perché genitori e parenti ci controllano continuamente, poi sempre di più, minuti, ore. Alcuni bambini prendono il volo per sempre, beati loro! Senza nessuno che li controlli! È una sensazione straordinaria, e riviverla da adulti lo è molto di più, qualcosa di indescrivibile. Sentire l’aria fresca avvolgerti, guardare negli occhi gli uccelli dentro il loro nido, sfiorare un aereo con le mani. Favoloso! Non crediate che sia una cosa semplice, anche se tutti possono riuscire a farlo. È necessario però credere fermamente e tornare indietro, non solo con i ricordi, ma con l’anima, di più, sempre più indietro nel tempo, fino al momento della nascita. I ricordi sono ben custoditi, al sicuro in un angolo della mente. È lì che bisogna arrivare, lì c’è spiegato tutto. Non è come credete e come anch’io credevo prima! Non è necessario agitare freneticamente le braccia, non serve. Non bisogna assumere una posizione simile a quella di Superman, sarebbe ridicola. Poi bisogna fare molta attenzione a non cercare di allenarsi volando giù dalla finestra o da un precipizio. Servirebbe solo a lasciaci la pelle. Non è così che si vola. Vi renderete conto da soli che siete pronti quando, concentrandovi sui primi attimi della vostra esistenza, sentirete un brivido improvviso percorrervi dalla testa ai piedi, entrarvi nelle ossa, nei muscoli, nel sangue e liberarvi da tutto il peso del vostro corpo. Come per magia, pian piano vi solleverete dal suolo. Bastano già pochi centimetri per darvi quella sensazione meravigliosa che è il volo. E un nuovo mondo insospettato vi si mostrerà nella sua interezza. Vedrete tutti quanti gli altri che hanno reimparato a volare. Non siamo in molti per la verità, a parte i bambini. Ma anche quelli cominciano a scarseggiare. È inutile che vi sbracciate a salutare parenti e conoscenti mentre siete in aria, nessuno può vedervi. Solo chi vola vede chi vola! Avete mai visto nessuno volare?


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Emtes

Volare

Mi ricordo che quando ero vecchio scoprii un luogo che, per me, poi diventò sacro. Quel posto, forse dimora dei sogni, rimarrà per sempre avvolto nel mistero. Era un luogo ove trascorrevo buona parte delle mie giornate. Quando avvertivo una leggera brezza, capivo di essere giunto quasi alla fine del sentiero. In quel momento, il corpo cominciava a svuotarsi donandomi una sensazione di pace. In quel magico stato chiudevo gli occhi, continuavo a camminare solo di qualche passo e poi mi fermavo. Quando riaprivo gli occhi, dinanzi a me, si presentava un panorama stupendo. Il mio sguardo finalmente poteva spaziare senza incontrare alcun ostacolo: era libero! Gioiosamente libero! Allora, esso scendeva giù a strapiombo sfiorando le onde del mare. Risaliva rapidamente attraversando, con rispetto, i secolari alberi d’olivo; e, ancora, arrivava a sfiorare quelle casette bianche per poi sparire dietro le isolette sparse sul mare. Eccolo, ricomparire eccitato, accompagna in volo dei gabbiani, lasciandoli poi per ritornare sempre triste, dopo aver finito troppo in fretta quella gioiosa corsa. Ecco, forse, in quella visione e in quelle sensazioni era racchiuso il senso di tutta un’esistenza. Un giorno, proprio in quel luogo, mi accadde qualcosa di prodigioso. Ascoltate. Dopo aver liberato il mio sguardo, come sempre, nel panorama stupendo, mi accorsi che dietro di me cominciavano a fermarsi dei gabbiani. Erano tanti, tutti alle mie spalle; immobili, come incantati, osservavano il vuoto dinanzi, così come facevo io. D’improvviso, quelle creature, cominciarono a danzare ed emettere dei suoni che crearono una musica irreale. Si strinsero intorno a me e sollevarono il mio corpo. Incantato li lasciai fare. Sentii nascere dai piedi qualcosa d’indescrivibile che iniziò ad investirmi tutto. Stava per accadere qualcosa di straordinario. Un attimo e i gabbiani mi lanciarono nel vuoto! Ebbi paura. Provai terrore, ma tutto svanì quando avvertii di abbandonare per sempre il mio corpo. Ebbi la sensazione di abbracciare tutto lo spazio intorno, poi la Terra ed infine l’Universo intero. Fu, in quell’istante, che realizzai: stavo volando! I gabbiani mi guidarono delicatamente e mi portarono a sfiorare la superficie del mare. Attraversammo gli olivi secolari, passammo dinanzi alle casette bianche e dietro le isolette, dove sparimmo per sempre. Questa è l’ultima cosa che ricordo della mia vita da umano: l’ultima e sola splendida esperienza. Ma, prima di allora, cosa era stata la mia vita? Era esistita realmente? Avevo amato? Avevo sofferto? Avevo gioito? Sono domande che oggi non hanno più alcun senso. Oggi, è un giorno speciale! L’Universo mi ha donato una nuova vita. Mi ha donato le ali e la libertà. Oggi, sono rinato gabbiano e sono immensamente felice. Da oggi, ogni giorno sarà semplicemente meraviglioso, perché da qualche parte, sulla Terra, qualcun altro aspetterà di volare.

E, ascolteremo così, un nuovo e silenzioso battito d’ali.


 

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Maribù Duniverse

La vite piatta

Ero nei guai! Beh … sì … questa volta ero proprio nei guai. L’aliante girava … girava … ma, invece di veder scorrere davanti al muso le case, i campi, le strade tutto ciò che normalmente sta a terra e che normalmente ruota come una giostra, quando si fa una “vite normale”a muso in giù, io vedevo scorrere davanti alla capottina l’orizzonte con i contorni delle montagne come se fossi in una virata stretta ma con l’orizzonte perfettamente “piatto” anziché inclinato e l’aliante non ne voleva sapere di “mettere giù il muso”. Il mio generoso “Libelle Standard” non mi aveva tradito, no! In quella condizione anomala per il volo ce lo avevo messo io di proposito per via … dell’Amintore!!!

Già, l’Amintore e quella mia dannata mania di volerne sapere sempre una pagina più del libro e di soddisfare sempre la mia eterna curiosità. Al bar dell’aeroporto da un po’ di tempo si discorreva con l’Amintore sulla questione di come fa la vite il Libelle, simpatico aliantino in vetroresina, io sostenevo che era normale come descritto nel manuale di volo, cioè con un po’ di pazienza dando tutto piede e cloche al centro, se la distribuzione dei pesi è corretta, si ritrova il giusto assetto di volo. Certo che con un timone di direzione piccolo non si può pretendere che esca dalla vite subito come fa il Blanik che ha un direzionale grande come le orecchie di “Dumbo”. Ma lui, l’Amintore, no! Secondo lui non esce e ci si ammazza!

