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Previsioni del tempo

Cielo limpido, parzialmente coperto, nuvoloso od altro.

Precipitazioni assenti, talvolta molto diffuse, da deboli a moderate, in attenuazione/aumento al mattino, al pomeriggio o durante la notte.

Venti orientali, da sud, nord ed ovest, nulli o da deboli a molto forti. Brezza in pendio (talvolta).

Evitate di volare con chi porta sfiga.

Temperatura: stazionaria compresa tra i -5° e +30°, ma potrebbe anche superare i limiti.

Possibili nebbie, foschie dense nelle valli, oppure cielo limpido in prevalenza. Termiche per chi le trova.

Mari, fiumi e laghi al solito posto.


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Gustavo Vitali

Polloroscopo

ARIETE •

Molti pianeti nella sala d’aspetto del vostro segno. Se siete ferrovieri, farete degli scambi, ma i vostri sogni di volare resteranno tali. Evitate colpi di testa: in atterraggio sono notoriamente sprovvisti di pillole contro l’emicrania. Fortuna sfacciata al gioco rischiando solo pochi miliardi. Di conseguenza: sfiga in amore per tutti, poveri e ricchi.

TORO •

Se temete di non essere amati, presto avrete la risposta definitiva: sì, è vero, non siete affatto amati! Salute: se digiunate per 15 giorni, probabili problemi di equilibrio durante il decollo. Tornerete in piena forma nella terza decade di non si sa quale mese e neppure quale anno. Debiti in agguato. Voli solo pindarici ed erotismo in sogno. Soddisfazioni minime.

GEMELLI •

Conoscerete una persona nuova che non vi interesserà minimamente ed alla quale di voi non gliene frega proprio nulla. Nei voli di cross non andrete al di là di qualche centinaio di metri. Il vostro braccio guarirà presto da una caduta casalinga. Purtroppo l’encefalogramma resterà definitivamente piatto. Inattese visite di parenti ed amici al capezzale.

CANCRO •

Mercurio smetterà di farvi degli scherzi da prete e comincerà a tempestarvi di sfiga. Nelle rare giornate di sole volerete con piloti insopportabili ed incompetenti. Peccato che siano loro a condurre il biposto. In gita scoprirete aspetti insospettati nella persona a voi vicina. Niente paura: ritroverete il portafoglio anche se vuoto.

LEONE •

Per i nati sotto questo segno è probabile che nello stesso periodo cadrà il loro compleanno. Due notizie, una splendida ed una inaspettata: tutto il club vi festeggerà con fiumi di champagne in uno splendido locale notturno; purtroppo vi toccherà pagare un conto d’importo davvero inaspettato. Malumore nei giorni successivi, ma durerà solo per i primi 360.

VERGINE •

Se siete in cerca di partner, potreste conoscere persone di 93 e più anni, del tutto spiantate e con forti inclinazioni maniacali. Il vostro psichiatra vi aiuterà a superare i rari momenti di felicità. Del tutto inutile cambiare vela o deltaplano: siete negati per il volo. Ed anche per il sesso. Pertanto è pure inutile cambiare look, amicizie, materasso, ecc.

BILANCIA •

Se lavorate alla Malpensa, periodo pieno di movimento. Per gli altri si creerà una situazione affettiva stabile: soli eravate e soli resterete. Per consolarvi, gli amici vi saranno accanto in decollo con gufi ed altre simpatiche simbologie. Saturno entrerà nel Toro probabilmente come nuovo azionista. Ma tanto voi di economia che ne capite?

SCORPIONE •

Il chirurgo che vi opererà è sposato con la persona con la quale andate a letto. Potrebbero sorgere delle complicazioni. I Pesci entreranno nell’Acquario, ma solo dopo che lo avrete adeguatamente pulito. Nausea in decollo, vomito durante il volo e panico in atterraggio. Prudenza negli investimenti (in senso finanziario e fisico).

SAGITTARIO •

Scoprirete la vostra anima gemella a letto con dei Gemelli e/o Gemelle. Anche se fossero del Toro è pur sempre un’orgia! Avventure neanche a piangere. Voli mai oltre i 4 minuti. Amicizie davvero disinteressate: infatti non ce ne sono. Salute al minimo. Ma avete ancora tutta la vita davanti e potete decidere con calma: veleno? pistola? lametta? Mah!

