titolo: Vittoria tra le nuvole
autore: Victor Maslin Yeates
editore: Elliot
anno di pubblicazione: giugno 2013
ISBN versione cartacea: 978-8861923508
Tanti anni fa, ma proprio tanti, comprai un libro su una bancarella. Il titolo era: “Alta quota” e per questo aveva attratto la mia attenzione. Ad una prima occhiata avevo visto che si trattava di un libro sulla I Guerra Mondiale, scritto da un pilota vero, che vi aveva combattuto veramente come pilota di un biplano inglese Sopwith Camel.
Lessi quel libro più di una volta, ma questa è una prassi normale per me. Se un libro mi piace lo rileggo, ogni tanto.
Forse fu per questo motivo che un giorno, parlandone con un amico pilota, ebbi un momento di debolezza e glielo regalai. Un errore che commetto difficilmente. Di solito, se regalo un libro a qualcuno, glielo compro, non gli regalo un libro mio. Forse pensai che lo avrei potuto ricomprare, prima o poi.
Invece, nel corso degli anni seguenti, per quanto cercassi sulle bancarelle, non l’ho più ritrovato. Oltretutto quell’amico, dopo poco tempo lo regalò a un altro pilota. Non so se prima lo abbia letto o no, ma almeno l’altro pilota disse che gli era piaciuto moltissimo.
Non ho mai dimenticato quel titolo e neanche la copertina. Ero pronto a comprarlo a vista se lo avessi trovato, ma niente.
L’era di internet ha reso possibili anche questo genere di cose. Un giorno scrissi il nome dell’autore, Yeates, su Google e … paf! Trovai un libro diverso, ma che ricordava tanto quello che avevo avuto. Lessi la descrizione e ritrovai la storia intera. Il titolo, ora, era cambiato. Si intitolava: “Vittoria tra le nuvole”.
Lo ordinai online e mi arrivò a stretto giro di posta.
Sempre su Google ho trovato la storia dell’autore, nato a Dulwich, Inghilterra, nel 1897 e morto nel 1934. Era un amante della poesia e della natura. Nel 1917 entrò nel Royal Flying Corps, come pilota e andò in Francia a combattere contro i tedeschi. Volò per 248 ore su un biplano Sopwith Camel. Ebbe quattro incidenti, fu ferito due volte, conseguì cinque vittorie, il numero minimo per diventare un asso.
Alla fine della guerra tornò in Inghilterra, profondamente provato e distrutto, sia dal punto di vista psicologico che fisico. Infatti di lì a poco si ammalò di tubercolosi. Provò a curarsi per uscirne, ma all’epoca era difficile salvarsi da quella malattia. Tuttavia, per racimolare i soldi necessari alle cure, scrisse con fatica le sue memorie di guerra, un libro, questo libro, che fu pubblicato, ma non ebbe subito il successo sperato.
Yeates morì di tubercolosi prima che i proventi del libro gli consentissero di curarsi.
Il titolo originale era “Winged Victory”. In qualche manifesto ho trovato anche “Winged Victor”, una leggera deviazione per giocare con il suo nome, Victor.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, questo libro fu recuperato dall’oblio nel quale era caduto. I piloti della Royal Air Force lo riscoprirono e ne decretarono un enorme successo, perché era uno dei rarissimi racconti che riportava fedelmente i fatti e la quotidianità della vita del pilota di guerra. Yeates infatti non aveva inventato nulla. Aveva descritto le azioni militari come pure la vita di tutti i giorni e i discorsi, le feste, gli scherzi, le paure, le ansie e i momenti di relax nelle lunghe giornate in cui il maltempo li costringeva a terra. Li costringeva, cioè, a vivere senza rischiare di morire.
Yeates non aveva cambiato i fatti, ma neanche i nomi dei protagonisti con i quali aveva condiviso il periodo di guerra in Francia. I loro nomi sono tutti nel racconto, semmai, in qualche caso, aveva omesso il nome di battesimo o il cognome, designandoli semplicemente con uno dei due.
Il teatro di guerra è quello della Somme. Amiens, Arras, Vignancourt, Morlancourt, etc, nomi famosi di un teatro tragico. La Francia rievoca spesso quella zona, anche durante il Tour de France, quando vediamo i ciclisti scorrere su un paesaggio bellissimo, ma segnato qua e là da mausolei, monumenti, cippi e cimiteri che rievocano la guerra mondiale, sia la prima che la seconda.
“Vittoria tra le nuvole” si trova online anche con il vecchio titolo di: “Alta quota”. Basta ordinarlo per avere tra le mani uno dei migliori libri scritto da un pilota per un pubblico che non deve essere necessariamente costituito da piloti. Ma questi ultimi troveranno interessantissimo leggere anche le impressioni di pilotaggio del Camel, un aereo scorbutico, che entrava in vite all’improvviso, volava storto e scappava di mano alla prima minima distrazione. Ma, come dice Yeates, ci si abitua a tutto e alla fine questo carattere del Camel, non solo diventa familiare e non costituisce più un problema, ma aiuta il pilota a sottrarsi di colpo ai proiettili delle mitragliatrici dei caccia avversari. Una cosa non da poco.
Leggendo il libro si resta sorpresi di quanto, a quei giorni, i piloti fossero consapevoli degli interessi internazionali che avevano portato loro a dover combattere e morire. Nelle conversazioni compaiono spesso analisi ben precise della situazione politica del momento.
Recensione a cura di Evandro Detti