Beh! Dico…si fa presto a vedere quale è il margine di sicurezza. Basta mettere della zavorra sul tronco di coda per spostare il centro di gravità e si vede se esce dalla vite. Basta che questa zavorra sia realizzata con un sacchetto di sabbia sganciabile, se l’aliante non esce dalla vite ci si libera del sacchetto e … voilà tutto torna a posto. Facile no?

Occorre fare in modo che quando vuoi liberarti della zavorra tiri una funicella che sfila il perno che trattiene il sacchetto questo cade … barra al centro tutto piede esterno e ci si rimette dalla vite.

All’Amintore l’idea piacque un sacco! Preparammo un sistema empirico, semplice ma geniale che provammo svariate volte a terra, e si dimostrò affidabile.

Venne il giorno dell’esperimento, e andai in volo con il marchingegno, mi piazzai bello tranquillo ad una quota di 1.000 m. sopra dei campi arati e puntualmente innescai la vite. Cacchio! Aveva ragione l’Amintore, l’aliante si inserì in una frenetica vite piatta ed iniziò a ruotare come una foglia secca strappata del vento autunnale. Tutti i miei sforzi di metterlo in picchiata risultarono vani. Sorpreso ma non preoccupato mi preparai a tirare la funicella come programmato. Semplice, basta tirare la … funicell … la … funicell … Caspita! Ma perché non viene??? L’ho provata decine di volte con l’Amintore! Vuoi vedere che quel Amintore mi porta sfiga? E io … che scemo che sono a dar retta ai suoi chiodi fissi! Il vorticare dell’aliante innescava strani vortici anche nella mia mente. Potevo starmene al bar davanti ad una birra a disquisire sulla filosofia del volo ed invece sono qui come un deficiente a rischiare di rompermi l’osso del collo per chi? Per … l’Amintore!

La lancetta dell’altimetro spezzò improvvisamente le mie divagazioni mentali indicandomi che la mia quota ora era di 600 metri. Il mio “investimento” in termini di altitudine si stava rapidamente corrodendo al pari delle quotazioni di Borsa che in quel tempo stava riducendo sul lastrico milioni di risparmiatori. Dovevo agire, ma come? Tutto dipendeva da quella dannata funicella! Altimetro a 500 metri! Accidenti qui non si scherza, se aspetto ancora un po’ sono per terra. La mente come in una “moviola” accelerata richiama fatti e misfatti dovuti alla vite e alla moltitudine di piloti incappati in una simile trappola. Ma ora dovevo decidere non c’era più tempo … una sola cosa potevo fare … LANCIARMI ! Porca vacca … e poi chi và a raccontare al capo che gli ho sfasciato l’aliante … magari in testa a qualcuno perché volevo fare gli esperimenti? Beh! Però … non sarà mai come morire da stupido, così oltre all’aliante perde anche il pilota, nooooooooooo! Meglio lanciarsi! 450 metri. L’aliante gira, l’orizzonte gira e non la smette di girare l’unica cosa ferma e tesa era la mia mano che tendeva la funicella fino a ferirmi. Basta … decido … SALTO. Con rapida mossa afferrai le due levette laterali del blocco della capottina e questa immediatamente schizzò via sopra la testa in un fragore di cardini strappati dalla vetroresina. Uno schiaffo di aria gelida mi colpì il viso, mi aspettai di udire la capottina colpire il piano di coda ma per fortuna l’impatto non ci fu. La mano destra cercò rapida la leva di sblocco della cintura mentre la sinistra che ancora avvolgeva la funicella si estese per raggiungere l’intelaiatura del velivolo in un ultimo disperato tentativo di aggrapparmi prima di buttarmi di sotto.

Ma che succede??? L’aliante mette giù il muso … prende velocità … Cristo riesco a riprenderlo!!! Dai … svelto! Cloche e piede. Devo riagganciare la cintura alla svelta altrimenti volo fuori davvero ora che … non serve più! Ero salvo. Con gli occhi bagnati di lacrime per effetto del vento in faccia a 130 km/h filavo con il velivolo in mano perfettamente controllato. Cosa diavolo era successo? Ho capito! Nel prepararmi al decollo con l’Amintore che mi starnazzava nelle orecchie, non controllai che la funicella passasse nella gola apposita che avevo praticato per l’occasione era così rimasta “pizzicata” nella cerniera della capottina. Ora che questa era volata via, frantumandosi chissà dove, la funicella fece il suo dovere di liberare la zavorra. Come tutti i “lieto fine” vi lascio immaginare i commenti dell’Amintore al bar, ma non ho il coraggio di raccontare la ramanzina ricevuta dal “Capo”. Comunque per due mesi mi relegò a fare voli turistici in cielo campo, per ripagare il danno arrecato e riscattare la mia reputazione.

Ps: L’avventura qui descritta non mi appartiene, ma è un libero adattamento per il puro piacere narrativo di una situazione realmente accaduta ad un famoso pilota Polacco, Stanislaw Wielgus, amatissimo da tutti noi, durante un collaudo di un aliante, e che da pochi giorni ha compiuto i suoi primi ottant’anni!

Tanti auguri Stany!!!


 