CAPRICORNO •

I pianeti vi garantiscono fascino e serenità per un periodo favoloso nell’ambito affettivo ed in quello professionale. Sarete al centro dell’attenzione, intraprendendo nuove e strepitose relazioni. La carriera metterà le ali. Voli lunghi e rilassanti. Fortuna al gioco. Il problema sarà spiegare ai Carabinieri come vi siete procurati gli allucinogeni.

ACQUARIO •

Nulla di buono per i nati sotto questo segno. Con Urano nella Vergine, Marte in Bilancia e la Luna che sta con Plutone, a reggere il moccolo restate solo voi. Un po’ meglio le donne: potranno pulire la casa, lavare i panni, fare la spesa ed essere molestate non appena escono per strada. Andare a volare?!?! Ma pensate piuttosto ai debiti!

PESCI •

E’ evidente che il volo libero non fa per voi, ma è sempre meglio che essere Curdi in Turchia o girare in topless per l’Afganistan. Per i fotografi, momenti positivi e momenti negativi con scatti d’umore e sviluppi nel raggiungere gli obbiettivi. Mettete a fuoco la vostra situazione: non è certo nitida. Prestazioni sessuali opache. Dolori al diaframma.


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Gustavo Vitali

In manette falso chirurgo

Provvidenziale intervento dei CC sventa un tentato omicidio in sala operatoria Il fattaccio scaturito da futili motivi • Eroica crocerossina smaschera il mancato omicida • l’équipe medica salva la vita al pilota bersaglio dell’attentato • Richiesta la seminfermità mentale per l’imputato

 

Le manette sono scattate ai polsi di un noto pilota del Volo Libero Bergamo, responsabile di un grave atto criminoso che ha messo a repentaglio la vita di un collega ricoverato all’ospedale di Ponte San Pietro. Il figuro era già noto alle forze dell’ordine che in prece-denza lo avevano più volte arrestato per crisi isterica post volo, consumo di sostanze transgeniche, lamentele e mugugni prolungati e millantate quote inverosimili. Ma veniamo ai fatti. Un socio del VLB, del quale non possiamo fare il nome, viene ricoverato per un delicatissimo intervento chirurgico al setto nasale. La notizia è di pubblico dominio e dall’ombra scatta l’agguato. Un collega, sul cui nome gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo e che sembra in passato abbia avuto con lui motivi di attrito per questioni di precedenze in volo, decide di cogliere l’occasione per toglie-re di mezzo il rivale, ritenuto ingiustamente pericoloso. Da indiscrezioni raccolte tra gli investigatori, pare invece che non esistessero affatto questioni di precedenze in volo, ma che l’attentatore abbia agito mosso da rancori personali per essere stato più volte umiliato dalla vittima in termini di quota raggiunta e tempi di volo. Il legale dell’arrestato ha invece confermato la versione del cliente, suffragata sembra anche da testimoni oculari che per altri sarebbero invece vilmente prezzolati. Gli inquirenti hanno in più accertato come gli occhiali abi-tualmente indossate dall’atten-tatore non gli permettessero di distinguere in volo particolari importanti quali i colori delle vele e le distanze tra un para-pendio e l’altro. Si aggiunga poi la dipendenza dal consumo di sostanze transgeniche, deva-stante dal lato fisico e mentale, che ha indotto il soggetto ad un vero raptus di follia omicida. Cosicché il giorno dell’intervento il nostro si è introdotto in sala operatoria abilmente travestito da chirurgo, cappellino e mascherina a coprire i connotati del viso, ma dimenticandosi di spegnere il variometro che teneva ancora in tasca. Il campo magnetico generato da un improvviso “bip, bip” dello strumento ha messo in crisi le delicate apparecchiature della sala operatoria. I medici, nel verificare le cause dell’insolito guasto, accertavano, sbigottiti, come in sala una persona in più del numero previsto fosse insolitamente presente. L’astuto travestimento non traeva tuttavia in inganno una crocerossina che, incurante del pericolo, smascherava il chirurgo abusi-vo. Tempestivamente intervenuti sul posto, i militi dell’Arma ingaggiavano una violenta colluttazione con l’efferato criminale, mettendolo infine in condizioni di non nuocere. In serata, sbrigate le formalità di rito, questi è stato tradotto in carcere dove è in attesa di giudizio con rito abbre-viato. Il suo avvocato ha già preannunciato che si appellerà alla seminfermità mentale, ma il Gip ha fatto sapere che si può tranquillamente concedere anche quella totale. Nel frattempo la vittima era ancora del tutto ignara circa l’accaduto in quanto sottoposta ad anestesia, secondo alcuni, mentre per altri non c’era stato bisogno di alcuna anestesia perché il paziente era svenuto per paura dell’intervento fin dal giorno prima. Purtroppo le sue condizioni cliniche precipi-tavano e restava per una setti-mana in bilico tra la vita e la morte. Alla fine la tenacia dei medici, congiunta alle amorevoli cure della predetta crocerossina, ha avuto ragione di ogni malanno, tanto che in breve l’équipe medica ha sciolto ogni riserva sulla prognosi ed il paziente dimesso. Incredibile epilogo della vicenda: tornato a volare, il nostro ha dichiarato di ritrovarsi in possesso di nuove e prodigiose sensazioni, tanto che con una narice fiuta le termiche a chilometri di distanza, mentre con l’altra è in grado di prevedere le condizioni meteo con almeno tre settimane di anticipo. Nel frattempo il mancato omicida è stato scarcerato per buona condotta ed ha ottenuto il perdono dalla vittima, a patto che durante i voli futuri resti sempre dov’è stato fin’ora, vale a dire ai soliti 200/300 metri sotto di lui. Le forze dell’ordine traggono in arresto l’attentatore al termine di una violenta colluttazione.


