Tu-22, ovvero: cosa potrebbe mai andare storto?


Probabilmente solo alcuni cultori della storia dell’Aviazione ricorderanno la vicenda di Mathias Rust, il giovanissimo pilota della Germania dell’Ovest che nel 1987, in barba a tutto e a tutti, raggiunse indenne la piazza antistante il Cremlino a Mosca atterrando con il suo innocuo Cessna 172 nel luogo simbolo del colosso sovietico.

A distanza di tanti anni di quell’evento se ne sta perdendo letteralmente la memoria benché all’epoca ebbe una ridondanza mondiale al punto da costituire idealmente il punto di avvio di un processo di rinnovamento della superpotenza – la famosa perestrojka di Gorbaciov – ma anche e soprattutto di un terremoto nell’ambito delle gerarchie militari dell’Aeronautica militare sovietica (con un ridimensionamento netto e un avvicendamento generalizzato degli ufficiali, ministro della difesa compreso) che trova qualcosa di paragonabile solo con le famose “purghe” di epoca staliniana.

 

Da diversi anni a questa parte, esemplari statici di Tu-22 si possono visionare in tutta la loro radiosa bellezza aerodinamica presso diversi musei dell’aria disseminati nel territorio sovietico. Quello ritratto si trova al Museo centrale delle Forze aeree della Federazione Russa di Monino situato presso l’omonimo aeroporto di Monino, 40 km a Est di Mosca dove gli fanno compagnia ben altri 170 velivoli (e anche più) del corposo parco macchine volanti sovietiche e russe costruite fino a oggi.  Secondo il sito web https://tu22.ru/(che vi invitiamo a visitare in quanto ricco delle informazioni più disparate): “Il Tu-22 era un aereo difficile da utilizzare, sia sotto gli aspetti tecnici che di volo. In generale, in 30 anni, oltre 60 veicoli su 311 costruiti sono stati prematuramente ritirati (schiantati, bruciati al suolo o completamente guasti) per vari motivi.” Se lo dicono loro … (foto proveniente da www.flickr.com)

Ma a proposito di questa vicenda non aggiungeremo altro se non il titolo di uno splendido racconto a firma di Massimo Conti che, in occasione della X edizione di RACCONTI TRA LE NUVOLE presentò ben due racconti il peggiore dei quali – si fa per dire – era intitolato appunto: “Non rimpiango niente. Atterraggio sulla Piazza Rossa” e aveva come protagonista proprio Mathias Rust, voce narrante del suo volo memorabile. Il racconto, non avendo goduto dei favori della Giuria di quella edizione, divenne subito ospite del nostro hangar e potrete leggerlo all’indirizzo:

 

https://www.vocidihangar.it/w/non-rimpiango-niente-atterraggio-sulla-piazza-rossa/

 

Un elemento universalmente identificativo del Tu-22 Blinder è  la collocazione dei due notevoli motori turbogetto alla base della grande deriva di cui è dotato. Se infatti l’ala a freccia (di 55° ) era assai comune ai velivoli dell’epoca in quanto consentiva loro una bassa resistenza alle velocità transoniche ma induceva a una velocità di atterraggio piuttosto elevata e una lunga corsa di decollo (che nel Tu-22 circa 2700 metri!), un’altra caratteristica di progettazione dell’azienda Tupolev era il carrello di atterraggio principale: montato in una coppia di alloggiamenti carenati posti sul bordo di uscita di ciascuna semiala. Che dire poi del sistema d’ingresso dei tre membri dell’equipaggio in cabina? Pilota, navigatore e addetto alle armi venivano letteralmente issati verticalmente a bordo con un sistema a montacarichi attraverso dei portelli collocati nel ventre della fusoliera, seduti ciascuno sul proprio sedile eiettabile. (foto proveniente da www.flickr.com)

Sì, d’accordo – vi domanderete – perché tutta questa digressione chilometrica? Perché le sorti del racconto di Massimo Conti sono identiche a quelle occorse al racconto: “Tu-22, ovvero: cosa potrebbe mai andare storto?” di Andrea Pirani che è stato ugualmente giudicato non meritevole di accedere alla fase finale del premio letterario RACCONTI TRA LE NUVOLE, ma stavolta della XII edizione. E non solo. Anche il racconto di Andrea Pirani narra in modo più o meno giornalistico una vicenda che ha dell’incredibile e che si consumò sul suolo sovietico o forse, più correttamente, nei cieli dell’allora URSS con la differenza sostanziale che detta vicenda rimase del tutto ignorata, anzi secretata ferocemente, fino a qualche anno orsono quando divenne finalmente di pubblico dominio grazie a siti web in lingua russa e dunque pressoché ignorata da buona parte del mondo occidentale.

Ma – vi domandiamo – a un sovietologo del calibro di Andrea Pirani poteva sfuggire una così singolare vicissitudine? Poteva il nostro fido autore appassionato di aviazione con la stella rossa rimanere indifferente a una simile chicca storica? Certo che no … ed ecco allora che lo scrittore milanese, profondo conoscitore dell’Unione Sovietica all’epoca della Guerra Fredda, costruisce una storia che ha più il sapore divulgativo piuttosto che narrativo e che lui stesso definisce:

“una storia così surreale, irreale, impossibile che è vera”.