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Claudio Cavolla

Volare in bellezza con Air Champagne

JACK: …allora senti Charlie, ti racconto ‘sta storia… CHARLIE:…che storia? … …guarda che è quasi incredibile… …ma una storia di che Jack? … …’sta storia, ‘sta storia è appena successa a Frank, Charlie, Frank me l’ha appena raccontata… …ma che è, una barzelletta??… …no, no, è una storia vera, vera vera ti dico…. …sarà la solita stronzata, une delle tue… …no, non è una stronzata, è successa veramente, ti fa bene ascoltarla sai Charlie? c’impari un sacco di cose sai? è una storia di quelle che ti vengono utili, di quelle che servono a te Charlie… …ah… …magari la smetti di metterti le scarpe gialle per far colpo sulle ragazze Charlie, magari c’impari davvero qualcosa eh?… …ok, racconta… …allora senti, Frank, il mio amico, Frank aveva vinto un concorso, un concorso a premi, uno di quelli che compri una cosa, tipo un frigorifero, non so, un ventilatore, un asciugacapelli, compri una cosa con il concorso attaccato, OK? esce il tuo nome, vinci un viaggio e zac! parti… …ma lui ha comprato un frigorifero, un ventilatore o un asciugacapelli Jack?… …lui ha comprato un frigorifero, va bene Charlie? un dannato frigorifero OK?… …e ha vinto un viaggio?… …no, Frank ha vinto il viaggio… …ma dai Jack, li conosco, son sempre delle fregature questi concorsi, prima ti promettono mari e monti, divertimenti qui, avventure là, e poi vien fuori che è sempre una gran noia… …sarà, ma aspetta Charlie, Frank ha vinto un viaggio alle Maldive… …e dove sono le Maldive?… …boh? credo sia un posto sole e mare… …sempre ‘sti posti sole e mare eh Jack?… …eh già, dove vuoi che ti mandino con un viaggio premio Charlie, in campagna? a trovare la nonnetta? a farti una giratina in carretto col ciuco attaccato?… …no, in effetti ci sarebbe poco appeal… …quindi quelli dei concorsi ti mandano in un posto che ti susciti la nostalgia dell’ ignoto no? un posto che ti evochi “seguir virtute e conoscenza”, Charlie… …come Ulisse, Jack?… …come Ulisse Charlie, ora vedi, finisce che Frank, il mio amico, c’ aveva una cugina che l’aveva invitato ad andare in liguria… …in liguria? a “seguir virtute e conoscenza”?… …in liguria OK? lascia perdere la virtute, poi succede che Frank ti vince ‘sto viaggio premio per due alle Maldive… …le Maldive maiuscole e la liguria minuscola… …beh certo, ci sarà una certa differenza no? lo sanno anche quelli del concorso… …OK Jack, se era un viaggio per due c’avrà portato una sua amica… …eh, Frank ce l’ avrebbe anche portata l’ amica, ma non ce l’aveva l’amica a mano, era un periodo nero… …e allora che ha fatto Frank? c’ha portato la cugina?… …esatto, è proprio quel che è successo… …mi sembra una storia del cazzo Jack… …in effetti sembra, ma aspetta, non avere fretta Charlie… …ma com’è sta cugina??… …guarda, lascia perdere, è la figlia della sorella di suo padre… …e allora?… …e allora è una cugina di sangue… …come le bistecche? le bistecche al sangue?… …sì, come le bistecche Charlie… …poco cotta allora, ma com’è ‘sta cugina?… …moretta, bassetta, formosetta… …magari coi baffetti eh??… …no, quelli no… …per ora, Jack, per ora non ce l’ha ma mi sa che poi gli vengono, sai?… …può darsi, ma per ora no Charlie… …magari è pure strabica… …ma no dai, strabica no! che c’ entra… …come si chiama ‘sta cugina?… …si chiama Carmela… …e non c’ ha i baffetti?… …no… …vedrai che prima o poi gli spuntano Jack, OK, lasciamo stare ‘sta cugina… …OK Charlie… …allora partono… …sì Charlie, partono, ora vedi, Frank, il mio amico, lui c’aveva la possibilità di scegliersi la compagnia aerea, per via del concorso, poteva scegliere quella che voleva… …fra le compagnie che vanno alle Maldive… …certo Charlie, mica potevano fare un aereo tutto per lui no? comunque ci vanno quasi tutte, le compagnie aeree, alle Maldive… …e Frank che ha scelto? … …ha scelto di andarci con Air Champagne… …e perchè?… …per via dello champagne Charlie… …per via dello champagne?… …sì Charlie, vedi, Frank c’ha sta teoria, lui dice che quando voli in aereo è come se tu fossi un uccellino piccolo dentro la pancia di un uccello più grande che ti porta in giro… …e allora? … …e quando voli devi sentirti veramente su, devi sentirti high, devi sentirti up – o come cazzo si dice… …boh?… …insomma Charlie, Frank dice che quando sei in aereo tu stai volando davvero, sei dentro la pancia di un altro uccello, di ferro o alluminio, fai tu… …mmhhh, schizzatello, mi sembra, il tuo amico Frank… …alle volte sì Charlie, ora vedi Frank dice che ogni volta è un’occasione unica, lui dice che quando voli non è che devi figurarti di stare nel salotto di casa tua, come fosse semplicemente un trasferimento acefalo verso un altro dove… …che poi è quello che cercano di fare le compagnie aeree… …sì, le compagnie aeree cercano di farti scordare che stai volando… …cercano di farti sentire a tuo agio Jack… …rilassato e rincoglionito… …sì… …OK Charlie, in sostanza Frank dice che, ogni volta che voli, solo il fatto di volare è un gran trip… …OK Jack, non condivido, ma credo di capire… …beh, invece io sono abbastanza d’ accordo con lui, Frank dice che quando voli devi sentirti leggero leggero come un uccelletto, sennò non voli veramente… …aiuta se ti metti a fare cip cip Jack?… …devi sentirti, cito Frank “come se tu fossi un palloncino legato a un filo lungo lungo, ed è come se tu fossi attaccato a un trattore che corre per terra o a un motoscafo che corre per mare che ti tirano, è quella roba lì che ti porta là dove stai andando, devi sentirti il motore sotto anzi, dentro, e tu sei fuori, sei un palloncino attaccato al motore che c’è dentro”… …ah… …”e non importa dove stai andando o perchè, importa solo il fatto che stai volando!” fine della citazione… …credo di aver capito Jack, è una specie di nostalgia dell’ ignoto eh? ma che c’ entra lo champagne?… …beh, Frank dice che l’ unica cosa che lo mette veramente nella giusta condizione mentale per volare davvero e sentirsi un uccelletto… …è di sbevazzare champagne? … …sì Charlie, sbevazzare champagne tutto il tempo, è un pò questa l’ idea di Frank… …ok, è un punto di vista, e allora? … …allora partono da Parigi… …Frank e Carmela… …sì, lui e la cugina… …quella coi baffetti… …Carmela non ce l’ha i baffetti, Charlie… …vedrai che gli spuntano prima della fine, a Carmela, e senti Jack, quanto durava il viaggio? … …era un viaggio di 10 ore o giù di lì… …jumbo? … …tipo jumbo, tipo airbus, non lo so, sai era uno di questi uccelloni che ci stan dentro 300 o 400 persone… …OK, il solito carnaio, e allora? … …allora succede che al check-in hanno fatto casino… …succede… …han fatto casino, succede che solo uno dei due biglietti di Frank è in prima classe, l’altro biglietto è in economica, in fondo all’ aereo… …visto che c’era la fregatura Jack, e allora? … …e allora lui ci manda Carmela in prima classe… …gentile… …sì, un uomo all’ antica, potresti dire… …e invece Frank va in classe economica, in fondo all’ aereo eh?… …beh Charlie, non ci crederai… …sì Jack, mi sa che non ci crederò… …non ci crederai ma questa cosa è successa davvero… …cosa Jack? … …senti Charlie, in fondo all’ aereo, in classe economica, nell’ ultima fila, nel sedile d’ angolo… …che c’era un altro concorso? … …per uno scherzo del caso Frank si trova accanto, sul sedile accanto… …chi ci trova Jack, Jessica Rabbit? … …no Charlie, meglio, succede che c’ha il posto accanto a una strafica… …una strafica?