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Gustavo Vitali

Girogirotondo

Coro unanime di consensi alla festa dell’asilo:

“GIRO, GIRO TONDO…” 12 piloti ed allievi in volo per i bimbi di Almenno S.S. • Violato il “green” del Golf Albenza • Più volte centrata la buca n. 1 • Meno di una dozzina le vittime tra i piccoli • Scippata la pellicola ad una suora

Su invito ufficiale dell’esclusivo (e pure un poco snob) Golf Club l’”Albenza”, nonché dell’asilo di Almenno S.Salvatore, 12 tra piloti ed allievi, più un paramotorista (Fulvio) del Volo Libero Bergamo sono atterrati sul “green” della buca n. 1, centrando più volte il bersaglio (anche di schiena), accanto al quale erano radunati in allegra scampagnata bimbi e maestre dell’asilo. Una festa per i piccoli (o almeno per quelli sopravvissuti) e poche decine di milioni di danni a carico degli impettiti soci del golf. Sicuramente, restituendo le palline trovate in questi anni sparse nei prati tutt’intorno al recinto del club si potrà pareggiare il conto (a pro-posito: ma che cavolo di mira hanno questi golfisti?). Ecco l’elenco dei partecipanti al raid: Noemi, Cesare, Giorgio “stallo”, Elena, Olivo, Katia, Gustavo, Roberto Biffi, Fausto, Eugenio, Davide Pini e Cristina “pettine” che pure in questa occasione non ha mancato di richiamare l’attenzione sulle sue grazie, per altro senza richiesta alcuna da parte dei presenti. Noemi ne ha approfittato per fare un biposto all’allievo Cesare, la cui testa accuratamente rasata assomigliava ad una grossa pallina da golf. Forse gli si era accapponata la pelle per la paura. Alla fine a Gustavo è stato concesso l’onore di una foto con maestre e bambini. Anzi, più che concesso se l’è preso da solo, sequestrando poi la pellicola alla mite suora che si era prestata a scattare l’immagine.


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Gustavo Vitali

Il gesto

    [ Capita che l’uomo, anche se mutilato di ciò che e’ suo, continui a vivere e poi rinvigorisca ciò che gli è rimasto. Come una pianta che potata, cresce nuovamente e prospera con un unico scopo: unirsi al cielo sopra di sé. ]  

 

Bello il tempo al suo variare in quei giorni in cui l’estate lascia il posto alla nuova stagione. Il sole ancora caldo sembra amico finché una nube, più veloce dell’ancora lontano fronte scuro e minaccioso, lo copre. Ed allora, solo allora, provi una prima sensazione di freddo, repentina e veloce, come la corsa della nuvola che presto si scosta. Subito risenti la pelle scaldarsi come se nulla fosse stato. Guardi la parte sgombra del cielo, luminoso e fulgido con i raggi che scintillano sull’acqua del mare come tante stelle, ma là in fondo il fronte avanza e segna la nuova stagione.

Così vedeva Luca il cambiare del tempo in quei giorni sulla costiera.