Ebbene quella storia è ora ospite nel nostro hangar e potete leggerla con tutta la comodità e il senno di poi dei quasi quaranta anni trascorsi.

Non si tratta di una foto particolarmente ben riuscita – penserà qualcuno – e non potremmo certo biasimarlo, tuttavia provate voi a scattare un’immagine a bordo di un caccia intercettore F-104G Starfighter danese e inquadrare correttamente il vostro “scramble” costituito da un Tu-22 Blinder che ha invaso proditoriamente lo spazio aereo del vostro paese!  In realtà si tratta di una di quelle foto storiche che, ne siamo certi, finì sui tavoli di fior fiore di analisti militari e di esperti di costruzioni aeronautiche militari delle nazioni occidentali durante il periodo della Guerra Fredda. Tutti alla ricerca di quei dettagli tecnici sfuggiti agli agenti dei servizi segreti occidentali e assai preziosi per definire le potenzialità belliche di una macchina volante assolutamente temibile. Almeno all’epoca (foto proveniente da www.flickr.com)

Ma di cosa si tratta effettivamente? Oseremmo dire: un evento rocambolesco che … anzi, sapete cosa? … ce lo faremo riassumere proprio dall’autore:

 

“Si parla di un un’esercitazione in cui accade di tutto: un aereo fuori rotta, che sconfina due volte dalla Russia in Iran e dall’Iran in Russia, inseguito due volte dai caccia e mai raggiunto. L’equipaggio si salva ma le conseguenze per ben 2.000 persone relazionate a quell’episodio sono molto pesanti.”

 

Forse abbiamo svelato troppo? No, abbiamo semplicemente dato voce a un testo unico nel suo genere nel panorama italiano giacché la cronaca in lingua originale si può leggere solo a questo indirizzo:

 

https://tu22.ru/lyudi/41-veterany-samoleta-tu-22/stroevye-letchiki-i-tekhniki/187-merzlikin-vyacheslav-ivanovich

 

La pulizia penetrante delle linee del Tu-22 Blinder è esaltata da questo scatto. La progettazione del Tu-22 progetto iniziò  nell’agosto 1955  e nell’agosto  1957 fu completata  la costruzione del  primo  prototipo di cellula; nell’estate  del 1958  furono installati i motori sul prototipo e iniziarono i test statici, quindi fece il suo primo volo. Entrò in servizio nel 1963 ma fu assillato da notevoli problemi tecnici oltre a una congenita difficoltà di pilotaggio ed elevati costi di manutenzione. Cessò di volare definitivamente nel 1994 a seguito degli accordi del  Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa di Engels.(foto proveniente da www.flickr.com)

previo attrezzarsi di un buon traduttore o, per i più fortunati, di una traduttrice alta, bionda e dai lineamenti tipici delle gentildonne dell’ Est Europa. Con il rischio che, di traduzione in traduzione, possiate rimanere affascinati da una tale bellezza esotica (almeno per noi occidentali) al punto di non poterne fare più a meno …

Scherzi a parte, il racconto di Andrea – ne siamo certi – vi lascerà basiti e anche se la trama non è avvincente al pari di un film del tipo “Mission Impossibile” o del migliore James Bond … beh, non stentiamo a credere che un moto di stupore si manifesterà sul vostro volto unita a una sottile smorfia di paura per il terribile pericolo scampato. Quello di una Terza Guerra Mondiale che, potenzialmente, sarebbe potuta scoppiare per la leggerezza di un sistema – quello militare – assolutamente fallibile benché altamente tecnologico e professionale.

A proposito di “TU-22 …”possiamo solo aggiungere che ci spiace non abbia potuto accedere alla fase finale di RACCONTI TRA LE NUVOLE ma che al contempo siamo onorati e compiaciuti di poterlo ospitare nel nostro hangar.

A proposito dell’autore invece non possiamo che spendere parole di apprezzamento perché Andrea è ormai un veterano del Premio o, come recitavano i versi di una gloriosa canzone di Francesco De Gregori,

il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette

e dunque, prima o poi riuscirà a dare l’assalto al podio del Premio, certi che lo farà con uno dei suoi racconti alla sovietica maniera. E se anche non dovesse accadere … beh, saremo lietissimi di pubblicare i suoi racconti! Perché c’è necessità di fare divulgazione storica, perché c’è necessità di conoscere cosa accadde al di là della Cortina di ferro.

Troppi anni sono trascorsi e storie come quelle del maggiore Chizhov Mikhail Fedorovich meritano assolutamente di essere raccontate.

Ancora una bella immagine del Blinder (secondo la classificazione NATO) ripreso probabilmente quando era ancora in servizio operativo (foto proveniente da www.flickr.com)

Comunque sia andata con “Tu-22, ovvero: cosa potrebbe mai andare storto?” per noi è stato un successo, al di là del mancato ingresso nella rosa dei venti racconti finalisti. Perlomeno in termini di divulgazione della misconosciuta cultura aeronautica dell’ex blocco sovietico. E se poi il mondo russo, erede di quello che fu il colosso sovietico, non gode oggi granchè simpatia nel mondo occidentale, beh … poco ci importa: è comunque storia!

Grazie Andrea.




Narrativa / Lungo

Inedito

Ha partecipato alla XII edizione del Premio letterario “Racconti tra le nuvole” – 2024


Recensione e didascalie a cura della Redazione di VOCI DI HANGAR


 

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