… …sì, una strafica, una modella, non lo so, non me l’ha detto, un’attrice, insomma una ragazza bellissima… …una strafica economica, ha-ha… …non sto scherzando Charlie! guarda, era una strafica che non aveva trovato posto in prima classe, OK? succede alle volte… …OK, a volte può succedere Jack, lo ammetto… …certo, ed è pure successo al mio amico… …ho capito, e allora? come si chiama ‘sta strafica? e di che genere era?… …si chiama Valentina… …bel nome, davvero… …ed è sul genere gambe lunghe infinite… …ah, e com’ era vestita? … …minigonna nera e maglioncino rosso… …ah… …scollato… …ah beh, certo, minigonna e maglioncino scollato, davvero comodo, dev’essere proprio l’ ideale per viaggiare 10 ore in aereo… …beh, lo sai come sono ‘ste strafiche, ‘ste modelle, ‘ste attrici… …sì lo so, c’ hanno il look da tener su… …magari sacrificano la comodità per il look, no?… …è vero, e allora? … …insomma parte l’ aereo, Carmela è in prima classe, Frank è lì in fondo all’ aereo con la strafica, Valentina, sai com’è, qui e là, su e giù, chiaccherano, fanno amicizia… …eh già… …poi lo sai come sono ‘sti voli, no Charlie?… …lo so, lo so, le compagnie aeree cercano di farti sentire a tuo agio in questo ambiente promiscuo… …per far sì che tu ti dimentichi che stai volando Charlie… …attaccano a farti mangiare schifezzuole Jack… …a farti vedere film… …la solita roba, ma in classe economica? … …che? … …voglio dire Jack, in classe economica a Frank gli sarà andata male, come servizio… … no Charlie, gli è andata bene lo stesso perché il personale di volo lo sapeva che c’era stato un equivoco, li avevano avvertiti, lo sapevano che Frank doveva stare in prima classe, lo sapevano che lui aveva vinto il concorso del frigorifero… …e allora? … …e allora l’han trattato meglio che mai, anche meglio che in prima classe Charlie… …ma guarda… …c’era tutto un affollìo di hostess, di steward, signore qui, signore là, prego, mi dica, vuole questo? vuole quello? insomma, un trattamento top-top!!… …e certo… …e siccome ci tengono a darsi un tocco di classe, un’ aria di classe, siccome ci tengono a fare i disinvolti … …hanno esteso il trattamento top-top alla strafica?… …bravo!… …che non c’entrava nulla col concorso… …esattamente… …quella manco se ne sarà accorta… …che vuoi dire Charlie?… …voglio dire Frank, lo sai come sono ‘ste strafiche no? quelle ci sono abituate ad essere coccolate, vezzeggiate… …eh sì, può darsi, comunque han fatto il trattamento top-top a tutti e due… …insomma gli hanno dato il tutto del di più di quel che avevano… …esatto, trattamento top-top, ti dico… …e poi?… …e poi champagne a fiumi Charlie… …eh già, Air Champagne! e poi?… …beh, dopo che tutti avevan mangiato le loro schifezzuole, lo sai com’ è su questi voli lunghi, no Charlie?… …gli altri passeggeri avran cominciato tutti a guardare il film, a mettersi le ciabattine… …certo, sbadigliando come ciuchi appena svegli… …cioè??… …Charlie, hai mai visto un ciuco appena sveglio?… …no Jack, non l’ho mai visto, davvero… …beh, non è che sia uno spettacolo eccezionale in sé e per sé, però in fatto di sbadigli… …sì Jack?… …beh, in fatto di sbadigli quello del ciuco è davvero uno sbadiglio top-top Charlie!… …va beh, continua dai… …allora, nel carnaio dell’aereo ‘sta gente guarda il film, poi gli vien sonno e attaccano… …a sbadigliare come ciuchi… …e si mettono il paraocchi… …ma che! guardavano il film con il paraocchi?… …è la stessa cosa, tanto non ci capiscono nulla lo stesso… …ho capito, il film è come il ciuccio in bocca a un neonato Jack… …certo, son come ciuchi col ciuccino in bocca, serve solo per farli star buoni… …mentre l’aereo porta la mandria a seguir virtute e conoscenza… …certo Charlie… …magari si guardano un film che nella vita non guarderebbero mai perchè non gliene frega nulla… …insomma, dopo 3-4 ore di volo, finisce che l’ aereo entra in una specie di coma profondo… …l’ aereo-uccello romba e la gente russa Jack… …è proprio quel che dice Frank… …e lui che ha fatto?… …beh, te l’ ho detto prima, lui quando vola c’ha ‘sto trip di sentirsi un uccelletto… …sicchè Frank non dorme in aereo?… …eh no, gli uccelli quando volano non dormono… …certo, sai che casino succederebbe, e allora?… …e allora lui se ne sta sveglio tutto il tempo… …a sbevazzare champagne…. …eh sì, Frank è stato sveglio tutto il tempo a chiaccherare con Valentina, la strafica… …sì,e poi?… …finisce che il mio amico e Valentina si guardano e si piacciono… …si guardano e si piacciono???… …si sembra una cosa da film, ma invece è andata proprio così, si guardano e si piacciono… …ma come succedono queste cose Jack???… …non lo so, davvero non lo so Charlie, sarà stato lo champagne, magari lui gli avrà raccontato ‘sta cosa del volo che c’ha in testa lui, ‘sta cosa dell’ uccelletto nella pancia d’ un altro uccello, come fossero matrioske volanti, sai?… …e?… …Charlie, magari alla strafica gli saran venuti dei pensieri, chi lo sa? nessuno sa come ragionano le donne, figurati le strafiche, no? gli sarà venuta voglia di volare, gli sarà venuta la nostalgia dell’ ignoto… …e poi Jack?… …insomma gli è venuta voglia di far l’amore… …gli è venuta voglia di far l’amore??… …esatto, allora Frank le dice, “facciamo così Valentina”… …ganzo il tuo amico… …sì, Frank dice “vai prima tu nella toilette qui dietro, Valentina, quella che sta in fondo all’ aereo”… …la toilette?… …”e poi io ti raggiungo e facciamo l’ amore”… …e lei c’è andata? voglio dire, gli ha dato retta?… …aspetta, Valentina gli ha detto “Frank, ma se ci scoprono? la gente va in bagno, ci sono le hostess, etc etc”… …ragionevole, anzi, pratico, e allora Jack?… …e allora Frank le ha spiegato che durante ‘sti voli, ‘sti voli che durano 10 ore e più, c’ è sempre un periodo, una fascia tampone, un periodo in cui le hostess e il personale di volo, quando hanno messo a nanna tutta la banda dei rincoglioniti che stanno andando da qualche parte, la mandria di ciuchi col ciuccino in bocca… …vuoi dire?… …voglio dire ’sti rincoglioniti che viaggiano per andare da qualche parte e pensano che il viaggio sia solo un trasferimento, come se la vita si sospendesse mentre viaggiano, ‘sta gente che gli interessa solo di dov’erano e di dove saranno, solo il passato e il futuro, il ricordo e la speranza, niente presente… …il ricordo e la speranza???… …perchè non c’ hanno le palle di stare nel presente, capisci Charlie… …ah… …non capiscono un cazzo, non capiscono il senso del viaggio, non capiscono che, scusa ma qui cito Frank alla lettera “il come e il quando del fatto che stanno andando da qui fino a là è, al limite, anche piu’ importante di quel che riusciranno a fare quando saranno arrivati”… …interessante Jack… …perché vedi, in fondo, là dove devono andare non ci sono ancora arrivati, ‘sti coglioni, mentre in viaggio ci son proprio loro, con i loro corpaccioni e i loro cervelli lessi… …senti, ma questa tirata pseudopsicologica… …sì??… …o pseudofilosofica… …può essere… …che c’entra con la storia Jack??… …non lo so Charlie, però mi sembra istruttiva nel contesto OK?… …comunque che è successo?… …insomma Frank ha spiegato a Valentina che in questi voli lunghi c’ è sempre un periodo, 1-2 ore diciamo, in cui uno che è sveglio può fare quel che cazzo gli pare perchè il 99.9% dei passeggeri dorme (tranne quei tipi come Frank, appunto)… …eh già, e il personale di volo?