Quel pomeriggio si era recato su, al bastione saraceno. Aveva percorso prima la lunga strada lastricata ed infine era arrivato al castello dove erano state antiche fortificazioni per le lunghe notti di veglia delle sentinelle. Il lato del bastione che dava sul mare era imponente, aveva resistito al tempo ed alle tempeste, e da lì si potevano ammirare di pomeriggio, quando il vento soffiava tiepido,i marosi che impetuosi si frangevano sulla scogliera, improbabile punto di approdo di invasori e nemici.

Sulla cuspide di roccia all’estremità destra del bastione stava la torre.

Lì si poteva osservare lo spettacolo dei gabbiani che giocavano con il vento. Il vento, batteva sull’alto muraglione, e poi fuggiva, veloce e verso l’alto, e così gli scaltri uccelli si avvicinavano alle mura rasentando le onde per poi salire in traiettoria verticale e senza un battito d’ala. Passavano a pochi metri dallo sguardo di Luca che li ammirava nell’imponenza della loro apertura alare e mentre muovevano la testa a destra e a sinistra, con fare noncurante, come a godersi il paesaggio durante un riposo. Arrivati molti metri più in alto il vento li lasciava, ed ecco allora che loro muovevano un’ala in maniera impercettibile e con un’ampia virata, morbida ed elegante tornavano indietro, giù in basso, a rasentare nuovamente le onde, per ripetere il carosello senza fine.

Guardò in alto Luca a seguire il volo di uno di essi, poi portò mani vicino alle labbra, con le palme aperte, come ad amplificare il suono che avrebbe emesso, infine lanciò verso il cielo un verso simile al grido ed al gracidio. Lo aveva imparato da un suo amico pescatore che talvolta accompagnava nelle sue uscite in mare. Si alzavano la mattina con il buio, uno per vivere, l’altro per divertirsi, ed uscivano in mare con il gozzo. Il pescatore, aveva insegnato a Luca nelle brevi pause dopo mangiato, come fare ad imitare quel verso. In realtà non chiamava i gabbiani, ma chiamava un gabbiano che con il passare del tempo era diventato suo amico e compagno di pesca. Quando il gabbiano era presente nella moltitudine che volava sopra la sua testa, allora gli rispondeva.  Così Luca aveva imparato a sua volta a chiamarlo, a riconoscerne le fattezze ed in qualche modo ad esserne amico e compagno. Poi il pescatore partì, tirò il gozzo a secco in un posto riparato ed emigrò dove gli sarebbe stato più facile vivere. Luca, fortunato, era rimasto, e con lui era rimasto anche il gabbiano che saltuariamente rispondeva al suo richiamo al bastione. Quel giorno probabilmente il gabbiano era altrove e quello che Luca aveva creduto di riconoscere non era altro che un semplice volatile.

Luca ammirava la perfezione del volo di questi uccelli. La gestualità naturale che li portava a compiere evoluzioni, a vivere nel vento e a sorprenderlo con la loro eleganza nei giochi al bastione. Tanti anni prima, da giovane, Luca volle provare la sensazione del silenzio che solo nel vuoto si può sentire. Si imbracò, salì e saltò. La delusione fu grandissima, non riuscì ad abbracciare l’aria come avrebbe voluto; il suo essere uomo lo aveva richiamato alla paura del vuoto e così si rannicchiò in posizione fetale finché non rimase appeso ad un paracadute che gli dava la sensazione di galleggiare nel vuoto. Nel silenzio, si certo, nel più profondo silenzio, però in una maniera che era un trucco e non certo la perfezione del volo.

Gli rimase il sogno. Capitava a lui di sognare di volare, ed ecco che con le braccia aperte e senza minimo battito volava e picchiava verso le onde e la spiaggia per poi cabrare e stallare e riprecipitare in un gioco senza fine. E sempre nello stesso sogno, a volte, si vedeva dall’esterno, sgraziato, nudo, volare con le sembianze rigide di un Cristo tolto dalla croce. Non era importante volare, ma come volare. Apparteneva definitivamente alla terra.

Si accorse che anche l’acqua era pur simile all’aria e che anche il più elegante nuotatore, sbuffava, digrignava, sbatteva sull’acqua delle membra per un risultato davvero misero. Si appassionò cosi ogni giorno di più alla gestualità e cominciò a scrivere l’alfabeto.

Dapprima minuscolo, poi maiuscolo, poi le parole ed infine a scrivere da sinistra a destra e da destra a sinistra. C’era una frase, che in particolare sapeva scrivere con un’eleganza che raggiungeva per lui la perfezione della calligrafia. Presto dovette però soccombere anche a ciò e capì che erano solo dei diversivi, dei rivelatori per qualcosa di più grande che doveva invece appartenere all’uomo in qualche parte della sua esistenza. Probabilmente ciò era nella quotidianità, nei gesti più semplici, nel raggiungere la perfetta consapevolezza del momento presente, senza il passato a turbare la mente, senza il futuro con false chimere a distoglierci dall’attimo. Quello che vedeva intorno a sé era invece un tumulto di pressioni, persone che rimbalzavano, spinte, tirate, strattonate in una rappresentazione di disordine universale.

Si avviò verso casa, un po’ preso dai suoi pensieri ed un po’ contento di essere stato al bastione. Costeggiò il molo del piccolo porticciolo che nel pomeriggio riparava le barche dal mare agitato e vide giù presso una grossa bitta Andrea.

Andrea era un vecchio, suo amico, con il quale divideva un po’ del suo tempo quando poteva e quando lo incontrava giù al molo a pescare. Andrea era cieco, lo accompagnava lì la nipotina, sebbene fosse in grado di arrivarci anche da solo, e stava seduto sulla sua seggiolina a pescare in silenzio e con i suoi occhiali scuri ed il cappello di paglia. Era vestito sempre in maniera molto semplice, con una camicia vecchia, ma pulita, ed i pantaloni ricuciti qua e là. Sicuramente non era ricco, ma pieno di dignità e portamento. Pescava con una vecchia canna di bambù, di tipo oramai introvabile e di cui lui si vantava non avere spezzato il cimino da anni. La montava lentamente e con gesti misurati riusciva a trovare la scatola posta per terra, lì vicino, che conteneva la lenza. La prendeva, la annodava e si preparava a gettare l’esca.

Luca si avvicinò ad Andrea e lo salutò, con la voce piuttosto fioca, come si usa con i pescatori. Andrea si voltò e sorrise mostrando tutto il disegno delle rughe sul volto. “Come và?” disse Andrea. “Bene, sono stato al bastione” rispose Luca. “Al bastione, a sentire i gabbiani ” mormorò il vecchio quasi fra sé. “Sì, a vedere i gabbiani” rispose Luca. Andrea pescava seduto, con i gomiti appoggiati alle gambe e proteso leggermente in avanti e tenendo la canna lievemente, quasi in equilibrio nella mano destra. Non usava il galleggiante, era oramai diventato attentissimo ad ogni minima vibrazione e ciò gli bastava. Passavano il tempo senza parlare troppo, a volte basta la presenza per capirsi.

Ad un tratto, senza alcun preavviso, Andrea mosse il polso in maniera decisa ma non strattonata ed accompagnò il movimento alzandosi in piedi. In quel momento Andrea aveva in mano la canna che era piegata in un’ampia curva e la teneva con padronanza, salda, e seguendo il pesce con piccoli movimenti a destra e a sinistra.Teneva la lenza sempre in tensione, ma senza strapparla e questa, invisibile, univa il vecchio, che apparteneva alla terra, dalla curva del bambù fino in acqua dove, forte ed elegante, un muggine lottava per la sua libertà. Portò il pesce fin sotto, ed infine con maestria lo tirò fuori dall’acqua, e lo posò sul molo. Appena la tensione della lenza venne meno il pesce si slamò: guizzava per terra, senza più alcuna bellezza, alla ricerca disperata dell’acqua. Allora Luca vide Andrea davvero cieco, senza più sguardo, fisso davanti a sé. Si chinò, bagnò le mani sul pelo dell’acqua, prese il muggine e lo buttò in acqua.

Clock. Un rumore secco, armonioso. Il pesce con un solo movimento rapido ed elegante guizzò via. Andrea, noncurante della sua cecità, aveva compiuto tutto come se fosse stato un rito del gesto e Luca l’aveva finalmente percepito nell’attimo del suo svolgersi.

Si sedette nuovamente, Andrea sorrise a Luca e cominciò a smontare la canna da pesca, poi si volse verso di lui e gli disse: “Domani mi porti al bastione, a sentire i gabbiani …”

 


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Roberto Tosato