… …ah quelli? quelli sono dei cazzoni, se ne vanno a chiaccherare e riposarsi, vanno dal comandante, lui gli fa guidare l’ aereo, magari si mette una hostess in collo, gli dice “guida tu bimba, che a me mi vien da ridere”… …incredibile… …e guarda che stanno bene attenti ad avere l’interfono spento sai? mica glielo vogliono far sapere alla mandria di ciuchi quel che succede mentre dormono col ciuccino in bocca… …certo Jack… …è così Charlie, è così, Frank dice che è così… …beh, in fondo è credibile, senti, a proposito, ma la sai quella barzelletta Jack?… …quale Charlie?… …allora parte l’ aereo il comandante annuncia – ora l’ interfono è aperto eh Jack? “SIGNORI PASSEGGERI VI DICO BUONGIORNO O BUONASERA FATE VOI CHE SIA GIORNO O NOTTE DIPENDE DA VOI PERCHE’ IO NON LO SO PIU’ CHE ORE SONO OK? ORA SI VA, ORA SI FA QUI, ORA SI VA LA i soliti annunci come li fanno loro sai Jack? all’interfono con quella vocetta metallica “VOLEREMO QUI VEDREMO LA’ SPENGETE I CELLULARI NON BUTTATEVI DI SOTTO ANDREMO A 10.100 METRI VEDRETE IL MARE A SINISTRA A DESTRA LA TERRA NO, MI SBAGLIO C’E’ IL MARE ANCHE A DESTRA TUTTO MARE OGGI GUARDA LA’ CHE ROBA MI RACCOMANDO NIENTE CANI A BORDO, EH? ATTENTI QUI ATTENTI LA’ E RILASSATEVI EH?” una roba così eh Jack? … …OK, allora Charlie?… …allora il comandante finisce di parlare ma si scorda di spengere l’ interfono, per cui tutto l’ aereo continua a sentirlo OK? lui si rilassa sullo schienale, s’accomoda ben bene, si stiracchia, si rifucila la proboscide… …si rifucila la proboscide???… …sì Jack, è un modo di dire che hanno i piloti delle compagnie aeree… …ma che vuol dire?… …boh, di preciso non lo so, me l’ ha raccontato una mia amica che fa la hostess… …ah va beh… …e poi il pilota dice al co-pilota… …eh eh… …gli dice, con l’ interfono che s’era scordato di chiudere “SENTI AMICO MI SA TANTO CHE SU ‘STO VOLO DI MERDA NON SUCCEDERA’ NULLA COME AL SOLITO. ORA SI DECOLLA E A QUESTO CI PENSO IO CHE SONO IL COMANDANTE, OK? POI A VOLARE CI PENSI TU, COSI’ IMPARI A SCANSARE I PICCIONI CHE SE S’INFILANO NEL MOTORE VA TUTTO A PUTTANE, EH? COSI’ IMPARI. IO MI RILASSO UN PO’ CHE ‘SO STRESSATO PRIMA VADO A CAGARE OK? POI MI RIFUCILO LA PROBOSCIDE BENE BENE E POI CHIAMO LA HOSTESS QUELLA NUOVA, GIOVANE GIOVANE, QUELLA MI SA CHE CHE CI STA E MAGARI ME LA SCOPO EH?” … …il tutto con l’interfono aperto? bella figura di merda eh, Charlie?… …sì Jack, tutto l’ aereo lo sente e si mettono a ridere… …e allora?… …allora l’ hostess giovane giovane, che stava in fondo all’ aereo, diventa tutta rossa e comincia a correre per il corridoio dell’ aereo… …per andare dal comandante e dirgli che c’ha l’interfono aperto Charlie?… …eh sì Jack, ma succede che mentre corre nel corridoio c’è un vecchino che sta seduto scomposto, c’ha una gamba che sporge, capisci Jack? l’hostess non vede la gamba, c’inciampa, casca giù lunga e distesa nel corridoio dell’ aereo… …seconda figura di merda, eh Charlie?… …sì Jack, tutto l’ aereo scoppia a ridere, lei si rialza tutta rossa, anzi fai conto che ormai è quasi viola, e il vecchino, candido candido, le dice… …”non abbia fretta, non corra così signorina che si potrebbe anche fare male, tanto il comandante ha detto che prima di scopare deve andare a cagare”… …ma allora la conoscevi Jack!… …sì Charlie, la conoscevo già, ‘sta barzelletta… …va beh, torniamo al tuo amico, e allora che è successo?? … …insomma Frank convince Valentina a ritrovarsi nella toilette in fondo all’ aereo – che poi era proprio dietro i posti loro – per far l’ amore… …e lei c’è andata così, senza dir nulla?… …ti dico di sì, l’aveva convinta, semmai è stato Frank a metter le mani avanti… …?? … …Frank gli dice “oddio Valentina, ma lo sai che la toilette è piccola e strettina?”… …e lei? … …ah, lei è stata fantastica Charlie… …cioè?… …cioè Valentina gli ha detto “non ti preoccupare Frank, anche se la toilette è piccola e strettina il movimento ce lo metto io”… …ah… …e Frank, sai, lui è un po’ stronzo, lo conosci no? lui gli fa “OK, capisco, però guarda che la toilette è davvero piccola e strettina, non ci si può muovere più di tanto, come farai?” … …e lei? … …e lei è stata fantastica… …è la seconda volta che lo dici, cioè? … …Velentina gli fa “non ti preoccupare Frank, non ti preoccupare del movimento verso l’ esterno, non è quello che conta”… …e che vuol dire? … …gli dice “vedi, io c’ ho questi muscoli interni che quando lo chiappo poi lo faccio muovere io”… …ah… …hai capito? così gli ha detto… …e che sono ‘sti muscoli Jack? … …boh, son muscoli misteriosi… …ma sarà una specie di danza del ventre?… …mi sa di sì Charlie, una specie di danza del ventre-dentro… …credo anch’io, sì… …insomma si son messi d’accordo su una cosa del tipo si farà quel che si può e si può fare un sacco di cose… …e Valentina parte per la toilette… …lei parte e dopo un pò Frank la raggiunge… …OK, e che succede?… …allora lei si mette a sedere sul lavandino nella toilette del jumbo, a gambe aperte… …eh beh, c’aveva ‘sta minigonna nera… …era funzionale sì, cominciano a baciarsi e toccarsi, sai com’é, si eccitano sempre più… …dopo tutti quei discorsi, ci credo Jack… …e finiscono con lui seduto sul water e lei sopra a cavalcioni, e ti risparmio altri particolari Charlie… …OK, e allora? … …insomma a questo punto sobbalzano perchè c’è qualcuno che vuole entrare nella toilette… …e chi era? …e chi lo sa? Frank non me l’ ha detto… …qualche rompicazzo che s’era svegliato, suppongo… …magari un giapponese… …magari un giapponese… …allora lei fa “oddio, ma c’è uno fuori, magari c’è la fila, che facciamo?” e si scavalca da Frank disperata… …eh eh, sempre romantiche le donne, eh Jack?… …ma improvvisamente si sente la voce del comandante dell’ aereo all’ interfono che dice: “CARI PASSEGGERI QUI E’ IL COMANDANTE CHE VI PARLA IL COMANDANTE JEAN VALJEAN DI AIR CHAMPAGNE STATE CALMI STATE CALMI MA ORA BASTA CAZZATE EH? QUESTA E’ UNA COSA SERIA TORNATE TUTTI AI VOSTRI POSTI AIR CHAMPAGNE E’ COSTERNATA DI DOVERVI COMUNCARE CHE L’ AEREO STA PRECIPITANDO IN PICCHIATA SI SON SPENTI I MOTORI FAREMO DI TUTTO PER SALVARVI MA SE VA MALE FRA 5 MINUTI ESATTI CI SCHIANTIAMO NELL’ OCEANO PERCHE’ QUESTA E’ LA PICCHIATA DELLA MORTE!!” …eh eh, il comandante Jean Valjean!… …sì di Air Champagne Charlie!!… …i Miserabili Volanti in Picchiata, Jack!!! e che ha fatto Frank?… …allora Frank le dice, a Valentina, con voce profonda ma seria… …che le dice?… …”ok bela, siami quasi morti, tanto vale finire in belezza”… …ma che parla così Frank? … …cioè? … …bela, belezza, con una elle sola… …normalmente no, ma sai Charlie, devi capirlo, fra l’ eccitazione sessuale, lo champagne, l’alta quota, la paura di morire, si può scusare… …è vero si può scusare, ma quelli fuori della toilette? che è successo?… …quelli fuori tutti lì a farsela addosso Charlie, ma che te ne frega di quelli fuori?… …eh già, c’è la Picchiata Della Morte, e allora? … …e allora Frank & Val ripartono… …in belezza… …in belezza, si… …mentre l’ aereo precipita… …si fanno dei giochi di lingua, le sai ‘ste cose, no Charlie?… …sembra un filmetto porno del cazzo… …sembra, ma è successo davvero… …OK Jack… …e poi cominciano a scopare sul serio… …cioè? … …cioè in belezza… …eh eh… …anche perchè lei aziona ‘sti muscoli misteriosi… …mette il turbo Jack?… …eh sì, mette il turbo Charlie… …eh eh, il turbo-in-belezza… …allora devi immaginarti gli ultimi 90 secondi prima dello schianto nell’oceano come una sequenza erotica ad incandescenza progressiva… …non mi dire che finisce con una sodomizzazione… …ti dico lascia perdere, i dettagli sono affari loro, tu prendi l’atmosfera Charlie, il messaggio OK?… …comunque è una specie di crescendo… …sì, un crescendo erotico-rossiniano… …con la danza del ventre-dentro… …eh sì Charlie… …ho capito… …ora vedi, proprio al culmine di ‘sto crescendo… …OK… …proprio lì che Frank stava per arrivare al punto… …e magari mancano solo 20 secondi allo schianto nell’oceano… …esatto, si risente la voce del comandante all‘ interfono che dice: “CARI PASSEGGERI SONO ANCORA IO IL COMANDANTE JEAN VALJEAN DI AIR CHAMPAGNE VI DEVO FARE UN IMPORTANTE ANNUNCIO SIAMO SALVI SIAMO SALVI AIR CHAMPAGNE E’ LIETA DI COMUNICARVI CHE IO, IL COMANDANTE JEAN VALJEAN HO RIPRESO L’AEREO A 1000 METRI DAL MARE I MOTORI SI SONO RIACCESI SIAMO SALVI LA PICCHIATA DELLA MORTE E’ FINITA ORA SI RITORNA IN QUOTA E VI PORTO ALLE MALDIVE FRA POCO VI DAREMO DA BERE GRATIS QUINDI STATE TRANQUILLI E RIMETTETEVI IL CIUCCIO IN BOCCA EH?… …e? … …e Frank s’è ammosciato, s’è squagliato come neve al sole, è sparito, Frank kaputt… …poverello… …è rimasto lì come un povero scemo… …e allora Jack? … …e allora Frank ha detto a Valentina “mai più con Air Champagne, bimba, e lo champagne del cazzo se lo bevano loro, accidenti”… …’sti stronzi, ma che era successo Jack?… …era successo quel che diceva il mio amico… …cioè?… …cioè ‘sta fava del comandante, ‘sto Jean Valjean, s’ era messa una hostess in grembo e gli aveva detto “GUIDA TE BIMBA CHE A ME MI VIEN DA RIDERE”… …accipicchia Jack!… …e la cretina aveva girato una certa chiavetta che aveva spento i motori… …e da lì era cominciata… …’sta picchiata della morte… …e com’ è andata a finire?… …beh, alla fine sono arrivati alle Maldive… …e si son fatti una vacanza insieme Jack? … …chi?… …come chi? il tuo amico e la strafica, no? Frank e Valentina voglio dire… …ma no, no, c’era la cugina, Carmela, e poi la strafica c’aveva un storia con uno di lì, c’aveva da girare un film, un documentario sulle bestie che stanno alle Maldive, panda o millepiedi, ora non ricordo bene, non lo so di preciso Charlie, però … …però? … …però la strafica, Valentina – che restava lì alle Maldive un paio di mesi – la strafica dicevo, lei c’aveva una amica che tornava indietro lo stesso giorno che è arrivato mio amico… …eh eh… …tornava indietro con Air Champagne… …strafica pure l’ amica?… …certo, van sempre a coppia quelle… …OK e allora Jack? … …e allora è andata a finire che Frank, è ripartito il giorno stesso, ha fatto andata e ritorno, hai capito?… …il giorno stesso?… …sì, il giorno stesso Charlie… …ma allora non c’è stato Frank alle Maldive??… …sì, sì, c’ è stato, c’ è stato 3 ore, tempo di fare il pieno, ripulire l’ aereo dalla mandria A, imbarcare la mandria B, poi è ripartito… …ma questa è follia pura… …macchè, Frank è fatto così, te l’ho detto, gli piace volare, lui c’ha la nostalgia dell’ignoto, capisci Charlie?… …gli piace volare, eh eh, ma che c’ha la sindrome di Ulisse, Jack?… …sì Charlie, gli piace viaggiare, te l’ho già spiegata ‘sta cosa, e poi… …e poi?… …e poi c’ era anche quest’ altra strafica Charlie… …eh già… …capisci, ‘ste due si sono incontrate all’aeroporto, una arrivava e una partiva… …sempre così ‘ste strafiche, sempre agitate, sempre in partenza, sempre piene di bagagli, co’sti beauty-case pieni di cremine… …insomma, ‘ste due si son trovate all’ aeroporto e sai come fanno le donne quando si ritrovano… …eh, già capisco… …insoma tutto un cicicì-cicicì… …conosco il problema, Jack… …insomma è andata a finire che la prima strafica, Valentina, ha raccontato alla seconda strafica, che si chiama Mary Jo, ‘sta cosa di Frank e dell’ Air Champagne… …e tutta la faccenda della toilette?… …anche… …accipicchia! e allora Jack?… …e allora tu capirai, la curiosità Charlie… …la curiosità??… …sì, insomma, è andata a finire che Frank ha fatto il viaggio di ritorno con Mary Jo, la seconda strafica… …con trattamento top-top??… …trattamento TOP-TOP-TOP!!!!… …e che roba è ??… …mah, Air Champagne gli ha dato la suite presidenziale… …la suite presidenziale??… …insomma una cosa così, tipo suite presidenziale, intendo dire c’erano lui e la seconda strafica, Mary Jo… …e com’ è andata a finire???… …in belezza… …in belezza??… …eh sì, in belezza, hai capito Charlie??… …doppio viaggio… …doppio trip… …doppia strafica… …nella pancia dell’ uccellone… …accidenti che ganzo, il tuo amico Frank!… …e poi figurati, c’ era lo stesso equipaggio dell’ andata… …lo stesso comandante?… …figurati! il comandante Jean Valjean!! e chi lo smuove a quello? ormai era diventato una specie d’eroe, no? pensa c’erano anche le stesse hostess!!!… …ma ci saranno stati più attenti, no?… …eh sì, il comandante Jean Valjean ha detto alle hostess che bisognava finirla co’ ’sta storia che volevano guidare l’aereo, semmai se non c’avevano nulla da fare con la mandria al massimo potevano aiutarlo a rifucilarsi la proboscide come dicono loro, ma il volante no, il volante l’ha tenuto lui tutto il tempo al ritorno… …insomma è filato tutto liscio Jack?… …certo, tutto liscio, in belezza… …senti una cosa Jack… …si? … …e la cugina, Carmela?… …boh, non ne so nulla, sarà rimasta alle Maldive… …perchè vedi, se al tuo amico gli avanza una cugina… …ma non c’aveva i baffetti secondo te?… …ma se me l’hai detto tu che non ce l’ha, i baffetti Jack… …si te l’ ho detto io Charlie, ma tu m’hai detto, vedrai, vedrai, vedrai se non gli spuntano… …e allora???.. …e allora che Charlie? …e allora se non gli sono spuntati i baffetti, a ‘sta cugina, magari non è male, no Jack?… …beh, non mi risulta che le siano spuntati i baffetti a Carmela… …e allora senti Jack, magari ne vale la pena no? gli avanza o no ‘sta cugina, al tuo amico?… …comunque devo ammettere… …cosa Jack? … …t’ho detto un piccola bugia Charlie… …cioè? … …effettivamente vedi, Carmela i baffetti non ce l’ha… …OK, ci credo Jack… …però è un pò strabica, Charlie… …ahhhh… …appena appena strabica Charlie, quasi non si nota eh?… …ma dai Jack, lasciamo perdere… …OK Charlie, ma senti, te non ce l’ hai la sindrome di Ulisse, eh?… …nel senso?… …la nostalgia dell’ ignoto Charlie… …è trasmissibile Jack? c’è un vaccino?… …ci stanno studiando Charlie, magari arriva presto il vaccino OK?… …oh Jack, senti una cosa… …sì?… …e poi che ha fatto?… …ma chi dici, Frank? che ha fatto Frank?… …sì Jack… …quando è tornato dalle Maldive?… …sì… …due cose ha fatto… …sì?… …prima di tutto ha scritto una lettera di protesta alla direzione di Air Champagne… …ah… …raccontando tutta la faccenda… …tutto tutto??… …no, solo il viaggio d’ andata, perchè al ritorno è filato tutto liscio… …ma perchè l’ ha fatto Jack?… …perché non si ripeta Charlie… …in effetti è stata fastidiosa ‘sta cosa della Picchiata Della Morte… …eh sì, gli ha sciupato la belezza del viaggio d’ andata… …e la seconda??… …chi la seconda strafica? Mary Jo??… …no la seconda cosa che ha fatto il tuo amico, Frank… …ah sì, s’ è comprato un altro frigorifero… …capisco… …un modello nuovo dice, con i muscoli dentro… …eh eh… …che c’ è un altro concorso associato… …eh eh, senti Jack… …sì Charlie?.. …ma di che marca è ‘sto frigorifero?…


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Jack Cat

Via!

“Via!” Mi lancio. Non ero pronto, accidenti! Il tuffo è corto! Devo iniziare a contare! Milleuno. Sono fuori e l’aria mi colpisce a duecentoventi all’ora, mi prende, mi gira. Sbatto contro la fusoliera una volta, rimbalzo e vengo proiettato ancora contro l’aereo. Alzo il braccio sinistro, forse per ripararmi. Non regge, si spezza l’omero.

Milledue. Ho l’impressione di aver perso il paracadute, per la leggerezza che provo. E’ il terrore. Il braccio spezzato è inerte e sbatte per la forza dell’aria.

Milletre. Ahaa! Dio che dolore! Non devo svenire, non devo, non devo!

Millequattro. Frrhoop. Le cinghie si tendono. La calotta si sta aprendo. Inizio ad avvitarmi, o meglio a svitarmi, per le funi che si erano arrotolate quando sono uscito dall’aereo.

Millecinque. Hoop. Il paracadute si è aperto. La frenata è maledettamente efficace. Il sospiro di sollievo è troncato dal dolore pazzesco, sto svenendo. Sto urlando.

Non svengo. Devo calmarmi, devo fare tutte le operazioni per cui sono stato addestrato. Mano destra sulla bretella sinistra, giro d’orizzonte con gli occhi in alto, controllo del paracadute, ok, niente effetti reggiseno, le corde sono tutte tese, è tutto ok.

Silenzio. Finalmente silenzio, assoluto. Era il mio terzo lancio, quello del brevetto. L’ho dedicato a Daniela, è San Valentino oggi. Sarò stato emozionato per questo e ho sbagliato tutta la preparazione. Non ho battuto il piede destro e la piroetta successiva non è stata completa, la gamba sinistra non era flessa come doveva e quando il direttore di lancio mi ha dato la pacca sulla spalla dandomi il via, non ero nella posizione corretta che ci hanno insegnato. I risultati si sono visti. Daniela, amore mio, spero di poterti rivedere! Il primo lancio l’avevo dedicato a Marinetti.

Lanciarsi nel vuoto è lasciarsi dietro tutto quello che si è, che si è stati, andando incontro a quello che si sarà. Lanceremo i nostri cuori giù dal cielo come bombe e sapremo scaldarti o misero sole!

Il secondo a Herman Hesse.

Preferisco sentirmi ardere da un dolore diabolico piuttosto che vivere in questo ambiente dalla temperatura sana. Allora avvampa dentro di me un desiderio selvaggio di emozioni intense, di sensazioni, un’ira contro questa vita piatta, sfaldata, normale e sterilizzata, e una voglia di fracassare qualcosa, non so, un magazzino, o una cattedrale, o me stesso; di commettere pazzie temerarie … questo è, infatti, ciò che sempre ho più odiato, aborrito e maledetto: questa soddisfazione, questa salute pacifica, questo grasso ottimismo del borghese, questa disciplina dell’uomo mediocre, normale, dozzinale.

Questo terzo è per te, Daniela. Volevi seguire la caduta libera di una lacrima, avvicinarti alla goccia piangente e cadere in un oceano di rimorsi, onde salate che si infrangono sul cuore di un anarca ferito, e abbracciare il nulla.

Il silenzio. Nessuno può immaginare un tale vuoto ed esserci. Un vuoto in cui non sento neanche più ardere il dolore diabolico che mi sta annichilendo. Un viaggio nel nulla, uno sguardo sul mondo che frana. Voglio fermarmi, rimanere, senza cavi di collegamento, appeso all’idea di riuscire a vincere la Forza, di essere Super, di rimanere Super fino alla decisione, solo mia, di ridiscendere.

Da qui riesco a fottere la Ragione. La vedo franare ad un livello voluto, e riempire l’oceano. Un’attrazione per tutti. Vedo tutto da qui. Il nulla è solo qui. Io sono ciò che riempie il vuoto. E se fossi io vuoto?

Daniela!

Puoi trovare uno spazio libero che non sia un vuoto? Sei tu la chiave del dilemma. Devi trovare lo spazio fertile che c’è in me! Ci troveremmo ad occupare il volume di un unico progetto. Libero, senza limiti, sarà tutto quello che non occupa spazio, o dilaga nel vuoto. Non trovo appigli. Il mondo inesorabilmente si avvicina, piatto.

Cento metri. Lo spazio si restringe, il vuoto si colma, il sogno svanisce. Il dolore si risveglia. Il desiderio ancestrale di salvezza mi scuote.

Trenta metri. Sento l’odore della terra, repulsivo.

Venti metri. Sento il braccio inerte vibrare dalla tensione.

Dieci metri. Sento irrigidirsi la parte sinistra del corpo. La destra rilassarsi. Aha! A destra, a destra!

Mi affloscio a destra, lasciando il braccio sinistro appoggiato al tronco. Il dolore è fortissimo, al limite della coscienza. La calotta si rigonfia per il vento, le corde si tendono ancora. Comincio lentamente a strisciare sulla terra dura. Mi lascio trascinare senza alcun interesse a resistere.

Sono in un vuoto energico, mentale, volontario. Sento mani che mi afferrano, salde. Soffocano la vela che mi stava trasportando. Voci che mi interrogano, inutilmente. Sento mani che mi sollevano, mi caricano. La sirena lacerante, dolorosa, mi accompagna.

L’unico desiderio, adesso, è tornare su un aereo e lanciarmi ancora. Non voglio pensare che mi possa essere impedito. Voglio solo tornare a volare, nell’aria, con il silenzio intorno, circondato dal nulla. In un letto all’ospedale aspetto il rimarginarsi delle ferite. La radio annuncia: “Patrick de Gayardon è morto sfracellandosi al suolo, il suo paracadute non si è aperto alla fine di un lancio d’allenamento”. Incredulità, dolore, un altro mito che svanisce. L’uomo che vola, il realizzarsi di una mutazione sognata da sempre, è finito come ci si aspettava che finisse. La Morte non si distrae mai. Quando si naviga all’estremo margine della Vita basta un soffio leggero per arrivare oltre. Di qua rimane l’involucro biodegradabile.

Le mie aspettative crescono, dalla costernazione nasce il desiderio di emulare il campione. La sfida con la Morte deve continuare, occorre trovare chi riuscirà a sconfiggerLa. Il prossimo lancio lo dedicherò a Patrick. Per ora mi accontento di ripercorrere con lui quanto di più spettacolare ci ha lasciato: infilarsi in volo nel Gran Canyon. Centrare la cruna del mondo, passare dallo stato gassoso a quello solido. Continuo a sognare.

Nel letto d’ospedale le ferite si rimarginano, ora più rapidamente. Anche gli uccelli con le ali spezzate tornano a volare. Esercizi, esercizi, devo tornare ad essere forte.

Quando rientro al lavoro, in banca, sento materializzarsi la compassione dei colleghi, la diffidenza dei superiori. Per tutti non merito rispetto, le pratiche si sono accumulate come se tutto quello che mi concerne possa essere stato contaminato dalla Follia. Sono diventato una presenza ingombrante. Il mio paracadute è sempre gonfio, sottrae aria ai presenti. Conciliare il mio ottimismo con quello grasso di questi mediocri, normali, dozzinali borghesi.

Vivere una vita piatta, sfaldata, normale e sterilizzata.

E’ un’altra sfida che mi si presenta, amara e sarcastica, che vorrei evitare, come un vigliacco, perché so più difficile da risolvere che non quella sportiva. Vogliono efficienza, anche qui, come se il rischio di un errore possa essere mortale. Denaro, più di quello che la normalità esigerebbe, questo è l’obiettivo.

Al venerdì sera mi capita di fuggire, letteralmente, dal magma vischioso della banca, prendere il primo aereo per raggiungerti, Daniela, per tornare a respirare l’aria indispensabile del provvisorio, del confronto. Marinetti, Hesse, de Gayardon, Daniela.

“No!” “Continuerò a volare e a lanciarmi con il paracadute.” “ Si! Certo.” “No! Le dimissioni non le darò!” “A risentirci, signor direttore.”


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Maurizio Casamassima